Per dirla tutta, neppure Draghi ha pensato all’Italia né ai danni che la crisi e le conseguenti elezioni anticipate avrebbero causato al “Bel” Paese. Ha voluto uscire di scena da grande protagonista e ci è riuscito. Ha persino ottenuto una standing ovation perché fosse chiaro a tutti che lui è lui e gli altri non sono un ca…o, emulando il Marchese del Grillo.
I danni per il “Bel” Paese
Ma l’irrimediabile era accaduto una settimana prima quando il M5S, sempre più litigioso, aveva tirato troppo la corda e non confermato la fiducia al governo di cui faceva parte. Per agire da gente d’onore non hanno previsto che avrebbero perso otto mesi di stipendio. Che, in vista della disoccupazione verso cui molti di loro sono avviati, potevano far comodo. Col braccio di ferro che credeva di poter vincere, Conte, che ritiene sufficiente l’intelligenza per fare politica, dava a Berlusconi e Salvini l’occasione di uscire dal governo con la pietosa scusa che i cinque stelle sono inaffidabili.
L’assenza di Mattarella
Sono convinto che Mattarella – assolutamente assente in questa ultima triste fase politica – avrebbe dovuto consigliare Draghi perché fosse più politico che banchiere. Soprattutto quando ha sentito che ne aveva piene le tasche. Espressione inedita persino nell’armata Brancaleone che vediamo muoversi da qualche anno in Parlamento. Era evidente che a Draghi non importava tanto la soluzione della crisi, quanto considerava urgente svuotarsi le tasche.
Un “Bel” Paese che perde la faccia
Berlusconi ne ha approfittato per mollare una patacca allo sprovveduto Salvini, che ha creduto di acquistare Forza Italia con tutti gli elettori. Invece, persino i tre ministri – apripista Maristella Gelmini – e alcuni parlamentari dignitosi si sono affrettati a dissociarsi per non perdere la faccia. Quindi, figuriamoci gli elettori.
L’ultima cosa “buona” di Salvini?
Del resto, nessuno ricorda l’ultima iniziativa politica riuscita a Salvini, dalla crisi di governo creata nell’agosto del 2018 alla recente elezione del capo dello Stato non ne ha indovinato una. Gli avevano affidato l’incarico di puntare su un candidato di centro-destra e finì per proporre Mattarella, che non ricordava essere di centro-sinistra.
Un “Bel” Paese allo sbaraglio
Col ritiro di Berlusconi, sedicente moderato, è rimasta solo la destra, che punta a vincere di gran fretta le elezioni temendo che altri 7\8 mesi possano far cambiare idea agli elettori, che, secondo i sondaggi, sembrano simpatizzare per chi non ha studiato, diffonde fake news e provoca la crisi attribuendone la responsabilità ad altri.
Un “Bel” Paese che adesso affronterà le conseguenze
Il PD e le coalizioni di centro sperano ora che gli italiani si rendano conto che la fine anticipata della legislatura è stata costruita sulla pelle di ognuno. Ci costerà, infatti, diversi miliardi di Euro che l’Europa avrebbe dovuto darci se avessimo concluso il percorso delle riforme e che, invece, non ci darà.
Il crollo della Borsa
Intanto, la Borsa crolla, lo spread sale, il costo del denaro – quindi, dei prestiti e dei mutui – aumenta, l’inflazione incomincia a sfuggire al controllo. L’Euro perde valore, gli ospedali sono di nuovo intasati perché impazza di nuovo la pandemia e la gente muore. La crisi idrica imporrà certamente un razionamento dell’acqua. Mentre quella energetica non solo fa salire sempre più le bollette, ma si dovrà ricorrere a un abbassamento dei consumi. Intanto la guerra in Ucraina continua e la Russia minaccia sempre più Europa e Occidente, Italia compresa. Anzi, soprattutto l’Italia.
Quando il “Bel” Paese dovrebbe vergognarsi
Mentre accade tutto questo, noi provochiamo cinicamente una crisi di governo perché qualcuno, senza alcun senso dello stato né di opportunità, non vede l’ora di arrivare al potere. Se almeno ce ne vergognassimo, avremmo fatto già un notevole passo avanti.