Alcuni politologi e opinionisti autorevoli – abitualmente anche al di sopra delle parti – non sono convinti che la destra abbia il successo previsto dai sondaggi, nonostante il vantaggio che gli avversari le hanno stoltamente concesso dividendosi in tre o quattro gruppi, mentre la legge elettorale prevede una competizione bipolare. Ma i mediocri antepongono le ambizioni personali all’interesse del paese. Per di più Conte, Calenda, Renzi, Demagistris e Fratoianni continuano a beccarsi tra loro e tutti quanti beccano Letta anziché argomentare contro gli avversari naturali. Comunque, solo tra poche ore conosceremo il risultato delle nostre scelte. Siccome siamo noi ad averle decise, d’ora in poi è vietato lamentarsi.
Vietato lamentarsi visto che si è parlato d’altro
Lo scetticismo degli osservatori nasce dalle ultime battute di questa strana campagna elettorale, occupata più dalle vacanze estive, dalle interminabili esequie della regina Elisabetta, dai problemi di classifica di Inter e Juve, dagli stracci che volano in casa Totti che dal dibattito politico.
Però, proprio in questi ultimi giorni, se non distratti dagli argomenti estranei ai problemi del paese, gli elettori hanno certamente notato che Fratelli d’Italia e i due partiti sodali non sono più tutti per uno e uno per tutti, come fino a qualche giorno fa sembravano. Sono in disaccordo su quasi tutti problemi fondamentali. Sul reddito di cittadinanza, per esempio, mentre Meloni è decisa ad abolirlo, Salvini vuole mantenerlo ma migliorandolo, Forza Italia addirittura intende estenderlo a tanta altra povera gente, per combattere davvero la povertà. Inoltre, Meloni ha mostrato recentemente un’insolita insicurezza, lamentando che la sinistra incita all’odio contro di lei. In realtà, nessuno ha mai sentito che il razzismo e il sessismo nascano dal PD, ma, anzi, per la verità, più che altro dalla destra.
Anche la Russia?
In questi giorni si è appreso da una rivelazione dell’intelligence americana che negli ultimi anni la Russia ha investito 300 milioni di dollari per finanziare partiti di paesi occidentali in modo da condizionarne la politica. Tanto da avere facilitato nel 2016 la vittoria di Trump contro la Clinton. Salvini ha incautamente reagito subito dicendo che avrebbe querelato il primo che avesse fatto il suo nome, mentre Meloni e Berlusconi hanno negato, ricordando che era l’URSS a dare soldi al PCI. Ma, se denaro è arrivato in Italia, non è certamente andato ai partiti di sinistra che sono i più accaniti contro l’aggressione dell’Ucraina e non hanno simpatie né, a differenza di altri, legami con la Russia. Infine, sempre in questi giorni, c’è stata un’inappropriata difesa di Meloni sul biasimo dell’Unione Europea nei confronti di Orban, accusato di non garantire agli ungheresi i diritti fondamentali.
Vietato lamentarsi anche delle decisioni europee
La scorsa settimana il Parlamento Europeo ha approvato a larga maggioranza la proposta di Ursula von der Leyen di ridurre i contributi europei all’Ungheria finché la stampa non sarà liberà, il potere giudiziario non sarà indipendente e le donne non avranno gli stessi diritti degli uomini. Il gruppo della Meloni e quello di Salvini hanno votato contro la proposta sostenendo – la Meloni – che Orban è democratico perché è stato liberamente eletto e aderisce al PPE. Non dice, però, che dopo essere stato eletto ha gestito male il potere che il popolo gli ha accordato, trasformando la democrazia, che il paese aveva raggiunto col crollo dell’URSS, in un’altra dittatura.
Un brutto esempio storico che fa riflettere
Anche Hitler fu eletto democraticamente e poi se la prese con l’Europa intera, oltre che con ebrei, zingari, gay e disabili. Per di più l’Ungheria di Orban è il solo paese dell’Unione Europea a solidarizzare con Putin e giustificare l’invasione dell’Ucraina. Inoltre, Salvini, che adesso cerca di prenderne le distanze, ha sempre detto di essere un ammiratore dalla politica familiare ungherese, che sarà il modello da adottare in Italia. Il progetto che gli piace tanto consiste nell’incrementare le nascite e tante altre iniziative per favorire l’aumento della popolazione. Gli è sfuggita, però, l’intenzione di Orban di relegare la donna quasi unicamente al ruolo di chioccia e governante della casa. Infatti, vuole limitare l’accesso delle donne all’università perché non continuino a occupare i posti di lavoro degli uomini.
I sondaggi
C’è stata pure un’infelice esultanza della Meloni quando – certa che i sondaggi si realizzeranno – disse che per l’Europa la pacchia era finita. Cioè che, come se fosse un corpo estraneo e non l’estensione del nostro paese, col suo avvento al governo, l’Europa non potrà più controllare né sindacare il modo in cui l’Italia spende i contributi che ci vengono elargiti. Come in qualsiasi azienda associata, come in un condominio, come nel matrimonio i partner debbono essere informati dell’andamento della società.
A questo proposito si sono nuovamente divise le posizioni degli alleati
Salvini sostiene che è meglio occuparsi dei problemi italiani anziché di quelli ungheresi. Mentre Berlusconi, avverte che, se la politica dovesse prendere una piega ostile all’Europa, Forza Italia non sosterrebbe l’eventuale governo degli alleati. Ogni volta che un autorevole giornale straniero definisce Fratelli d’Italia un partito post fascista, la Meloni accusa il PD di informare e istigare la stampa straniera contro di lei. Come se Financial Times, Bill Zeitung, New York Times e altri grandi quotidiani stranieri vivessero sulla luna e non seguissero la politica europea e italiana. Non è neppure un mistero che la Meloni faccia il tifo per l’estrema destra euroscettica e ultranazionalista spagnola, addirittura franchista. In sostanza, mentre fino alle precedenti settimane i sondaggi l’avevano rassicurata del successo elettorale, è passata al vittimismo, che indica insicurezza e incertezza.
Ora se va male vietato lamentarsi
Ma non è più possibile valutare l’incidenza di questi nuovi elementi dato che ormai è sospesa da diversi giorni la ricerca e la pubblicazione di nuovi sondaggi. È riemersa anche la questione femminile, che la Meloni ritiene di non dovere illustrare, essendo lei stessa una donna. Ma le donne sono più attente alla campagna elettorale per ciò che le riguarda. Essendo la società notoriamente maschilista e molto penalizzante per le donne che guadagnano di meno, faticano di più degli uomini in carriera per il tempo che la maternità sottrae e perché, purtroppo, molte di loro sono vittime di aggressioni e persino di massacri.
È vero che la Meloni è una donna, ma il suo è un partito di uomini
C’è qualche parlamentare donna, ma nessuna è accanto a lei con una carica autorevole e di prestigio. Persino i nuovi entrati, che saltano sul carro del probabile vincitore e che Fratelli d’Italia deve accogliere a malincuore essendo carente di personalità, sono solo uomini. Teme che un’altra donna – magari più preparata – possa metterla in ombra? Quindi, è legittima la sensazione che abbia un problema con le donne non solo perché è conservatrice, ma perché non è affatto dalla parte delle donne, come vuole fare credere.
Tant’è vero che alla questione femminile è legato anche il problema dell’aborto
Come un prelato che si intromette nella laicità dello stato, la Meloni sostiene di non volere abolire la legge 194, che dà diritto alla donna di abortire. Vuole imporre, però, anche a chi rimane incinta a seguito di violenza, di ascoltare il battito del cuore del feto perché capisca che sta uccidendo la vita del figlio. Una crudeltà che non è mai stata applicata, essendo già un dramma scegliere la soluzione molto dolorosa per chiunque di abortire. Intanto, Salvini continua a candidarsi come Premier ed è sicuro che Mattarella affiderà a lui l’incarico di formare il governo in caso di vittoria della destra, anche per ricambiare il favore che gli fece in occasione delle elezioni presidenziali.
Anziché proporre un candidato di centro destra, propose al parlamento di eleggere Mattarella che è di centro sinistra. Berlusconi, che, per motivi di età e di salute, non ambisce più alla presidenza del Consiglio che ha guidato per 12 anni, è scettico sull’incarico alla Meloni, che non ha l’esperienza, né la maturità e neppure la cultura necessarie. Una cosa è il dibattito nel quale possiede un’abilità dialettica particolare perché lo pratica sin da ragazza, un’altra è la responsabilità dell’economia e della politica estera.
Chiunque vinca, vietato lamentarsi
Dio, patria, famiglia è un motto creato da Giuseppe Mazzini (1805-1872), che 160 anni fa era di effetto. Oggi, adottato Fratelli d’Italia, è obsoleto e antistorico. Infatti, Salvini e Berlusconi per primi, di famiglie ne hanno diverse e nessuno se ne stupisce né si scandalizza. Ma gli elettori potranno scegliere la famiglia e il Dio che gli conviene? Siamo noi oggi a deciderlo. Perché la Meloni, difendendo sempre a spada tratta e senza dubbi le proprie convinzioni, nega qualsiasi diritto alle minoranze.