Ci sono libri che narrano di sport o meglio di vicende e storie di sport legate a grandi campioni ma anche a campioni che non lo sono mai diventati, oppure a grandi manifestazioni sportive come le olimpiadi o i campionati mondiali di diverse discipline. Ma, trovare un libro che narra in maniera molto elegante e molto poetica se vogliamo, di uno “strano mondiale” che non è mai risultato tale, forse è la prima volta. Nel senso che Massimiliano Vergani, giornalista e grande appassionato di teatro ha di recente pubblicato un bellissimo libro intitolato “Cortina 1941 – Il mondiale fantasma” edito da Il contropiede.
Quello strano Mondiale cancellato dalla guerra
Sottolineiamo che Vergani, per la cronaca, oltre che avere la grande passione per il teatro si occupa anche di sport ed in particolare delle “acrobazie” invernali. Il libro gode anche della prefazione di Flavio Vanetti, autorevole firma giornalistica prima del quotidiano “La Gazzetta dello Sport” e poi passato al “Corriere della sera”. Lo stesso Vanetti introduce il volume scrivendo “questo libro mi ricorda altre due esperienze “fantasma” dello sport ovvero i Giochi olimpici del 1940 e del 1944 cancellati dalla seconda guerra mondiale”, ma in realtà disputati.
Strano ma disputato in piena regola
In effetti anche quei famosi mondiali di Cortina 1941, seppur non celebrati come campionati del mondo vennero disputati con tanto di campioni presenti in gara e pubblico a sostenerli. Senza dimenticare che ci furono alcune gare di altissimo livello. Per alcuni quel mondiale venne indicato come una cassa di risonanza per l’ideologia “nazi-fascista”. Ma non fu così in quanto le gare si disputarono come fosse un mondiale in piena regola e senza nessuna discriminazione di sorta.
In quello strano mondiale spiccarono Celina Seghi e Zeno Colò
Le pagine di questo libro (145 in totale oltre ad una bella galleria fotografica alle fine e risultati delle gare riprodotti dagli originali scritti doverosamente a mano) però ripercorrono i momenti più significativi di una manifestazione di altissimo livello. Alla quale fece seguito quindici anni dopo l’Olimpiade di Cortina del 1956. Non a caso in gara ci fu la grandissima Celina Seghi (scomparsa di recente all’età di 102 anni), che vinse la medaglia d’oro nello slalom e l’argento nella combinata. Interrompendo per l’occasione le vittorie consecutive della Christl Cranz, che appariva come imbattibile. La Seghi ovviamente a causa del grave conflitto mondiale perse i suoi migliori anni agonistici. Ma riuscirà anche dopo a dimostrare la sue grandi doti tecniche e agonistiche.
Non da meno fu Zeno Colò. Anche lui vent’enne all’epoca che ebbe modo di dare prova delle sue grandi capacità esibendosi come apripista. E facendo registrare per l’occasione un tempo che sicuramente gli avrebbe consegnato una medaglia.
Altri campioni di quel mondiale
Si scorrono piacevolmente le pagine dove s’incontrano grandi campioni come Alberto Marcellin, Christ Cranz, Josef Jennewein, il fondista Alfred Dahlquist, Vittorio Chierroni e l’indimenticabile Leo Gasperi. Che in quell’occasione era il commissario tecnico della squadra azzurra. Un uomo eccezionale, da atleta saltatore e poi fotografo, fotomodello, creatore di moda e scrittore. Per la sua eleganza sugli sci venne coniato il termine “parallelo Gasperi”.
Paavo Vierto e il salto speciale
Le pagine scorrono fino ad arrivare al capitolo ventuno dove si narra del magnifico Paavo Vierto che vinse la gara del salto speciale. Era finlandese soldato della Waffen-SS e fu ucciso in territorio ucraino pochi mesi dopo aver vinto l’oro a Cortina. Tanti campioni si leggono in questo libro, ma in particolare restano nella memoria degli italiani, i nomi di Celina Seghi e Zeno Colò. Ai quali l’interruzione dovuta alla guerra (come tanti altri di diverse discipline sportive) portò via gli anni migliori da dedicare all’attività agonistica.