Finalmente la festa degli alpini di Chies d’Alpago. Dopo due anni di pandemia, si torna alla tradizione coll’incontro in località Pian Formosa, nella Regola di Chies. Non poteva essere altrimenti vista la duplice ricorrenza che andava celebrata quest’anno: nel 1982, infatti, venne collocato il Tariol (capitello) dedicato alla Madonna delle Nevi; quarant’anni fa aveva inizio anche il gemellaggio con il Gruppo di Toscolano Maderno (Brescia).
Gli alpini a messa col sindaco
Alla Messa i ringraziamenti da parte del sindaco di Chies d’Alpago, Gianluca Dal Borgo: “Bellissima predica, ci ha invitato ad essere vicini ai nostri fratelli, soprattutto ai fratelli che sono bisognosi. Come fanno gli alpini tutti i giorni nel nostro territorio. Che ci danno una mano a svolgere i servizi essenziali, ogni giorno ci danno una mano nel dare solidarietà alle nostre famiglie, e poi dobbiamo ringraziarli, perché insieme alla Protezione Civile sono sempre pronti e danno una mano ai comuni dell’Alpago e della provincia di Belluno”.
Alpini celebrati anche da Ratzinger
A celebrare la Santa Messa don Jean Roland al quale in queste occasioni alpine piace sempre citare il Papa Benedetto XVI: “Aveva ragione o no? Non lo so, ma Ratzinger ha sempre detto che l’Italia si salva perché: uno, ci sono i nonni e due, ci sono gli alpini. Lo dice il Papa Ratzinger, il grande teologo. Allora siamo qui, attorno a questa festa, anche a voi alpini, per incoraggiarvi. Stiamo vivendo un cambiamento epocale non facile da gestire, ma mai perdere la speranza. Il vostro impegno è molto bello. Dobbiamo anche noi ringraziarvi per tutto quello che fate”.
La storia
A raccontare la storia del tariol, il presidente del Gruppo, Giansilvio Chiesura: “All’incirca alla fine degli anni ‘70 il Gruppo era in tribolazione, perché doveva cercare una location dove fare l’annuale raduno estivo. Entrando in conflitto i vari campanili, a quegli anni il prete di Chies d’Alpago, don Serafino Gandin si impose e disse all’intero gruppo di alpini che lui avrebbe donato una Madonna e che il luogo preferito da lui sarebbe stato Pian Formosa. Mettendo a tacere tutte le varie fazioni, che avrebbero voluto fare la festa o da una parte o dall’altra. Da lì partirono e realizzarono questo capitello. L’opera fu terminata nel 1982 e da allora ogni anno ci ritroviamo per l’annuale raduno”.
La rappresentanza degli Alpini di Belluno
In rappresentanza della Sezione di Belluno è intervenuto il consigliere Giorgio Schizzi: “Porto il saluto del presidente e della Sezione di Belluno che ha partecipato in massa in questi due giorni al raduno del Triveneto ad Asiago. Ieri c’è stata la salita all’Ortigara. Lì si è consumato nella prima guerra mondiale un disastro di morti e la nostra presenza va a testimoniare che questi morti non sono stati invano. Perché siamo una forza di pace e vogliamo dare questa sensazione e questo valore a tutti quanti. Tante volte si pensa agli alpini da una parte come gente allegra che vuol far festa, da quell’altra con la retorica del passato. In realtà credo che soprattutto, prendo a prestito una cosa che dice spesso il vostro sindaco, nelle terre alte il radicamento degli alpini sia anche un’esigenza voluta dalla gente, perché si trasmetta anche un senso di solidarietà. L’eccessivo individualismo e il consumismo spietato, l’interesse privato al di sopra di tutto e di tutti non possano in questo frangente, in questo cambiamento epocale, come diceva nella predica don Jean, essere risolto se non insieme”.
Soccal
Presente, come sempre, il primo sindaco di Alpago, Umberto Soccal: “Amo questo posto, ho sposato una signora di Chies. Questi luoghi sono per me molto belli e non so se ho vissuto la nascita di questo posto, ma sicuramente l’ho frequentato tantissimo e spero di poter conteggiare anche per il futuro tanti altri anni assieme”.
Il gemellaggio
Chiesura ricorda che “quest’anno ricorre anche il quarantesimo del gemellaggio con il Gruppo Alpini di Toscolano Maderno che ogni anno vengono a trovarci”. In particolare uno dei pochi rimasti di allora e immancabile presenza a Pian Formosa, Gianni Fontana, spiega come tutto ebbe inizio. “Ci siamo incontrati all’adunata di Bologna, e lì tramite le compagnie con cui eravamo accampati, un po’ di musicisti, un po’ di cantanti, la moglie di uno dei soci era del ‘38, la moglie di uno dei soci di Chies era del ‘38, si chiamava Bepina, l’altra si chiamava Bepina, e suona e canta, siamo diventati grandi amici. Da lì è nato il gemellaggio. Hanno fatto il tariol, ci hanno invitati e siamo venuti su. Allora quando facevamo festa, li chiamavamo a venir giù da noi. Tutti gli anni siamo andati avanti così. Prima qua si faceva festa sotto le tende. La casera non era ancora messa a posto. Purtroppo sono andati avanti in tanti. Noi del gemellaggio siamo rimasti in tre di tutto il Gruppo di allora. Abbiamo coinvolto i giovani perché la festa continui”.