Ne avevamo parlato come un imprenditore illuminato nell’articolo https://www.enordest.it/2022/08/07/illusioni-e-errori-di-una-campagna-elettorale/. Bertone produce l’Acqua Sant’Anna e guadagna molto. Ma a differenza degli altri, si rende conto che da un po’ di tempo operai e impiegati hanno un’espressione triste. Il rendimento ne risente perché chi è contento produce meglio e di più. Dopo l’inflazione che divora le buste paga e gli aumenti dei costi energetici ora ci si mette di mezzo la siccità. Nonostante questo lui regala una mensilità in più ai suoi 200 dipendenti. «Spero lo facciano anche altri, dice. La gratifica non è denaro regalato ma investito nel sorriso di uomini e donne con cui trascorriamo la vita». Ora il grido di allarme. «Mi dispiace molto ma l’acqua frizzante è finita». Nell’estate della grande sete dei fiumi e in mezzo al guado della guerra per l’acqua, tra furti con idranti per riempire le cisterne e agricoltori che sgomitano per bagnare risaie e campi di grano, Alberto Bertone, patron di Acqua Sant’Anna, dà il colpo di grazia ai consumi e all’orgoglio della tavola nazionale annunciando che dovremo fare a meno anche delle bollicine. Noi di enordest.it siamo andati a chiedere i motivi.
Bertone come mai questa scelta
«Non solo scarseggia l’acqua nelle sorgenti ma non si trova nemmeno l’anidride carbonica per produrre la frizzante, quindi sono obbligato a chiudere gli impianti fino a data da destinarsi. L’uscita, seppur in un terreno scivoloso come quello dell’acqua che non c’è più, è una faccenda piuttosto seria. Non solo perché siamo i primi consumatori in Europa di minerale, con 222 litri procapite l’anno (di cui 30% con gas), ma perché in Piemonte l’oro blu è una fiorente industria che sforna quasi 3 miliardi di bottiglie l’anno. Di queste, 1,5 miliardi, sono etichette del gruppo Fonti di Vinadio».
Alberto Bertone, siamo in emergenza idrica. Non piove e manca l’acqua. Perché dovremmo preoccuparci delle bollicine?
«Perché è tutto legato a doppio filo. In Italia c’è un solo grande produttore di Co2 industriale, si trova a Ferrara. La crisi energetica mette in ginocchio tutti. Quest’azienda ha smesso di produrre anidride carbonica perché il costo della bolletta è troppo alto. La poca che c’è va agli ospedali. E noi siamo rimasti senza».
Senza frizzante possiamo sopravvivere. Senz’acqua no. Non la preoccupa la crisi idrica?
«Moltissimo, sono terrorizzato. In autunno vedremo il vero volto della siccità. Le nostre sorgenti soffrono già da mesi. Ma se non piove, non nevica e i ghiacciai si restringono ci rimane poco da fare. Sicuramente noi non chiuderemo l’anno con aumento produttivo».
Fa molto caldo. I consumi non dovrebbero aumentare?
«Dovrebbero. Ma tutte le linee di imbottigliamento sono in difficoltà e per ragioni diverse. I costi impazziti della logistica e delle materie prime, dalla Co2 in poi, ci hanno fatto cancellare alcune consegne, ad esempio in Sicilia. I supermercati si lamentano ma noi dobbiamo fare i conti con la sostenibilità sia ambientale che economica».
Bertone, l’acqua diventa un lusso?
«In un certo senso sì. Ce ne stiamo rendendo conto in questi giorni. Siamo stati abituati a poter disporre di risorse naturali a prezzi molto contenuti, domani non so».
Lo dice perché potrebbero essere riviste le concessioni regionali delle minerali? Oggi il costo è molto basso
«Basso? Non mi sembra. Verso nelle casse regionali 3 milioni di euro l’anno, che fanno 30 milioni in dieci anni. Inoltre sul territorio, in queste valli cuneesi, ci siamo solo noi a dare occupazione. Siamo gli unici a investire in montagna».
Resta il fatto che consumiamo tanto: siamo i primi in Europa per consumi di minerale procapite e i primi per quelli di acqua potabile. In questo contesto dobbiamo fare un passo indietro?
«Dobbiamo consumare in modo sostenibile. E Sant’Anna infatti ha lanciato la biobottiglia più di dieci anni fa, tutta la plastica va riciclata, e i trasporti che usiamo sono green. La decrescita invece non ha senso».
Bertone, ma l’acqua è o non è un bene comune?
«Lo è. Infatti mi sono reso disponibile a fare un passo in più. Servono nuovi bacini per garantire acqua? Ebbene, io sono pronto a investire. Si parla da tempo di bacini e laghi artificiali in queste valli, a Gaiola, e io mi faccio avanti. E spero mi seguano in tanti».
In definitiva questa sarà un’estate di bibite e acqua sgasate?
«Se continua così senz’altro. Sono riuscito a reperire un po’ di anidride carbonica in Olanda, ma non basta a coprire la domanda. Del resto questa stagione ci ha fatto capire che dobbiamo colmare dei ritardi. In tutti i campi. Vogliamo assumere ma non ci sono professionalità che ci servono. Vogliamo produrre di più ma ci mancano le materie prime o l’energia è troppo cara. Ci serve la Co2 ma non abbiamo una filiera chimica che la produce. È ora di cambiare marcia».