Giuseppina Casarin ha una voce calda e lucente, anche quando parla al telefono. La cerco per farmi raccontare per enordest.it la sua ultima, fantastica avventura: Il viaggio di Simurg, un progetto musicale, etnomusicologico e civile dalle implicazioni straordinarie. Giuseppina, Beppa per gli amici, ha collaborato nei decenni con grandissimi colleghi, da Luisa Ronchini ad Alberto D’Amico, Stefano Maria Ricatti e Gualtiero Bertelli (con cui opera tuttora), maturando un’ispirata, unica conoscenza del canto popolare veneto. Pochi titoli, tra i tantissimi: gli album Quando emigranti, Povera gente, Annicinquanta con la Compagnia delle Acque e Bertelli.
Gli spettacoli L’Orda, Odissee, Razze, Il sale e il pane. Con Edoardo Pittalis ha messo in scena, fra l’altro, La Storia di Giovanni, Maramao perché sei morto. Poi, collaborazioni con Rachele Colombo, Sandra Mangini; ricerche e percorsi sulle tappe dell’emancipazione femminile, sull’emigrazione di ieri e di oggi. Insegna Musica nelle Scuole Medie e Canto popolare al Conservatorio Pollini di Padova.
Beppa e Voci dal Mondo
Dal 2008, poi, dirige un coro dalle caratteristiche uniche, VOCI DAL MONDO, nato all’interno di un progetto sociale più esteso che ha coinvolto in questi anni la zona vicina alla stazione ferroviaria di Mestre, il quartiere di via Piave. Il servizio Etam (animazione di comunità e territorio delle Politiche Sociali del Comune di Venezia, che oggi non esiste più) ha raccolto la disponibilità di un gruppo di residenti ad iniziare un percorso che avesse come obiettivo la cura dei luoghi, ma anche delle relazioni sociali. Ecco che la musica, con il coinvolgimento di Giuseppina, è divenuta nel tempo una grande opportunità di relazioni, di scambio tra culture, di coinvolgimento: VOCI DAL MONDO è cresciuto come un coro multietnico, ma soprattutto uno spazio per comunicare la propria tradizione, la propria intenzione di esserci e scambiarsi un po’ la pelle, nella scoperta reciproca delle diverse radici.
Come tutto è nato
Qui, la mediazione di Casarin – nella costruzione di un repertorio dove ciascuno potesse sentirsi rappresentato – è stata fondamentale; un approccio laboratoriale che parte dall’ascolto condiviso dei singoli temi, per poi riprenderli nel gruppo. «Da principio, preponderante era l’apporto delle comunità slave, moldava, rumena, ucraina – racconta – in seguito, si sono aggiunti molti elementi africani, nigeriani, dalla Somalia e dalla Sierra Leone, e orientali, bengalesi, iraniani, kirghisi. È stato meraviglioso osservare come, intorno alle riunioni del coro, sia via via cresciuta una comunità di accoglienza e di condivisione, un’incredibile sinergia sociale e musicale: un autentico laboratorio cittadino di convivenza».
Alla ricerca di Simurg
Un canto nuovo, ancor oggi che il coro ha toccato i quattordici anni di vita, perché – come ripetono i suoi membri, più di una settantina di persone italiane e straniere che vi gravitano – «noi siamo voi, voi siete noi». Così, d’iniziativa in iniziativa, è maturata anche l’esperienza della Carovana della Musica Alla ricerca di Simurg, che ancora non si è conclusa. «L’idea iniziale – spiega Giuseppina – ci è venuta durante il secondo lockdown, in un incontro da remoto fra i partecipanti al coro e l’attivista Diego Saccora, che all’epoca si trovava nel campo profughi di Bihac, in Bosnia ed Erzegovina.
La descrizione di quello che, con una espressione terribile, viene chiamato “Game”, lo spaventoso percorso attraverso i Balcani che i migranti provenienti dall’Asia o dal Medio Oriente sono costretti a compiere per arrivare da noi, il freddo, la fame la paura, l’incertezza, non potevano non colpire nel profondo i ragazzi, specie quelli che avevano affrontato l’esperienza della rotta mediterranea, il trauma della traversata. “Dobbiamo fare qualcosa per loro” hanno ribadito con forza, trasformando la propria sofferenza in forza attiva. E come potevamo fare? Ci siamo chiesti insieme. – chiarisce Casarin – Si è deciso che la musica doveva essere la via maestra, perché (lo ribadiamo anche nella nostra pagina web) ci vuole una coperta per il freddo, certo; il pane per sopravvivere … ma la musica e il canto servono per sentirsi persone. Così è andata».
Beppa e il suo impegno
Da qui l’idea di promuovere una raccolta di strumenti musicali da donare ai profughi, come segno di vicinanza. Sono state in seguito contattate associazioni del territorio bosniaco che operano con i migranti e, lo scorso agosto, la Carovana si è messa in viaggio, destinazione Sarajevo. Beppa Casarin, nel raccontarlo, è soddisfatta e commossa: «Sai perché abbiamo intitolato l’iniziativa, che ha avuto anche tappe in Veneto e in Friuli per sensibilizzare su questa ennesima emergenza umanitaria, Alla ricerca di Simurg?
È una storia che si addice bene anche ai nostri tempi – commenta – È tratta da La conferenza degli uccelli, poema persiano del dodicesimo secolo di Farid al-Din ‘Attar: Simurg era un dio, capace di calmare la confusione che agita il mondo … o almeno così credevano gli uccelli, che si misero in viaggio per conoscerlo e salvarsi dal dolore e dalla fatica. Un viaggio lungo e pieno di prove, per giungere infine dove viveva Simurg e scoprire che si trattava di uno specchio d’acqua che rifletteva la loro stessa immagine. Capisci, Simurg siamo noi, tutti noi».
Al volo collettivo, diretto da Beppa hanno preso parte oltre cento partecipanti
Non solo i membri del coro (tra cui alcuni cittadini migranti da Nigeria, Camerun, Moldavia, Polonia, Messico), ma anche artisti e artiste che avevano già animato le precedenti tappe italiane: il Coro delle Cicale, il Coro Canto Spontaneo di Spilimbergo, il duo veneziano StorieStorte, l’arpista Roberta Pestalozza, la scrittrice Susanna Bissoli, l’attrice e regista Sandra Mangini, il regista Vincenzo Agosto, l’etnomusicologa Luciana Manca e la giornalista Azra Nuhefendic.
Il racconto di Beppa sulla “Carovana”
«Due delegazioni della Carovana – racconta Casarin – sono entrate nei centri di accoglienza temporanea di Ušivak e Blažuj, attualmente gestiti dall’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, che accolgono migranti in transito in attesa di attraversare i confini dei Paesi balcanici per cercare, spesso a costo della vita, di entrare nei territori dell’Unione Europea … Nel primo, che è un campo che ospita anche famiglie con bambini e minori non accompagnati, è attivo un “Social Corner” animato da volontari di Caritas Bosnia e Caritas italiana. Blažuj, invece, ospita adulti. L’approccio è stato di ascolto e di dialogo, di scambio e … di musica!
Un’altra delegazione – prosegue – ha invece visitato la sede della ONG INTERGreat World travelers community: un’organizzazione locale piccola, ma molto attiva, fondata da Sanela, una giovane bosniaca che, a sua volta, ha un passato da profuga. INTERGreat supporta i migranti in transito, fornendo assistenza (supporto legale, medico, psicologico, aiuto per reperire alloggi), oltre ad attività legate ad un inserimento lavorativo e socio-culturale. È anche un’impresa sociale, dato che gestisce alcune affittanze turistiche, i cui proventi vanno a supporto delle attività con i migranti».
A Sarajevo
Un’onda di musica e solidarietà ha invaso Sarajevo, nel resoconto di Giuseppina: concerti nei locali, performances itineranti con gli amici dell’Associazione Ritmi e danze del Mondo di Giavera del Montello che hanno aperto, nella piazza principale della città, un grandissimo telo composto dalle bandiere di tutto il mondo, simbolo di multiculturalità e di pace. Una partita di calcio con i ragazzi di INTERGreat, discussioni ed incontri; una serata conclusiva a cui hanno partecipato tutti gli artisti coinvolti nell’iniziativa.
Il progetto di Beppa continua
«Siamo rientrati da Sarajevo, ma il progetto non è concluso – interviene Beppa – Potete tutti aiutarci a concretizzare gli obiettivi di solidarietà che ci siamo proposti in questo volo: procedere, soprattutto per conoscere, portare alla luce, far sentire che c’è qualcuno in cui specchiarsi. Oggi più che mai, non abituiamoci all’ingiustizia, alla sofferenza altrui. Per questo, è attiva una campagna di crowdfunding al link https://sostieni.link/32003 a cui sarà possibile contribuire».
In attesa della tappa veneziana, ancora non ci sono le date, ma è sicuro che avrà luogo: perché Simurg, non scordiamolo, siamo tutti noi.
Associazione Coro Voci dal Mondo
Ass.corovocidalmondo@gmail.com
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Tel. +39 3333006466
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