Se ne è andato a 93 anni con grande discrezione, senza disturbare nessuno, nella notte tra il 12 ed il 13 agosto. Ma prima, da quel grande signore sabaudo qual era, presago della fine aveva trovato il tempo di lasciare un ultimo saluto sulla pagina Facebook per i suoi telespettatori : “Mi dispiace non essere più con voi dopo 70 anni insieme”. Poi, si è arreso a quella morte che in una vecchia intervista aveva definito “una scocciatura”. Qualcosa che si deve subire per forza, che ha interrotto quel suo lungo rapporto con il mondo della televisione iniziato nel 1954, nella redazione del primo telegiornale Rai, diretto da Vittorio Veltroni, il padre di Walter. Piero Angela nato e cresciuto a Torino, allora aveva 26 anni. Era stato assunto in Cronaca, ma si distingueva già per la grande curiosità e per non accontentarsi mai delle semplici apparenze. In più, era dotato di una distinzione innata, tutta subalpina e madre natura gli aveva regalato un volto che “bucava” lo schermo ispirando fiducia. Nella televisione di allora, ancora tutta da inventare, erano doti preziose, da valorizzare. E infatti, appena l’anno dopo, Angela viene inviato a Parigi per dirigere l’ufficio di corrispondenza. E’ un lavoro che gli piace e che svolgerà con successo, spostandosi successivamente a Bruxelles, per tredici anni.
“L’ha detto Piero Angela alla tv”
Poi, nel 1968, l’anno delle rivolte giovanili, la Rai decide di arricchire il suo palinsesto informativo: insieme al telegiornale delle 20 ne affiancherà un altro alle 13,30. Sarà la seconda svolta della sua carriera professionale, perché ormai il suo nome è una garanzia e Andrea Barbato non ha dubbi : sceglie lui come “conduttore”. Sarà con quel delicato incarico, che farà amicizia con gli italiani entrando in tutte le case all’ora di pranzo. E siccome è un apripista, otto anni dopo, nel 1976, terrà a battesimo sempre come “conduttore” il neonato tg2. Il suo volto e il suo nome sono ormai diventati tanto familiari, che quando si cerca la fonte di una notizia non è raro sentir ripetere: “L’ha detto Angela al telegiornale”.
Dallo sbarco sulla Luna all’asteroide
Lui, però, uomo dai mille interessi, non è tipo da accontentarsi e già dal ’68 trova il tempo per dedicarsi ad una serie di documentari scientifici che incontrano l’interesse del pubblico. La conquista della Luna ha aperto nuovi orizzonti, la curiosità su ciò che ci circonda nello spazio ha bisogno di risposte precise. E lui comincia a dargliele, con parole semplici, chiamando a raccolta scienziati e specialisti di fama mondiale ma capaci anche loro di farsi capire da tutti. Siamo alla sua terza svolta, quella del grande divulgatore scientifico, forse il più grande in assoluto, che gli farà guadagnare 12 lauree honoris causa, 7 Telegatti e addirittura vedrà intitolato in suo nome un asteroide: il 7197.
Piero Angela fa nascere Quark
E’ così che nel 1981 fonda e dirige “Quark”, storica rubrica di scienze; poi nel 1995 “Super-Quark”; nel 2000, insieme al figlio Alberto, “Ulisse”. Tutti programmi seguitissimi fino ad oggi (Angela era in onda ancora mercoledì scorso con un milione e mezzo di telespettatori) e di notevole spessore scientifico. E’ grazie a loro che dal salotto di casa, abbiamo potuto indagare il celebre sorriso della Gioconda. Siamo andati a scoprire i misteri degli oceani. Abbiamo compiuto un incredibile viaggio all’interno del nostro corpo e della nostra mente. Siamo andati alla ricerca di nuove vite nello spazio. Abbiamo seguito passo, passo, tutte le più importanti scoperte storiche e scientifiche del nostro tempo.
Il testamento culturale di Piero Angela
Un patrimonio di cultura che Piero Angela ci ha elargito a piene mani, sfidando l’età sempre più avanzata e anche qui sfatando un mito: quello di chi vede nei vecchi solo persone da rottamare. Nel 2013, quando aveva già 85 anni e i rottamatori stavano per andare al governo, ad una domanda sul tema aveva risposto: “Lavorare è l’unico modo per non invecchiare. Chi si mantiene attivo non ha il problema dell’età”. Un testamento che più chiaro non si può.
E ancora più chiara la consegna a chi resta nelle poche righe di quello che è il suo saluto ai milioni di italiani che lo hanno sempre seguito con affetto e stima: “Carissimi tutti, penso di aver fatto la mia parte. Cercate di fare anche voi la vostra per questo nostro difficile Paese”
Ciao Piero Angela
Quando muore una persona che è contata tanto nelle nostre vite è normale che i messaggi di cordoglio si accumulino e molti sono dovuti. Per questo ne abbiamo scelti solo due. Uno, ufficiale, del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “Provo grande dolore. Scompare un grande italiano cui la Repubblica è riconoscente”. L’altro, e speriamo di non violare nessuna intimità, del figlio Alberto: “Ciao papà, buon viaggio”.
La redazione di enordest.it lo omaggia
Molti della nostra redazione lo conoscevano. In particolare il nostro editorialista Giuseppe Paccione che ha avuto modo di incontrarlo e passare del tempo con lui qualche anno fa. Era l’occasione dell’ennesimo riconoscimento: il Premio Carli, consegnato in Senato. Era stato premiato per il suo lavoro di divulgare il sapere scientifico a diverse generazioni di italiani. Tutta la redazione di enordest.it si stringe ai suoi familiari per la dipartita.