“Faccio una mostra in una grande sala di Palazzo Ducale. È una discreta fatica e poi scompare tutto. Tutto viene smantellato. È fantastico. È là e poi sparisce”. In questo frammento di intervista riusciamo a percepire le sensazioni di un talento straordinario come Anselm Kiefer. La sua grandiosa installazione abbraccia interamente uno dei luoghi più rappresentativi di Palazzo Ducale: la Sala dello Scrutinio. Pura emozione per l’osservatore incantato dalla forza delle immagini e dall’assoluta armonia, anche nelle asprezze, di un imponente ciclo pittorico contemporaneo.
Kiefer e la “sua” Venezia
Da vedere assolutamente prima che sparisca, come paradossalmente racconta l’autore nello splendido titolo della mostra preso da una frase di Andrea Emo (1901- 1983), filosofo veneto molto apprezzato da Kiefer: “Questi scritti, quando verranno bruciati, daranno finalmente un po’ di luce”. Nell’opera l’artista riflette anche sulla posizione unica di Venezia posta tra il Nord e il Sud e sulla sua interazione tra Oriente ed Occidente trovando connessioni altrettanto significative tra queste differenti culture, la storia della città e il testo del Faust di Goethe.
Chi è Kiefer
Ho sempre ammirato le sue opere, lo ricordo a Venezia alla Biennale del 1980. Anselm Kiefer è nato in Germania nel 1945 a Donaueschingen, ha studiato diritto e lingue romanze all’Università di Friburgo prima di dedicarsi interamente all’arte. Appassionato lettore, integra la sua ricerca stilistica con riferimenti culturali, da Wagner a Goethe. Un lavoro che comprende pittura, incisione, fotografia, scultura, libri d’artista e opere su carta. Strepitoso l’uso dei materiali utilizzati per l’installazione di Palazzo Ducale: emulsione, acrilico, olio, gommalacca, resina, acciaio, zinco, piombo, filo metallico, foglia d’oro, legno cauterizzato, tessuto, terra, paglia, corda, carta, scarpe, carbone su tela.
Un omaggio a Venezia
Allestita in occasione della 59a Biennale d’Arte e visitabile fino al 29 ottobre, questa mostra è un prezioso omaggio a Venezia. Si tratta di un grande ciclo pittorico realizzato dall’artista tra il 2020 e il 2021 e creato appositamente per la Sala dello Scrutinio su invito della Fondazione Musei Civici, con lo scopo, ha spiegato il suo direttore Gabriella Belli, di misurare la capacità di questo luogo, simbolo della Serenissima, d’essere ancora un centro di cultura viva e non solo memoria.
Kiefer e la sua sfida con i “campioni”
Una grande sfida riportare seppur temporaneamente dopo quasi trecento anni la pittura dentro le sue sale, aggiungere, come si faceva un tempo, un nuovo ciclo di dipinti, un corpo a corpo tra il passato e il presente. Ancora più grande la sfida per Kiefer che ha lavorato a fianco alle opere dei grandi pittori come Tintoretto, Palma il Giovane, Andrea Michieli.
Kiefer si racconta
Così l’artista si racconta: “A volte succede che ci sia una convergenza tra momenti passati e presenti, e quando questi si incontrano si sperimenta qualcosa di simile all’immobilità nell’incavo dell’onda che sta per infrangersi. Avendo origine nel passato ma appartenendo in fondo a qualcosa di più di esso, questi momenti fanno parte tanto del presente quanto del passato, e ciò che generano è importantissimo”.
Una mostra nella sala dove si eleggeva il Doge
La grande Sala dello Scrutinio, nota per essere stata il luogo deputato dell’elezione del Doge (qui si tenevano le operazioni di conteggio elettorale), precedentemente era denominata sala della Libreria perché ospitò per molto tempo la straordinaria biblioteca del cardinale Bessarione artefice dell’unione tra la cultura d’Oriente e d’Occidente. Nato greco e consacrato cardinale a Roma, lasciò alla città di Venezia un bene inestimabile come i codici greci e latini.
Kiefer a Palazzo Ducale viaggia nel tempo
L’attuale decorazione della Sala fu commissionata in seguito al devastante incendio divampato nel 1577 che distrusse interamente quest’ala del Palazzo. Tra i vari dipinti che celebrano le glorie della Serenissima come potenza marinara, il più suggestivo è di Andrea Michieli, detto il Vicentino, una delle tele più grandi e importanti di Palazzo Ducale che rappresenta La Battaglia di Lepanto.
Quale luogo migliore per dare spazio alle visioni di un artista contemporaneo?
Un grande ciclo effimero come il disegno ineluttabile della vita, dove le opere nascono dalla negazione, dalla cancellazione, dalla sovrapposizione di altri elementi nuovi in sostituzione dei precedenti ormai distrutti. Sono l’esito del fuoco che nel Cinquecento bruciò l’intera decorazione della sala, ma anche queste nuove immagini sono destinate a morire quando si allontaneranno da Palazzo Ducale.
Quando visito queste stanze, provo sempre la sensazione di essere osservata da Tintoretto e da tutti i Dogi che hanno governato la città
Con questa mostra mi è sembrato di vivere un incantesimo, un viaggio negli spazi siderali, assieme alle comete. Le opere di Kiefer sembrano costruite con materiale non terrestre, simile a pulviscolo di stelle e rocce lunari nonostante ci siano appesi alle pareti anche carrelli della spesa, biciclette, sottomarini. L’effetto scenografico è sorprendente, come la luce che si sprigiona dal fulmine o l’effetto di un mare di lava in movimento, la crosta terrestre e il cosmo.
Kiefer e la scala
All’improvviso appare una scala, è al centro di una parete d’oro e bronzo: dove porta, che cosa significa? Ci fa pensare alla biblica scala del sogno di Giacobbe dove gli angeli salgono e scendono nell’infinita continuità tra cielo e terra. È qui che troviamo Venezia, o meglio gli elementi che la compongono, le alghe che fluttuano nell’acqua, le barene, la città ai suoi albori.
Nella sua magica rappresentazione Kiefer ci regala anche un angelo, “L’angelo della pittura” talmente in sintonia con la parete che sembra un pezzo d’affresco originale.
Kiefer e Tintoretto
Sulle enormi pareti vediamo l’immagine di Palazzo Ducale trasfigurato, soffocato dall’incendio devastante del 1577. C’è anche il simbolo di San Marco che nonostante sia imprigionato dalla materia, piombo, legno, filo metallico, sembra volteggiare nell’aria, luccicante come l’oro.
Il punto di vista della curatrice
Per comprendere meglio la genesi di questo evento ecco un frammento del testo di Gabriella Belli, curatrice della mostra, che rammenta la visita nello studio di Kiefer a Barjac, vicino Nizza, nell’estate 2019: “…Un tempo che ora ci appare terribilmente felice. Venezia brulicava di persone, turisti e appassionati si accalcavano nei nostri musei, cittadini da tutto il mondo godevano della sua bellezza e noi progettavamo il futuro dell’arte. Fu in quell’estate che condivisi con Janne Sirén l’idea di invitare Anselm Kiefer a Venezia.
Lo scopo? Riformulare un concetto d’arte pubblica nelle istanze del nostro tempo contemporaneo, o, meglio, dovrei dire di quel tempo che ci stava precipitando addosso. Ma ancora non lo sapevamo. Volevo realizzare con Kiefer un progetto di arte pubblica nel senso più semplice del termine: pittura come strumento per la collettività, per interrogarsi e riflettere sul valore dell’arte e su quanto la sensibilità di quest’artista straordinario avrebbe potuto catturare e restituirci del nostro tempo presente. E volevo mettere alla prova la capacità di un edificio antico e pieno di storia come Palazzo Ducale”.
Kiefer fa rinascere Palazzo Ducale e Venezia
Come è noto poi è arrivata l’Acqua Granda del 12 novembre 2019 che ha sommerso Venezia, subito dopo la pandemia con il lockdown, infine la guerra in Ucraina. La felicità perduta della quale non eravamo consapevoli ci pervade oggi con un senso di smarrimento infinito. In questo senso l’arte, almeno per me, ha un potere salvifico.
Kiefer, non fermarti!
Ricordo quando in una fase della crisi pandemica, prima di vaccini e green pass, andai a Roma a vedere Raffaello. Per un istante mi sono sentita imbattibile, avevo annientato tutte le mie paure. Ma ho sempre adorato i musei e le iniziative originali come quelle di Palazzo Ducale, un luogo dove mi sento spettatrice privilegiata grazie alla bellezza di questo imponente, quanto momentaneo affresco del terzo millennio. E citando Goethe: All’attimo direi: sei così bello, fermati!
Anselm Kiefer
Questi scritti, quando verranno bruciati, daranno finalmente un po’ di luce (Andrea Emo)
Palazzo Ducale – Sala dello Scrutinio
26 marzo – 29 ottobre 2022
La mostra è accompagnata da uno stupendo catalogo, pubblicato da Marsilio, contenente testi dei curatori Gabriella Belli e Janne Sirén e altri illustri autori: Salvatore Settis, Massimo Donà, Jean de Loisy, Elisabetta Barisoni e una conversazione tra Hans Ulrich Obrist e Anselm Kiefer.
Ph: © Anselm Kiefer, Photo: Andrea Avezzù. Courtesy Gagosian and Fondazione Musei Civici Venezia.
Dott.ssa Elisabetta, anche oggi ci porta nel cuore di Venezia con una mostra d’arte di successo. Infatti, ho visto altri amici che hanno frequentato la Sua splendida città inviare delle foto di queste opere monumentali di Anselm Kiefer dove c’erano carrelli della spesa per il supermercato e vecchie biciclette con cesti per uso agricolo affiancati, entrambi però abbandonati ed usati per scopi umili, come il trasporto della legna o del fieno. Potrei fare esercizi di ermeneutica, ma mi limito a leggere e ad apprezzare il coraggio di affiancare artisti di epoche diverse in questo palazzo, nella stanza dove si eleggeva il Doge. Certo che guardando le foto si vede la proporzione tra i visitatori e le opere che occupano tutte le pareti, credo che anche nelle dimensioni queste opere siano nate esclusivamente per il Palazzo Ducale e la Sala dello Scrutinio. Le immagini a corredo dell’articolo sono belle e lasciano sempre intravedere, accanto alle opere di Anselm Kiefer, anche il prezioso soffitto con la narrazione della Battaglia di Lepanto, una delle imprese più gloriose per le navi veneziane. La scala sembra indicare la continuità tra cielo e terra, ma la foto che mi piace di più è l’omaggio a Venezia con il suo Leone di San Marco. Credo che Anselm Kiefer debba essere grato a Venezia perchè, come scritto sopra, grazie alla Biennale del 1980 e ancora oggi credo che abbia ottenuto quella consacrazione che molti suoi connazionali gli hanno in parte negato.
La più bella mostra che ho visto a Venezia! Grazie