E’ diventato l’uomo televisivo. Lui, Michele Pigozzo, 57 anni, di professione fa il “narratore del gusto”. Al punto che ha ideato un apposito corso scolastico e lo insegna ai ragazzi degli istituti alberghieri come la SFP Dieffe di Lonigo.
Michele Pigozzo “per passione”
Lui è cuoco per passione, spinto dalla curiosità di sperimentare nuovi piatti. Soprattutto salutistici, in quanto Michele Pigozzo è oltretutto “costretto” a forme di prevenzione alimentare per motivi di salute. Televisivamente Michele appare in varie trasmissioni delle tv venete (e non solo) e affronta soprattutto il tema del cibo avvalendosi anche di esperti nutrizionisti.
Chi è Michele Pigozzo
Ha vissuto la sua infanzia a Vicenza. “La mia è stata un’infanzia un po’ travagliata. A 4 anni sono stato all’epoca il primo bambino operato al cuore, devo molto all’ospedale di Padova, la città a cui sono devoto a Sant’Antonio per essere sopravvissuto a quella malattia”.
L’infanzia
E’ un ragazzo tranquillo, la sua fanciullezza la trascorre con la sua famiglia e i suoi numerosi fratelli, sette in tutto. Fatte le scuole di ragioneria si cimenta a svolgere attività in uno studio notarile, nel contempo studia Economia e Commercio all’Università di Padova e poi discipline psicosociali all’Università di Trieste.
Michele Pigozzo e l’informatica
Si dedica poi all’informatica buttandosi a capofitto nei centri degli elaboratori come IBM, i meno giovani ricordano che i primi computer erano mastodontici e occupavano intere stanze. Michele era diventato responsabile di gruppi di lavoro per grandi gruppi industriali a partire da Marzotto a Morellato a Cocacola Italia, alla Cassa di Risparmio di Bolzano.
Ma la sua passione rimaneva la cucina
“Ricordo mia mamma Elsa quando preparava le frittelle. Per la verità a lei non piaceva far da mangiare, ma io ero ghiotto di quelle leccornie dolci, a questo punto le preparavo io”. D’altra parte Michele aveva 3 fratelli, dei 7, che facevano i cuochi: Fernando, a cui era molto legato, più vecchio di lui di 20 anni, scomparso 4 anni fa; Daniela, gestisce il ristorante a Vicenza, è stata la prima cuoca che ha portato la paella valenciana nel Veneto nel 1979; Oriana che gestiva la trattoria da Papo sempre a Vicenza e dove Michele si divertiva a passare le giornate in cucina.
Michele Pigozzo punta sulla cucina
“La mia attività lavorativa nel complesso campo dell’informatica ha dovuto rallentare perché a 21anni ho subito il mio primo impianto di cornea agli occhi”. Da allora Michele punta sulla cucina e sullo studio del cibo. Si appassiona a tal punto che apre (fra i primissimi, essendo esperto di informatica) un proprio blog con ricette.
“Ho guardato l’alimentazione come strumento per guarire gli altri, puntando a diete sane con diminuzioni di zuccheri e carboidrati”. Da qui lo studio e la pubblicazione di libri come “Low Carb High Health, il giusto connubio tra gusto e salute”.
Michele Pigozzo e la televisione
“Ora sono entrato nel circuito televisivo e sto realizzando un volume, con il nutrizionista prof. Claudio Frasson, sulla corretta alimentazione “light” con la dieta Mi.nu. ideata dallo stesso Frasson e dal suo staff di esperti”.
Goloso
Michele Pigozzo, che non nasconde la sua pecca di essere “goloso” soprattutto per i dolci (che lui stesso lotta per allontanarli dal suo palato), vive con Federica, ha due figli: Matteo di 25 anni e Diego Alessandro di 12. Michele ammette sorridendo: “La mia compagna Federica entra in cucina per sgridarmi perché faccio sempre disordine, però poi tutti apprezzano il mio cibo”.
La ricetta di Michele Pigozzo
Per i lettori di enordest.it Michele Pigozzo propone una ricetta light: spaghetti al prosciutto e melone: un piatto estivo, consigliabile il prosciutto di Montagnana (non chiamiamolo più genericamente “prosciutto veneto”, diamo valore al territorio!) e il melone Mantovano, particolare per la sua dolcezza.
Spaghetti al melone e prosciutto
Ingredienti (per 4 persone): 280g di spaghetti, 600g di melone retato pulito, 100g di prosciutto crudo possibilmente il dolce di Montagnana, 60g di Philadelphia light, 1 scalogno, 1 bicchiere di vino bianco secco, 3 cucchiai di olio evo, 3g di semi di papavero, 20g di formaggio grana, qb.: sale, noce moscata, origano ed erba cipollina. 1 gallina intera, sedano, carote.
Preparazione
Prepariamo un mix di origano, noce moscata, erba cipollina e sale.
Dopo aver pulito il melone, tagliamolo a dadini, uniamo il mix di erbe aromatiche e lasciamo riposare il tutto per 25/30 minuti.
Tritiamo lo scalogno e facciamolo imbiondire in padella. Aggiungiamo il melone allo scalogno.
Tagliamo a listarelle sottili il prosciutto crudo e aggiungiamolo in padella senza lasciarlo cuocere troppo, teniamone alcuni pezzetti per la guarnizione. Se vediamo che è poco cremoso aggiungiamo un po’ di acqua di cottura.
Scoliamo gli spaghetti e aggiungiamo al composto un po’ d’acqua se serve. Aggiungete la Philadelphia, facciamola sciogliere e quindi spegniamo il fuoco.
Amalgamiamo bene. Aggiungiamo i semi di papavero e mescoliamo ancora. Impiattiamo con una spolverata di grana e pezzetti di prosciutto e di melone a freddo.
Possiamo preparare la ricetta con diversi tipi di pasta: bigoli al torchio, fettuccine fresche, penne rigate mezze maniche rigate.
Il vino in abbinamento
Si consiglia un buon Franciacorta fresco, della Villa Franciacorta (www.villafranciacorta.it) : un brut millesimato DCG, si chiama Emozioni, ricco di mineralità, ottimo per questo piatto.
Complimenti Michele per il percorso che stai facendo con merito e successo un sincero saluto Isacco
Si, una bella presentazione che evidenzia un’importante e variegata cultura, ma io mi sento di aggiungere che la competenza di Michele Pigozzo è profonda in ogni cosa che fa fino a curare il particolare. Complimenti
Complimenti Michele grazie mille, ricetta da provare subito!!! E la gallina???? Ti aspettiamo sempre con gioia all’agriturismo Corte delle Giuggiole a Cologna Veneta fattoria didattica iscritta alla regione Veneto, anche durante le prossime settimane green, a presto!!!
Si, una bella presentazione che evidenzia un’importante e variegata cultura, ma io mi sento di aggiungere che la competenza di Michele Pigozzo è profonda in ogni cosa che fa fino a curare il particolare. Complimenti
Buongiorno Signor Pigozzo,
dispiace molto che chi, come lei, si propone come “narratore del gusto” – e, per di più, del territorio – scivoli banalmente in un errore voluto, trattandosi di simpatia o meno per una denominazione.
Dal 1971 quello che si chiamava “prosciutto di Montagnana” è diventato “PROSCIUTTO VENETO”, in forza della nascita di un Consorzio, di una Legge di Tutela (n. 628/81) e dell’attribuzione della Denominazione di Origine Protetta (Reg. CE 1107/96). Quindi, se permette, rappresenta tutto fuorché un “prosciutto generico”. Le imprese del Consorzio stanno spendendo risorse importanti, anche con l’aiuto di fondi pubblici, e, quindi, non vedo l’utilità di perseverare con simili opinioni che danneggiano , in modo significativo, l’opera del Consorzio e dei suoi associati. Inoltre, continuando a chiamarlo “di Montagnana” , lei non ha alcuna garanzia in merito al fatto che quello che le servono sia realmente in prodotto tutelato. Anzi, rischia di consumare un prosciutto che magari non è nemmeno mai passato per Montagnana.
Mi auguro di poterla conoscere personalmente e di poterla convincere con i fatti su questa querelle che, dopo molti anni, non han più nessun motivo di esistere.
Con viva cordialità
Ho avuto modo di conoscere l’amico Pigozzo ad un mio corso a Vicenza , vista da me come persona “curiosa “ , attenta e con una grande passione per la cucina . Benché non sia un CUOCO professionista operativo a tutti gli effetti , in lui si trova la stessa passione e dedizione dei cuochi “incalliti” di questo mestiere. Stefano Pepe