Oggi a livello globale e in particolare in Europa si parla di sostenibilità 2030, green deal 2050. Si parla di buone pratiche, di economia circolare, di strategia farm to fork o del km0. Di biodiversità come di strategia forestale, di energie rinnovabili. Tutto per salvaguardare l’ambiente, contenere il cambiamento climatico, garantire un futuro all’uomo su questo pianeta, per i nostri figli, per i nostri nipoti. Tutte cose che il nostro Comune di Chies d’Alpago, e come lui tante altre realtà delle terre alte, fanno da sempre.
Chies d’Alpago e il commento di Dal Borgo
“Con un territorio che va dal Monte Teverone alla Val Salatis e Valazza, include i 2/3 delle montagne della conca dell’Alpago, otto torrenti e 12 sorgenti tra comunali, private e delle Regole, e un’altra miriade di microsorgenti che alimentano soprattutto delle fontane. Un tempo fondamentali per il bestiame. Ci sono tre centraline idroelettriche, di cui due comunali ed una privata, che paga un canone al Comune”. A fare i conti il sindaco Gianluca Dal Borgo. “Solo questo dovrebbe bastare per capire le potenzialità di questo territorio: una centrale “nucleare” ad H2O… tante volte però la montagna viene percepita con un profilo basso da chi abita nei fondo valle. In tempi di siccità idrica, dovrebbero almeno essere riconosciute, considerate e ricompensate le straordinarie risorse delle terre alte”.
Un po’ di storia “green”
Già nei primi del Novecento c’era una piccola centralina sull’acquedotto di Comentila, nella frazione di San Martino, che erogava 5 kW garantendo energia per una lampadina in ogni casa del paese. Sempre all’inizio del secolo scorso, un’altra centralina idroelettrica in località Rus, poco sotto la frazione di Alpaos, produceva energia elettrica per delle attività in Emilia Romagna.
Quest’anno le due centraline idroelettriche del Comune, a causa della siccità, produrranno inevitabilmente meno entrate e il bilancio sarà equilibrato da un avanzo di amministrazione, che in poteva invece essere impiegato in altre azioni di sviluppo e sostegno alla cittadinanza. E se la risorsa idrica spicca per attenzioni in questo periodo di siccità, non è però la sola che il piccolo comune di montagna mette a beneficio di tutti.
Chies d’Alpago conta sei Regole che gestiscono una foresta certificata da Pefc per l’85%
Le proprietà collettive da secoli portano avanti una gestione del territorio agrosilvopastorale in modo tradizionale e rispettoso. Un lavoro impegnativo, fatto di mille difficoltà, reso possibile grazie ad una comunità che insiste su questo territorio, che vi abita e lo cura con spirito di sacrificio e tanta passione. Un vantaggio per tutti in termini ambientali, che non si limita ai confini comunali. Ma reso sempre più difficile da trattamenti che non tengono minimamente conto dei costi maggiori che comporta la vita in montagna. Con limitazioni continue nonostante bilanci virtuosi. Pensiamo ai patti di stabilità che hanno premiato alla fine i peggiori. L’inverso di ciò che dovrebbe avvenire in uno Stato meritocratico. Continue riduzioni dei trasferimenti dal governo centrale. Vincoli e ostacoli allo sviluppo per leggi e norme pensate a contenere il malgoverno di realtà lontanissime dalla nostra.
L’ appello
L’appello dell’Amministrazione di Chies d’Alpago è che tutti, e soprattutto chi ricopre un ruolo decisionale importante, prendano coscienza di questa situazione, di queste virtù e di queste difficoltà. Di quanto le comunità montane hanno fatto e stanno facendo per gli altri, e lo riconoscano concretamente. Che non si aspetti di intervenire solo quando la situazione è ormai critica, come per esempio con il riconoscimento delle aree interne. Che ben venga, ma offrono garanzie a breve termine e condizionate da una microprogettazione che impone una sorta di vassallaggio irrispettoso delle specificità locali e di una visione di sviluppo programmatica a lungo termine.
Chies d’Alpago non deve rischiare
Indispensabile per invertire quello spopolamento che lo stesso Dal Borgo indica come causa di un degrado ambientale dovuto all’abbandono. Al momento del suo insediamento nel 2014 “il Comune poteva contare su 1.424 abitanti, oggi, a distanza di 8 anni, abbiamo siamo 1.250, meno 11%. Mentre realtà simili alla nostra, anche vicine, mostrano indici positivi. Ma parliamo di realtà che appartengono a provincie che hanno riconosciuta una reale autonomia di gestione e finanziaria. A cui è permesso di operare veramente in modo efficiente e rispettoso della specificità di queste perle, patrimonio inestimabile, le nostre amate terre alte”.
Percorso su Maddalena inedito e eccezionale!
Conosco la vallata dell’Alpago e ammiro quel sindaco che cerca di rendere green la zona!
Ci vorrebbero molti giovani che amassero fare allevamenti green e coltivazioni e si trasferissero nella zona! L’ autostrada ha tagliato tutta la valle rendendola luogo disabitato!