“La poesia è la parola dei secoli”. Citazione di Niccolò Tommaseo. Il celebre scrittore, linguista e patriota nasceva in questi giorni a Sebenico, il 9 ottobre 1802. Il suo nome letterariamente è legato al corposo Dizionario della Lingua Italiana, al Dizionario dei Sinonimi, al capolavoro “Fede e bellezza”, ma soprattutto all’attività di patriota, sempre nel mirino della polizia asburgica, ripetutamente arrestato per le dichiarazioni sulla libertà di stampa e il diritto ad avere leggi che non la limitassero. Viene poi liberato assieme a Daniele Manin durante l’insurrezione contro gli austriaci.
Tommaseo e Manin per entrare alla Lovat
Questo incipit sulla libertà è in sintonia con il podio della settimana, entriamo quindi nel nostro luogo del cuore dove i libri profumano di caffè e la linea dell’orizzonte è infinita come il piacere della lettura: la Libreria Lovat, con le due belle sedi a nordest, Villorba (Treviso) e Trieste.
Ecco la classifica che ci ha preparato con i dieci titoli più venduti e apprezzati.
- Scurati – M. Gli ultimi giorni dell’Europa – Bompiani
- Zannoni – I miei stupidi intenti – Sellerio
- Cazzullo – Mussolini il capobanda – Mondadori
- Tuti – Come vento cucito alla terra – Longanesi
- Manzini – La mala erba – Sellerio
- Polzin – Quattro galline – Einaudi
- Aoyama – Finché non aprirai quel libro – Garzanti
- Jackson – Come uccidono le brave ragazze – Rizzoli
- Bussola – Il rosmarino non capisce l’inverno – Einaudi
- King – Fairy Tale – Sperling & Kupfer
Al primo posto
Sempre in testa Antonio Scurati, grazie al nuovo romanzo che appartiene alla serie bestseller dedicata al fascismo e a Benito Mussolini. “M. Gli ultimi giorni dell’Europa”(Bompiani).
1938 – 1940, il triennio drammatico che va dalle leggi razziali all’alleanza con la Germania nazista. Blasonato da numerosi riconoscimenti, Premio Strega e Premio Campiello, Antonio Scurati è un napoletano che ha vissuto circa vent’anni a Venezia, città che ha scelto per il suo romanzo dallo stile post apocalittico “La seconda mezzanotte”.
Resiste il Campiello
Il premio Campiello 2022 suscita ancora grande interesse da parte del lettore, probabilmente affascinato dall’originalità della storia e del linguaggio: i grandi temi universali come la paura del tempo e della morte trovano ambientazione in un bosco dove la protagonista è una faina. “I miei stupidi intenti” (Sellerio) scritto dal giovanissimo autore ligure Bernardo Zannoni.
Bronzo sempre a uno storico
Il terzo posto, mantenuto saldamente dal giornalista e scrittore Aldo Cazzullo, sottolinea l’interesse del pubblico per la nostra drammatica storia recente: “Mussolini il capobanda”(Mondadori). Un sottotitolo eloquente: Perché dovremmo vergognarci del fascismo.
In questo saggio Cazzullo cerca di sfatare un luogo comune: non è vero che tutti gli italiani sono stati fascisti. L’elenco delle vittime illustri è eloquente: Matteotti, Gobetti, Gramsci, Amendola, don Minzoni, Carlo e Nello Rosselli.
Irrompe Manzini
Dall’orizzonte cupo della storia, al buio assoluto della narrazione, arriva in classifica Antonio Manzini, universalmente noto per le storie noir con il poliziotto borderline Rocco Schiavone.
Il suo nuovo romanzo descrive l’Italia più nera e cattiva e il male come unica possibilità di riscatto: “La mala erba” (Sellerio).
La protagonista ha solo 17 anni, una ragazza triste e senza futuro, schiacciata dalla povertà e dalla discriminazione di persone prepotenti che sfruttano le persone e il territorio dove lei vive. Alla parete della sua cameretta, c’è il poster inquietante di una donna lupo: capelli lunghi, occhi gialli, artigli. Un destino tragico sta per abbattersi sulla ragazza, ma in seguito a questo, si vendicherà proprio come una donna lupo. Mistero e fascino in sospensione, dall’inizio alla fine.
E se una donna lupo entrasse in un pollaio?
Domanda retorica per illustrare il nuovo ingresso nel medagliere: “Quattro galline” (Einaudi).
Ecco come “The New York Times” descrive il romanzo della scrittrice Jackie Polzin: “Pieno di sfumature, umorismo e stravaganza. Polzin scrive magnificamente”. Un romanzo spiritoso e commovente allo stesso tempo. Grazie alle galline, che nel loro occhio custodiscono la verità del mondo, la scrittrice racconta la lotta contro la solitudine, la difficoltà a comunicare, la maternità agli inizi del XXI secolo e la necessità di prendersi cura degli altri. Una meditazione universale che prende vita dal punto di vista delle galline. Scopriremo che non sono meno affascinanti e blasonate di colombe e pavoni.
L’autrice
Jackie Polzin, laureata in Scrittura creativa, vive attualmente a Saint Paul nel Minnesota con il marito e i figli. Questo è il suo primo romanzo, già balzato in vetta alle classifiche internazionali.
Bussola torna in classifica
I titoli dei libri sono spesso evocativi, contribuiscono ad aumentare il fascino di un racconto, come quello dello scrittore veronese Matteo Bussola che torna in classifica dopo una bella stagione sempre in vetta: “Il rosmarino non capisce l’inverno” (Einaudi). Fumettista, scrittore e conduttore radiofonico, Matteo Bussola è laureato in architettura, lavora per molte case editrici di fumetti a livello internazionale. In questo romanzo le donne sono protagoniste e lui spiega in questo modo la scelta del soggetto: “Ho deciso di scrivere di donne perché non sono una donna. Perché ho la sensazione di conoscerle sempre poco, anche se vivo con quattro di loro. E perché è più utile scrivere di ciò che vuoi conoscere meglio, invece di ciò che credi di conoscere già”.
Un omaggio a Annie Ernaux
Prima di salutarci, onoriamo in questa classifica il nuovo Premio Nobel per la letteratura assegnato il 6 ottobre, vinto dalla scrittrice francese Annie Ernaux: “per il coraggio e l’acutezza clinica con cui ha svelato le radici, le alienazioni e limitazioni collettive della memoria personale” si legge nella motivazione. La scrittrice è una delle voci più rappresentative del panorama culturale francese.
C’è anche un legame con Venezia, infatti il film che ha vinto il Leone d’oro alla Mostra del Cinema 2021 è tratto dal suo romanzo autobiografico: L’Événement.
Annotazione statistica, la Francia è il paese che ottenuto più Nobel per la letteratura nella storia di questo premio prestigioso.
Chiusura con un’altra citazione di Niccolò Tommaseo: “Libertà è conoscere i limiti propri e gli altrui: questi e quelli difendere”.
Buona lettura!
Dott.ssa Elisabetta grazie per questo aggiornamento letterario settimanale visto dall’osservatorio della prestigiosa Libreria Lovat che scopro essere conosciuta e apprezzata da molte persone con cui mi capita di parlare. Tra i testi che ci ha presentato questa settimana ha suscitato il mio interesse il racconto di Antonio Manzini La Mala erba. Sono molte le persone, uomini e donne, che per ragioni economiche e culturali sono sopraffatte da prepotenti o potenti.
Però sapere che la protagonista, sia pure con l’aiuto della natura canina, saprà riscattarsi e migliorare la sua condizione è un percorso verso la libertà, diversa da quella auspicata da Niccolò Tommaseo, ma comunque è un termine che può essere coniugato in vari modi. Domando per conto di un amico che non vuole commentare il testo di Aldo Cazzullo: “nel sottotitolo non c’era un punto interrogativo finale”?