Tra le cause delle dimissioni del Governo di Mario Draghi, composto da una coalizione di quasi tutti i partiti tranne fratelli d’Italia, non è difficile individuare anche il pieno supporto all’Ucraina contro la Russia che ha aggredito il 24 febbraio un Paese sovrano e indipendente. Il Movimento 5 stelle (M5S) ha cagionato la crisi italiana solo per la ragione che Draghi avrebbe agito – secondo loro – come una sorta di cuscinetto a favore della NATO non tenendo conto di quella parte dell’opinione pubblica italiana favorevole alla posizione di Putin. Bisogna riconoscere che Mario Draghi ha mantenuto il nostro Paese in sintonia con gli Stati Uniti e l’Unione Europea (UE) nel sostenere manu militari l’Ucraina, sanzionando la Russia, e favorendo al più presto l’ingresso ucraino nella famiglia dell’Unione.
Crisi italiana e dimissioni di Draghi
Il dimissionario Draghi già aveva annunciato qualche settimana fa l’intenzione di dimettersi dopo che il M5S aveva manifestato il disappunto sul pacchetto di misure preparato per alleviare l’impatto dell’inflazione sempre più incontrollabile. Assieme ad altri problemi di tipo economico. Mario Draghi aveva avvertito il pericolo della disgregazione della maggioranza. Ovviamente, il ruolo di Draghi adesso sarà solo quello di sbrigare gli affari correnti. Nel senso che non avrà i pieni poteri, non si faranno i disegni di legge, non si faranno nomine e il resto.
M5S e i rapporti con Russia, Cina e altri
Chi conosce Draghi sa benissimo che egli è stato sempre favorevole alle istituzioni UE e all’Alleanza atlantica, mentre una parte del M5S, pur supportando il governo di coalizione, è stata sempre scettica verso l’occidente e le istituzioni occidentali, strizzando spesso l’occhio al fascino della Russia, Cina e altri vicini a questi Stati.
La crisi italiana interessa Mosca
Gli occhi russi sono puntati sulla crisi della politica italiana, Mosca ha esultato all’uscita del Primo ministro italiano come atto secondo. Dopo quello della fuori uscita del premier Boris Johnson dalla scena internazionale, importante per destabilizzare la coalizione atlantica che supporta l’Ucraina. Non è mancata qualche stoccata da parte di Mosca che ha augurato all’Italia un nuovo esecutivo che si concentri a risolvere le questioni create dal governo Draghi. E a non essere servitrice degli interessi degli Stati Uniti.
Lavrov sfrutta la crisi italiana e punge Di Maio
Si può ritenere che la Russia ha giocato un ruolo per creare uno tsunami destabilizzante contro il governo Draghi, in particolare, nei confronti del Ministro degli Esteri spesso preso di mira sostenendo che egli non ha compreso che «la diplomazia è stata inventata per risolvere situazioni di conflitto e alleviare le tensioni, e non per viaggi vuoti in giro per i Paesi e assaggiare piatti esotici ai ricevimenti di gala».
Una crisi dalle radici profonde
A prescindere dalla probabile manina russa attraverso l’ingerenza negli affari interni della politica italiana, la crisi di governo ha radici profonde anche nel calo di consenso popolare, nella minore e preoccupante affluenza alle urne, nella mancanza di esperienza politica e di preparazione culturale della nuova classe dirigente spesso incapace di utilizzare la logica preferendo le urla.
La spaccatura vantaggio per Putin
Come è già prevedibile la caduta del governo Draghi, in un certo qual modo, ha avvantaggiato la Russia: si è creato un vuoto istituzionale nel quale il governo potrà solo disbrigare le questioni ordinarie, occupandosi molto meno di una situazione come quella della guerra in Ucraina. Questo accentua la spaccatura tra i partiti divisi tra sostenitori della NATO e filo-putiniani come Salvini e Berlusconi.
Le elezioni sono alle porte e tutti i partiti si sono già messi in moto
Non si può non sottolineare che, con molta probabilità, durante la campagna elettorale Mosca possa ingerire negli affari interni elettorali del nostro Paese attraverso, ad esempio, campagne propagandistiche coordinate sui social media per amplificare il suo messaggio e sfruttare i politici che puntano su quell’opinione pubblica italiana non favorevole al supporto dell’Italia alle autorità ucraine.
Cambio di rotta?
Vista la storia sul piano diplomatico dell’Italia e persistenti stereotipi secondo i quali Roma in passato non ha esitato a mutare posizione, il momento attuale minaccia la reputazione del Paese davanti a una situazione che vede una guerra di aggressione da parte della Federazione russa nei confronti dell’Ucraina. Non si tratta di un conflitto bellico circoscritto, ma coinvolge, pur se indirettamente, tutti i Paesi che affiancano le truppe ucraine. Anzi, è il tentativo russo di porre in discussione le medesime congetture del sistema di sicurezza del continente europeo basata sulla NATO e sull’UE.
L’attuale “vacanza” dell’Italia senza un governo e un Parlamento sciolto dal Presidente Mattarella è un’occasione importante per il governo Putin per raggiungere il suo obiettivo di minare la posizione italiana a favore dell’Ucraina.