La sabbia sta coprendo i Murazzi. Spariscono sotto la sabbia. Una spiaggia davanti ai Murazzi. Modi diversi di rappresentare una nuova realtà del paesaggio costiero della laguna di Venezia. Effetto molto importante della costruzione di una diga sommersa parallela alla linea di costa. Diga sommersa che frange le onde che precedentemente si frangevano sulle scogliere costruite già in epoca storica a protezione dei litorali.
I murazzi
Strutture massicce composte di scogli di pietra chiamate Murazzi. Opera imponente sviluppata ad iniziare dal ‘700 su idea di padre Vincenzo Coronelli e realizzata da Bernardino Zendrini. I frangenti marosi stavano sfondando gli ormai esili profili sabbiosi di Pellestrina, specie verso la bocca di porto di Chioggia. A difesa della laguna furono elevate strutture atte a contrastare i flutti ed i marosi che erodevano le spiagge e potevano mettere in congiunzione mare e laguna. “A usu romano aere veneto”, porta una iscrizione in localita’ Ca’ Roman. Costruiti secondo la tradizione romana ma con i danari dei veneziani.
Il Lido
Lungo il litorale del Lido l’effetto della diga “soffolta” ha trasformato di molto l’ assetto paesaggistico costiero. I grandi massi di pietra sono già stati in varie zone, coperti dalla sabbia. La retrostante area inclinata, prima raggiunta dalle acque marine, che impedivano con la salsedine rilasciata la crescita di arbusti e piante, è stata colonizzata da essenze arboree tipiche delle zone costiere, tra le quali primeggia il tamericio con il suo variare di tonalità dal verde scuro all’ autunnale arancione acceso.
La spiaggia è divenuta una utile meta per i lidensi
Tale spiaggia resterà in essere solo se verranno eseguite costantemente opere di manutenzione della “soffolta” stessa. La soffolta è anche divenuta un importante esempio di “barriera artificiale sommersa” utile per lo sviluppo di popolamenti marini che si insediano su substrato solido. Così come sulle dighe foranee e sulle tre lunate antistanti le bocche di porto. Quantità di materiale lapideo di dimensioni enormi se paragonate a quelle di strutture sommerse create artificialmente in rapporto alla pesca ed alla acquacoltura in altre zone dell’ Alto Adriatico. Strutture di relative dimensioni, come le piramidi di blocchi di cemento, dotate di asperità, concavità e forature come anfratti e tane per pesci e molluschi. Cupole forate utili dopo la colonizzazione di organismi marini anche alla ricerca scientifica e ad una disciplinata osservazione subacquea.
I murazzi come attrattiva
Ma tale “soffolta” potrebbe essere interessante anche dal punto di vista del turismo e la balneazione, sempre che non riducano eccessivamente la circolazione delle acque sottocostiere. Le barriere litoranee sommerse potrebbero essere utilizzate in altre zone del litorale veneto ed in generale Alto Adriatico seguendo gli effetti positivi già constatati in rapporto ai Murazzi veneziani.
I problemi
I problemi relativi alla costante erosione invernale delle spiagge potrebbero essere risolti in lungo periodo rispetto ai ripascimenti artificiali di sabbia che viene molto rapidamente asportata senza una adeguata protezione e tutela. Ovvero una continuativa gestione delle risorse costiere in una prospettiva più’ ampia. Gestione che significa, controllo e costante manutenzione. I processi naturali spontanei si rigenerano per dinamiche di loro specificità, gli interventi artificiali vanno monitorati e ripristinati. La volontà politica ed amministrativa è essenziale, pena la scomparsa del bene artificiale in essere. Le sabbie non c’erano lungo i Murazzi, sono ricomparse, ma possono rapidamente sparire di nuovo secondo processi guidati dalla spontaneità delle dinamiche naturali che inevitabilmente tendono a prevalere.