“Fisico poderoso sorretto da una grande conoscenza della laguna. Nato nel 1935. Buranello ora pellestrinotto”. Così veniva definito nel libro del 1982 “Regate e regatanti”, edito dal Comune di Venezia. Era l’inizio di una scheda storica dedicata a Sergio Tagliapietra detto Ciaci. Il più grande regatante del ‘900. È morto nella sua Pellestrina all’età di 87 anni. Fino alla fine aveva continuato a fare l’istruttore di voga alla veneta per le ragazze e i ragazzi della Remiera Pellestrina. Ragazzi che forse da grandi sognavano di diventare un mito come lui, con oltre 200 bandiere rosse conquistate nella sua carriera cominciata nel 1953. Ad appena 18 anni vinse in quella stagione di sconosciuto esordiente le due più importanti regate su gondole a un remo, Santi Giovanni e Paolo e Murano, entrando così nella porta principale dei campioni. Difficilmente sarà raggiunto il suo record di vittorie. Canottiere olimpico nel 1956 a Melbourne e nel 1964 a Tokyo. Un atleta esemplare.
Per tutti Ciaci
Per le persone di una certa generazione Ciaci era sinonimo di eroe popolare. Con Strigheta fece coppia in tante Regate storiche diventando un mito, anche nelle critiche. Come quella volta che indossò la maglietta della Coca Cola in tempi proibiti per gli sponsor, o come quando con il suo compagno Strigheta, erano talmente irraggiungibili che si fermarono a mangiare un grappolo d’uva lanciato dai sostenitore all’altezza del Ponte di Rialto.
La sua storia
Aveva avuto una infanzia irripetibile per un pescatore lagunare. Ad appena 10 anni suo padre gli affida la pesante caorlina da seragia, per portare ad un remo il pesce dalla laguna nord, ai mercati di Casale sul Sile e Treviso. Parte anche di notte e per ripararsi dal freddo accende un piccolo fornello a carbone a prua della barca. Il sogno di Ciaci però è quello di diventare un campione del remo. A Burano, i miti erano Ciapate, Bastasi, Scuciareto, i Crea. Campioni locali osannati dalla popolazione che si divideva in tifoserie come fossero star del calcio. Nel 1953, come accennato, partecipa, non ancora 18enne alla sua prima regata. È talmente primo, distaccato dal secondo che i giudici hanno dubbi sulla sua vittoria. Vincerà successivamente tutto quello che c’era da vincere quell’anno, compresa la regata dei campioni di Murano. Mai un ragazzo aveva osato battere i mostri sacri della laguna.
Ciaci un uomo semplice
Ciaci era un semplice, aveva diritto alla licenza di gondoliere, ma la sua timidezza non gli permetteva di confrontarsi con i turisti.Si presentò alla Regata storica per l’ultima volta con il compagno Palmiro Fongher nel 1988. Erano due vecchietti, ultracinquantenni e nessuno puntava sulla loro vittoria. Quando vinsero l’ennesima bandiera rossa, piansero come due bambini e si abbracciarono, perfino il sindaco Antonio Casellati si commosse con loro.
Il ritratto
Un ritratto del pittore Andrea Pagnacco lo ritrae secondo una tradizione antica con le bandiere rosse in mano. Ciaci è così entrato nella storia di Venezia.