Dagli Stati Uniti alla Francia, a Vétheuil per la precisione, perché “dipingere è quello che mi consente di sopravvivere”. Sono parole di Joan Mitchell, artista assimilabile all’espressionismo astratto statunitense di Willem de Kooning, Jackson Pollock e Hans Hofmann. Nelle sue opere le pennellate di colore sono ampie quasi ad abbracciare uno stato d’animo per connotarne gli aspetti più reconditi di una personalità poliedrica e originale.
Chi è Joan Mitchell
Classe 1925, Mitchell nasce a Chicago. Sono forse i genitori a influenzarne la ricerca artistica, la curiosità per l’Europa e l’amore per la “dolce Francia”. La madre di Joan Mitchell, Marion Strobell era una poetessa e scrittrice mentre il padre, James Herbert, era medico appassionato d’arte.
Joan Mitchell; non solo pittura
Poesia e pittura, due linguaggi che nell’immaginazione della giovane Joan si sposano con la bellezza, il ritmo del verso con la definizione del gesto pittorico. Fin da bambina compone poesie e si appassiona alla lettura e al disegno. Dedita allo sport, equitazione e pattinaggio artistico, Joan fa del proprio corpo lo strumento fisico della sua pittura intensa e “muscolare”. Mitchell studia a Chicago alla School of the Art Institute, conscia che la scena artistica si sta muovendo creando una modalità tutta americana, si trasferisce a New York.
L’incontro con Barney Ross
Qui con Barney Rosset condivide uno studio in downtown, si sposano all’inizio degli anni ’50, si separeranno molto presto nel 1952.E’ in questo periodo che Joan sente il richiamo della Francia, si trasferisce a Parigi dove affitta uno studio, nel frattempo la critica si accorge di questa artista talentuosa e innovatrice. Mitchell ebbe l’opportunità, tra le poche donne artiste, di far parte del celebre The Club, il ritrovo newyorchese degli espressionisti astratti, luogo in cui si discuteva di arte e si gettavano le basi della pittura del futuro.
Joan Mitchell e Leo Castelli
Fu, però, l’incontro col grande collezionista d’arte Leo Castelli al circolo degli artisti del Greenwich Village a far decollare l’arte di Mitchell nell’universo mondo. Castelli si appassiona alle enormi tele di Joan, al suo segno che incide la tela e trasporta chi l’osserva in un mondo naturale quasi magico. La natura trasuda colore, il gesto energico e preciso di Mitchell emerge prepotente e aggressivo dalle sue opere. Ed è soprattutto il ritmo ad essere pervasivo, quello stesso ritmo che Mitchell apprende nella metrica delle poesie che compone sin dalla più tenera età.
Lo stile
Le pennellate sono ampie, il colore si insinua con volute senza soluzione di continuità. La struttura delle opere dell’artista di Chicago è costituita da blocchi di colore sui quali Mitchell costruisce cattedrali cromatiche che circoscrivono il suo mondo poetico e paesaggistico.
Sunflower
Lo si può constatare guardando una delle sue opere più emblematiche: “Sunflower” del 1972, in cui l’improvvisazione del gesto diviene parte centrale di tutta l’opera. E’ la memoria che guida la mano di Joan Mitchell, un ricordo di un paesaggio, qualcosa che penetra nell’inconscio e si trasmette, quasi empaticamente, sulla tela quasi in uno stato di trance. Lo stato d’animo, l’emozione sceglie la paletta cromatica, calibra l’equilibrio della luce e del colore.
Joan Mitchell e il rapporto con la Francia
Quando decide di stabilirsi in Francia, negli occhi dell’artista americana permane la tonalità dei grandi cieli del suo paese, cieli in cui la luce si staglia abbacinante e in cui le nuvole si muovono come mandrie di bufali nella prateria. Le dimensioni ampie della natura americana ritornano nelle grandi tele dipinte da Mitchell nel suo studio e buen retiro francese, in cui sperimenta e dipinge febbrilmente, tra le mani l’eterna sigaretta accesa. Nelle opere di Joan Mitichell si ritrovano la lezioni dei grandi maestri amati e studiati appassionatamente. Ecco apparire il segno di Matisse, lo studio della luce nel paesaggio di Van Gogh, tutto si mescola e si distilla nello sguardo di Joan.
Un successo mondiale
Le opere di Joan Mitchell sono esposte nei principali musei d’arte contemporanea dal Centre Georges Pompidou di Parigi al Moma di New York, alla Tate Modern Gallery di Londra, una bellissima collezione è visitabile anche al Museo d’arte moderna di Baltimora.