Sono passati esattamente vent’anni dalla morte di Niki de Saint Phalle, pittrice, scultrice, regista ma anche modella e in qualche modo attivista per i diritti delle donne. Nata a Neuilly sur Seine a pochi passi da Parigi nel 1930, l’artista che ha rivoluzionato l’azione pittorica declinandola in un originalissimo segno immediatamente identificante, è stata un’autodidatta di incredibile talento.
Il dolore della Saint Phalle prima dell’arte
Solo un’attitudine geniale avrebbe potuto concepire queste meravigliose, gigantesche, coloratissime “Nana” che con le loro forme, finalmente femminili e tonde, troneggiano felici. Ma quanto dolore, quanta sofferenza, quanto smarrimento c’è stato per Niki de Saint Phalle prima di arrivare a congiungersi con la sua arte.
Chi era Niki
Nata da una famiglia ricca e aristocratica risalente alle Crociate, la madre attrice Jeanne Jacqueline Harper e il padre banchiere André Marie Fal de Saint Phalle, trascorre l’infanzia tra Parigi e il castello di famiglia a Fillerval circondata da 18 servitori, giardinieri e governanti. E’ perfettamente bilingue e questo l’aiuterà moltissimo nella sua carriera artistica.
Il primo trauma
Il primo trauma, quello che forse minerà l’intera esistenza, è il tentato abuso da parte del padre quando aveva 12 anni. Un evento che ritornerà sia nella vita che nelle opere di Saint Phalle sotto forma di serpente, lo racconterà nel suo libro autobiografico sull’Estate dei serpenti.
La famiglia Saint Phalle arriva a New York
Dopo il primo periodo in Francia, la famiglia Saint Phalle, a seguito del crollo di Wall Street nel ’29, si trasferisce a New York e qui la giovanissima Niki comincia a vivere con insofferenza gli studi e l’atmosfera famigliare, sogna una vita indipendente.
La svolta di Niki Saint Phalle
Un’occasione che si presenta grazie all’incontro con il poeta e scrittore Harry Matthews che Niki sposerà nel 1950 e da cui avrà due figli. In quel periodo, Niki lavora come fotomodella per Vogue e Life, la bellezza aristocratica e perfetta le apre le porte della moda, anche se il suo obiettivo è il cinema. Studia recitazione mentre il marito Harry studia musica. Il loro è un sodalizio artistico e amoroso, una sorta di liberazione dai ricordi e dal falso perbenismo famigliare.
Il male oscuro
Tuttavia, il trauma subito da bambina si ripresenta e nel 1952 Niki ha un crollo nervoso, precipita nel buio della depressione e viene ricoverata a Nizza. La sua mente vacilla, lei stessa successivamente racconterà di essere stata sottoposta ad elettrochoc, una pratica medica purtroppo ampiamente utilizzata negli anni ’50. I ricoveri serviranno, però, a comprendere che la pittura, l’arte, sono una medicina potente.
Quando Niki Saint Phalle scopre l’arte
Niki scopre una vocazione che non immaginava di possedere. Esorcizza nel colore, nelle forme, un mondo dove il male viene bandito. Forte della nuova passione, realizza la sua prima personale a Santgallo in Svizzera. Una coincidenza fortuita e fortunata vuole che due artisti affermati come Jean Tinguely ed Eva Aeppli visitino la sua mostra, l’incontro sarà fondamentale e fatale. Pochi anni dopo Niki e Jean iniziarono a condividere uno studio insieme a Parigi, si innamorarono e divorziarono dai rispettivi compagni per diventare una coppia nell’arte e nella vita.
Un’unione vincente
L’evoluzione come artista di Niki di Saint Phalle è ovviamente legata a Jean, lavorano insieme e negli anni Niki sviluppa una tecnica nella pittura e nella scultura, facendosi notare anche nell’action painting. All’inizio degli anni ’60 lavora sui celebri Tiri o Shooting paintings. L’artista costruisce strutture costituite da oggetti che poi ricopre di gesso, all’interno di queste Niki inserisce dei contenitori di colore che fa esplodere colpendoli con la carabina. Le performance sono straordinarie e attirano l’attenzione della critica e del pubblico.
La rivincita di Niki
Per Niki sono un altro modo per combattere i suoi demoni, per liberarsi del risentimento nei confronti del padre che ritrae come una struttura umana ricoperta di gesso a cui lei può sparare e cospargere di vernice rossa. Inutile dire che Niki fa sempre centro e anche i suoi Tiri lo fanno, entra ufficialmente, unica artista donna, nel gruppo dei Nouveaux réalistes. Prende parte, inoltre, con Robert Rauschenberg, Jasper Johns e lo stesso Tinguely al concerto Variations II di John Cage all’ambasciata americana a Parigi.
Saint Phalle e le “Nana”
Ma è a partire dal 1965 quando si trasferisce nello studio di Soisy-sur- Ecole, alla periferia di Parigi, che inizia ad elaborare il suo concetto di rappresentazione femminile. Le tematiche di genere, i diritti delle donne così come tutti i diritti, interessano ed appassionano Niki. E’ in questo periodo che prendono forma le “Nana”, sculture dalle forme muliebri ed accoglienti, sferiche e femminili, delle veneri enormi e bonarie pronte a farsi esplorare in un vortice di colori e forme.
La “Nana” di Stoccolma
Straordinaria è la Nana che Saint Phalle presenterà nel 1966 al Museo di arti moderna di Stoccolma. Si tratta di una scultura dalle dimensioni importanti: alta sei metri per 9 metri di larghezza. La gigantesca Nana è sdraiata, le ginocchia ripiegate, pronta al parto, la scultura può essere visitata entrando dalla vagina della statua in un percorso che porta i visitatori attraverso il corpo verso i due seni: nel sinistro si trova un planetario e nel destro un bar. L’opera susciterà molte critiche, ma se ne parlerà a lungo.
Niki Saint Phalle nell’Olimpo dell’arte
Da qui le Nana si moltiplicano, in tutte le pose, in un crescendo cromatico che diventerà l’emblema di Niki de Saint Phalle. L’artista è inarrestabile, progetta fontane, giardini, realizza documentari. La fontana di Stravinski a Parigi a pochi passi dal Centre Pompidou è una meraviglia per gli occhi.
L’amore per l’Italia
In Italia, paese di cui Niki è innamorata, realizza nel 1979 il Giardino dei Tarocchi a Garavicchio, vicino a Capalbio. Sono oltre venti enormi statue ricoperte con vetri di Murano e ceramiche colorate; alcune sono anche abitabili e sono tutte ispirate agli arcani maggiori. Per questa straordinaria opera Niki ricevette la cittadinanza onoraria. Il talento e il genio di Niki de Saint Phalle si spense nel 2002 a seguito di una patologia respiratoria, le sue opere, numerosissime, restano a raccontarci il suo mondo e la sua ricerca infinita.