Mi chiamo Enrico Cappelletti, ho 54 anni, sono nato a Padova, sono sposato e papà di due meravigliosi bambini. Faccio il consulente aziendale, mi occupo di sostenibilità ambientale e coordino ed assisto un gruppo di 60 aziende, accomunate dall’aver scelto di investire in percorsi di sostenibilità. Dal 2013 al 2018 sono stato senatore e ho fatto parte della Commissione giustizia. Da quelle battaglie è nato il manifesto anti-corruzione del M5S, contenente due mie proposte di legge, come il “daspo ai corrotti” e la sospensione della prescrizione (entrati entrambi nella legge “Spazzacorrotti” del Ministro Bonafede).
NO a una giustizia che umilia
Mi sono battuto per il No al referendum costituzionale di Renzi, contribuendo ad una vittoria che non era affatto scontata, e naturalmente per il Si al referendum sul taglio del numero dei parlamentari, boicottato di fatto da tutte le forze politiche, ma non dai cittadini, che con l’esito ampiamente favorevole ci hanno voluti premiare.
La mia lotta per una giustizia che difende gli onesti
Al di là dell’attività nelle aule del Parlamento, ho avuto l’onore per 5 anni di affiancare cittadini, comitati ed associazioni che si battono per la difesa del loro territorio. Ho depositato esposti alle Procure e portato i responsabili di scempi ambientali a risponderne in Tribunale. Ho fatto la mia parte nel denunciare l’inquinamento da Pfas, quando non lo faceva nessuno.
Le mie battaglie
Mi sono battuto per contrastare la realizzazione di grandi speculazioni edilizie, ho contribuito a far emergere la verità sull’affaire Pedemontana Veneta, una superstrada a pedaggio che dovrebbe costare 2,258 miliardi ma che impatterà sulle tasche di automobilisti e Regione per oltre 13 miliardi. Ho affiancato i comitati schierati a difesa delle valli insidiate dalla Valdastico Nord ed ho avuto il privilegio di presentare l’esposto dal quale, secondo il Procuratore capo di Vicenza, sono partite le indagini su BPVI e Veneto Banca.
Giustizia per i truffati
Ho combattuto perché ai risparmiatori truffati venisse riconosciuto un indennizzo: da questa battaglia è nato il FIR, Fondo Indennizzo Risparmiatori, con un miliardo e mezzo di euro, quando è bene ricordarlo, il PD proponeva al massimo poco più di un caffè e la Lega, con il suo sottosegretario, una detrazione fiscale.
Il mio ruolo
Dopo 5 anni di battaglie in Parlamento e nei territori, nel corso della XVII legislatura, abbiamo contribuito a portare il Movimento 5 Stelle al 32%. Nel 2020 sono stato il candidato M5S alla Presidenza della Regione Veneto, su mandato di oltre 800 attivisti ed iscritti che mi hanno onorato della loro fiducia. Sapevo fin dall’inizio che non sarebbe stato facile, ma ci sono battaglie che vanno combattute comunque, semplicemente perché sono battaglie giuste.
Su cosa punto
Il mese scorso mi sono presentato alle elezioni primarie del M5S, per la selezione dei candidati alle elezioni politiche 2022: sono risultato il candidato più votato in Veneto per la Camera del Deputati. Concorro, dunque, oggi come capolista, nella circoscrizione Veneto 2. Queste le principali ragioni della mia candidatura: con il M5S stiamo facendo una rivoluzione che sta cambiando il Paese per le generazioni future. Avere l’opportunità di dare un contributo a questo cambiamento è per me il più grande privilegio che si possa avere. I temi principali a cui dedicherò il mio impegno sono ambiente, lavoro e giustizia.
Voglio una giustizia che non umili i deboli
Siamo l’unica forza politica credibile che possa parlare di tutela ambientale e di contrasto al riscaldamento globale. Le riforme che abbiamo portato avanti, parlano da sole: dalla tutela dell’ambiente in Costituzione, alla legge sugli ecoreati (che ha introdotto il reato di disastro ambientale nel nostro ordinamento), alla legge salva mare, al superecobonus, alle comunità energetiche. Un insieme di misure per non lasciare alle generazioni future un pianeta peggiore di quello che abbiamo ricevuto noi.
Obiettivo 2050
Nel nostro simbolo politico compare una data che è anche simbolo di queste battaglie, 2050: rappresenta l’obiettivo concordato a livello internazionale per il raggiungimento delle emissioni zero di CO2, per contrastare il fenomeno del riscaldamento globale, ma rappresenta anche un diverso approccio alla politica: dobbiamo agire ora, pensando allo sviluppo del nostro Paese per i decenni a venire.
Giustizia è anche lotta al precariato e civiltà
Il lavoro è al centro dell’agenda politica del M5S, ma il lavoro deve essere dignitoso. La nostra forza politica ha fatto del lavoro e della lotta al precariato un faro, una bandiera. Il lavoro precario si porta via la vita dei nostri giovani, che non possono programmare il loro futuro, non possono accendere un mutuo, non possono mettere su famiglia, pagarsi una pensione. Dobbiamo rendere più conveniente stipulare contratti a tempo indeterminato, incentivando questa forma contrattuale, rendendo il lavoro a termine meno conveniente. Basta salari da fame da 3 o 4 euro lordi all’ora. E’ venuto il tempo anche per l’Italia, seguendo l’esempio di altri paesi europei, di introdurre un salario minimo al di sotto del quale non si possa andare. E’ una battaglia di civiltà.
Lotta alle mafie: una giustizia che non deve premiare i furbi
Non da ultimo, il M5s è l’unico partito che parla di lotta alle mafie, alla corruzione e all’evasione. Non parlare di lotta alle mafie significa rafforzare le associazioni criminali. Sulla giustizia c’è indubbiamente molto da fare, se non c’é giustizia non c’é stato di diritto. Il processo deve essere breve, ma l’alibi del processo breve non può portare al suo annullamento. Siamo davanti a una sfida epocale, che richiede la mobilitazione di tutti. Occorre opporsi al modello di giustizia che premia i furbi ed umilia gli onesti. La differenza la farà il nostro impegno e la nostra capacità di mobilitazione. Assieme, naturalmente, al risultato delle urne.