La A4 Venezia – Trieste non trova pace. E continua ad essere nell’occhio del ciclone. Da un lato per quanto riguarda l’allargamento con la terza corsia, il cui completamento al momento è ancora relativamente lungo. Dall’altro per effetto degli incidenti. Gli ultimi dei quali sono costati la vita a 8 persone. Due temi, uno legato all’altro, ancorchè quello relativo agli incidenti non sia proprio direttamente e completamente correlato ai lavori, che peraltro avvengono ad autostrada aperta. E, come sottolineato dai vertici di Autovie Venete, abbiano piuttosto anche problematiche riconducibili il più delle volte a disattenzioni. E alla velocità degli automobilisti, soprattutto dei mezzi pesanti.
A4 e i comportamenti di chi guida secondo Paniz
“Ci sono camionisti che guardano la partita alla tv mentre guidano. Automobilisti che telefonano inviando messaggi con il cellulare. Oppure, come avvenuto proprio per gli ultimi due incidenti con le povere sette vittime di Riccione e l’altro con vittima un manager udinese conseguenti , con molta probabilità alla velocità. Salvo che non abbiano avuto un malore come si potrebbe anche presumere. Ma di certo poco hanno a che fare con la sicurezza dell’autostrada. O i controlli lungo la stessa che sono sufficienti sia per la presenza delle pattuglie della polizia che per le segnaletiche. E i piani predisposti dalla nostra società”. Così ha dichiarato nei giorni scorsi Maurizio Paniz, presidente della concessionaria. Sottolineando inoltre che “il numero degli incidenti è in linea con quelli del resto della A4, da Mestre a Milano”.
E allora dove sta il problema?
Perchè sul territorio del Veneto Orientale è in atto ormai da un po’ di tempo una serie di prese di posizione a vari livelli. Soprattutto da parte dei sindaci che sono arrivati al punto addirittura, attraverso il primo cittadino di Cinto Caomaggiore, Gianluca Falcomer, che presiede la Conferenza dei Sindaci, di chiedere la “militarizzazione” della A4. Invocando “l’intervento dell’esercito per presidiare l’asse autostradale”
L’A4 al centro delle polemiche
Fermo restando che queste hanno il sapore di provocazioni più che di ragionevoli proposte, è pur vero che se da un lato i sindaci del territorio hanno parecchio “latitato” (chi più e chi meno) al riguardo, dall’altro qualche ragione a protestare forse ce l’hanno. Se non altro per la tardiva esecuzione dei lavori della terza corsia. Il cui progetto è datato 2003 e la cui previsione di completamento era prevista per il 2017.
Le motivazioni
Se si pensa che siamo al 2022 e che i 9 chilometri da Alvisopoli a Portogruaro sono tuttora in corso e saranno completati probabilmente a maggio del prossimo anno e che il tratto da Portogruaro a San Donà, ovvero l’ultimo mancante, se va bene andrà in gara alla fine del primo semestre del 2023 con tempi di esecuzione previsti a cavallo tra la fine del 2026 e l’inizio del 2027, è cosa facile a dire che l’ “alzare la voce” in un certo senso ci sta. Anche se spesso è mancata in questo la logica. Soprattutto se si considera che qualcuno ha pure lanciato l’idea di una “safety car” tale da “guidare” il traffico con una velocità a 80 km orari. Il che peggiorerebbe inevitabilmente la situazione stante le code che si andrebbero a produrre.
Non basta una manifestazione
Ed ecco che per il 29 ottobre i Sindaci, allargando l’invito alle categorie e alle rappresentanze politiche, hanno indetto una manifestazione che ha interessato i caselli di Noventa di Piave e Portogruaro. Con l’obiettivo di provocare un forte effetto mediatico. Affinchè, come detto da qualcuno di loro, “il governo prenda atto della situazione. E faccia tutto il possibile per accelerare i tempi per la definitiva conclusione dei lavori”. Basterà? Probabilmente no. Ma servirà quantomeno a “smuovere le acque”. Fermo restando che la strada per il completamento dell’opera è comunque ormai del tutto in discesa. E verrebbe quasi da dire che, richiamando un detto popolare, “si chiude la stalla a buoi scappati”.
I lavori sull’A4 vanno completati
Comunque tutto serve, a questo punto, per far sì che si arrivi quanto prima a garantirne l’esecuzione, ancorchè proprio di recente da Autovie Venete si è fatto notare che durante l’estate ci sono stati “più transiti, più chilometri percorsi, ma meno incidenti e meno code e non si sono verificati, pur con il traffico che ha superato i livelli prepandemici, gli incolonnamenti che nel 2019 caratterizzavano la A4”. Il merito, a detta della concessionaria, “va all’apertura della terza corsia nel tratto tra il nodo di Palmanova e Alvisopoli, 30 chilometri che si sono rivelati fondamentali per far scorrere i transiti durante l’esodo e il controesodo estivo”.
Il tasso di incidentalità
Secondo i dati della concessionaria nel periodo giugno-agosto il tasso di incidentalità, ovvero il rapporto tra il numero degli incidenti e la percorrenza dei chilometri registrati sulla rete, “è sceso da 25,1 sinistri per 100 milioni di veicoli/chilometro nel 2019 ai 19,7 di quest’anno”. Si tratta di macro-dati cui si aggiungono quelli più dettagliati relativi agli incidenti nello stesso periodo: 161 nel 2022, rispetto ai 199 del 2019.
“Gli incidenti – spiega in una nota Autovie Venete – vanno esaminati prendendo in considerazione l’intera rete, in quanto nel 2019 il tratto di cantiere della terza corsia si sviluppava dal nodo di Palmanova ad Alvisopoli. Oggi la situazione è totalmente mutata: il cantiere si è infatti concentrato nel tratto tra Portogruaro ed Alvisopoli. Questo dimostra – afferma il presidente Paniz – che la terza corsia è quanto mai determinante per garantire maggior fluidità di traffico e maggiore sicurezza, e su questo non c’è alcun dubbio, ma è anche determinante il comportamento degli utenti della strada che devono prestare attenzione soprattutto nei tratti accantierati o in prossimità dei lavori”.
A4 e il giudizio di Ferrarelli
Per la Fondazione Think Tank Nord Est, che da tempo affronta con analisi e ricerche la situazione della A4, ci sarebbe un dato sottovalutato relativamente alle cause degli incidenti che riguardano soprattutto il tratto Portogruaro – San Donà dove manca la terza corsia e sarebbe riconducibile all’incessante aumento del traffico leggero e pesante, ormai oltre i livelli del 2019. “Continuano a crescere infatti – sottolinea in una nota il presidente Antonio Ferrarelli – i flussi di auto e tir, a conferma di una ripresa economica accompagnata ad un forte incremento degli spostamenti di merci e di persone come, del resto, lo certificano le statistiche”.
Lo studio
Secondo l’ultimo studio della Fondazione, condotto sui dati di AISCAT, nel corso del primo semestre 2022 le tratte autostradali in concessione ad Autovie Venete hanno registrato livelli record di traffico sia per le auto che per i mezzi pesanti. I 210 km di competenza di Autovie Venete comprendono soprattutto i 115,4 km della A4 Venezia-Trieste, ma includono anche la A28 Portogruaro-Conegliano (48,8 km), la A23 Palmanova-Udine (18,5 km), la A34 Villesse-Gorizia (17 km) e parte della Tangenziale di Mestre (10,5 km). Le percorrenze dei tir, a livello mensile, sono state superiori a quelle del 2019 già a partire da febbraio (66 milioni di km contro 62 milioni) e si sono mantenute su livelli più alti anche in tutti i mesi successivi, nonostante il caro carburanti e la guerra in Ucraina.
L’aumento record si è registrato a marzo, con 76 milioni di km rispetto ai 69 milioni del 2019. In totale, nei primi 6 mesi dell’anno, il traffico pesante è cresciuto del 4,4% nei confronti del 2019.Per quanto riguarda le auto, invece, il sorpasso si è registrato a partire dal mese di maggio, quando si sono percorsi 145 milioni di km contro i 139 milioni del 2019. Anche in giugno le percorrenze del 2022 si sono confermate superiori a quelle di tre anni prima. Complessivamente, nel primo semestre 2022 il dato cumulato dei veicoli leggeri è ancora inferiore a quello del 2019, ma la differenza è ormai ridotta (-4,9%). Nel confronto con le altre autostrade del Nordest, la rete di Autovie Venete è quella più vicina ai livelli di traffico pre-pandemia.
Le percorrenze complessive del primo semestre 2022, infatti, sono inferiori solamente dell’1,8% rispetto allo stesso periodo del 2019. Per quanto riguarda le altre tratte autostradali: nei primi 6 mesi del 2022, il traffico della Brescia-Padova è ancora inferiore del 2,5% al dato del 2019; per l’autostrada del Brennero siamo a -2,8%; la rete di C.A.V. registra un -3,2%.
Colpa anche degli automobilisti
“Evidentemente le disattenzioni e le imprudenze degli automobilisti – afferma Ferrarelli- si verificano in un contesto già molto critico a causa del forte aumento dei veicoli, peraltro costretti a percorrere un pericoloso “imbuto” laddove la A4 Venezia-Trieste si restringe da tre a due corsie”.
L’appello al nuovo governo per la A4
Oggi la A4 Venezia-Trieste è la vera emergenza infrastrutturale del Paese – denuncia il presidente della Fondazione Think Tank Nord Est- e pertanto chiediamo al nuovo Governo e ai Parlamentari veneti di intervenire per concludere il prima possibile il passaggio della concessione alla newco e destinare le risorse necessarie al fine di accelerare i tempi di completamento della terza corsia. La Venezia-Trieste mette in comunicazione il nostro Paese con l’Europa centro-orientale: un’autostrada strategica per le imprese di tutto il Nord Italia e l’economia turistica dell’Alto Adriatico. Pensare di completare l’opera nel 2027 vorrebbe dire prolungare l’emergenza sicurezza e mettere a repentaglio gli scambi commerciali: un rischio che non si può correre. Invitiamo il neo Ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, a recarsi nella Venezia Orientale per osservare i pericoli e i disagi quotidiani con cui convivono le persone e le imprese.”
Un cane che si mangia la coda
Insomma non se vien fuori. Se da parte di Autovie Venete si mettono in evidenza dati che, pur rilevando la criticità che di fatto c’è lungo l’asse autostradale, in qualche modo riportano soprattutto alle disattenzioni degli automobilisti e dei conducenti dei mezzi pesanti. Dall’altra c’è chi invece punta il dito sia sul mancato completamento della terza corsia su un’autostrada decisamente strategica. Non solo per il Nordest ma per il Paese e sia su una carenza che ci sarebbe sul versante della sicurezza. Anche se la stessa Polizia Stradale lo ha negato sostenendo che su questo fronte sono state messi in atto tutti i controlli e gli strumenti necessari.
Zaia e Fedriga intervengono sulla A4
Resta il fatto che Luca Zaia ha già annunciato di voler coinvolgere a breve il ministro Salvini. Affermando che “la A4 corre il rischio di essere ricordata come l’autostrada della morte”. Mentre il suo collega Massimiliano Fedriga, che riveste anche il ruolo di Commissario per l’emergenza in virtù dell’istituzione di tale figura avvenuta ancora nel 2008 da parte del Governo Berlusconi affidandola in capo al presidente di turno della Regione Friuli Venezia Giulia, sta cercando di affrettare i tempi. Per far sì che subentri a partire dal prossimo gennaio, o al più tardi febbraio, a tutti gli effetti la newco Società Autostrade Alto Adriatico (costituita dalle due regioni). Che potendo contare su una concessione di 30 anni avrebbe tutte le condizioni finanziarie per dare il via al lotto mancante.
Ma il dubbio a chi scrive rimane: sarà questa la panacea di tutti i mali ovvero la soluzione per ridurre il numero elevatissimo di incidenti?
Qualche dubbio in questo senso esiste. Pur auspicando che l’opera indubbiamente necessaria venga conclusa al più presto. E la convinzione è che l’educazione e il buon senso di chi percorre l’autostrada o ci sono o non ci sono. Però questa sarebbe un’analisi troppo complessa da affrontare e il pericolo sarebbe quello di non essere compresi nel verso giusto. Per cui avanti tutta con i lavori che mancano e limitiamoci (per ora) a questo, che comunque sarebbe già fondamentale.