Dopo la crisi di Governo molte cose sono cambiate e non sempre in positivo. Adesso si rischia il lockdown energetico e bollette “super” per privati e aziende. Se prima si affermava che in Veneto i bonus stavano dando ottimi risultati in termine di adesione e quindi di riqualificazione, adesso la situazione è cambiata. Abbiamo sentito in esclusiva per enordest.it Michele Basso, direttore di Confartigianato Belluno.
Basso, in pratica che sta succedendo?
“Sta succedendo che le aziende e le PMI dopo aver affrontato la situazione pandemica ora si ritrovano a far fronte ai rincari delle materie prime e dell’energia. Qualcuna con rincari anche del 50% o 100% tanto che molte aziende stanno pensando di chiudere perché non in grado di sopportare questi costi spropositati di gas e di luce. Ora siamo in attesa di una presa di posizione da parte della Ue per evitare la catastrofe che porterebbe alla rovina del nostro tessuto economico. Per le zone montane lo scenario è ancora più preoccupante perché l’inverno è già iniziato e i costi si vedranno da subito”.
Basso non c’è il rischio di trovarsi in austerity come negli anni ’70?
“Il rischio c’è e se non ci sono altre situazioni e se questa “bolla” non si risolve subito. Ma se nella vita quotidiana si possono trovare soluzioni più semplici, per le aziende è invece necessario ripensare a una riqualificazione energetica che in Italia non è mai stata affrontata seriamente. Le aziende stanno dimostrando tenacia nel voler restare aperte. Ma bisogna guardare al futuro per dare loro strumenti per affrontare il problema. Faccio un esempio: dal piccolo forno all’azienda che produce materiali necessari e che non riesce per i costi a far fronte alle domande. Naturalmente come associazione di categoria abbiamo l’obbligo di stare accanto alle imprese con misure di credito, di analisi, di accedere alle comunità energetiche dobbiamo fare il possibile affinché non chiudano”.
Come vede la situazione in Veneto?
“In Veneto i dati che abbiamo sono quelle di aziende che tengono duro ma che sanno che la situazione è difficile. Solo che il Veneto ha come fondamenta economica un tessuto fatto più da piccoli imprenditori e PMI che da grandi aziende. Qui si tratta di cercare una soluzione comune per tutti. Faccio un esempio. Pochi giorni fa un ristoratore si è visto arrivare una bolletta da 20.000 euro. Poi nei giorni scorsi il Governo ha fatto uno scostamento di bilancio proprio per questo problema e speriamo serva almeno a dare una boccata di ossigeno alle nostre imprese prima di trovare una soluzione definitiva sia a livello italiano che europeo”.
Basso cosa occorrerebbe ora?
“Intervenire nell’immediato. A Bruxelles dovrebbero incontrarsi a giorni e speriamo che trovino una soluzione che riesca a far superare la crisi che stiamo vivendo senza ricadute per le nostre aziende. E non solo bellunesi. Le aziende sono pronte a valutare anche il fotovoltaico e altre forme di energia ma servono incentivi importanti e veloci”