In attesa che l’Agenzia delle Entrate consenta alle imprese di autotrasporto di recuperare una parte delle accise sui carburanti dei mezzi con massa complessiva superiore alle 7,5 tonnellate, anche i taxisti, gli autonoleggiatori con conducente (ncc), i bus operator, gli agenti di commercio e i piccoli trasportatori sono allo stremo. Stiamo parlando dei cosiddetti “professionisti della strada”. Con il gasolio per autotrazione che in queste ultime settimane ha superato stabilmente i 2 euro al litro, molte attività lavorano in perdita. Se per queste categorie il carburante incide per il 30 per cento circa sui costi di gestione totali. Aseguito di questi rincari il quadro generale è drammaticamente peggiorato. Ricordiamo, altresì, che nell’ultimo anno il prezzo alla pompa del diesel è aumentato del 50 per cento. A dirlo è l’Ufficio studi della CGIA e il suo presidente Bottan.
Bottan: “Introdurre un tetto al prezzo di benzina e gasolio”
A fronte dell’impennata dei prezzi dei carburanti registrata in questo ultimo anno, per la CGIA l’unica soluzione praticabile è quella di introdurre un tetto temporaneo al prezzo alla pompa. “Il decreto taglia accise che ha ridotto di 25 centesimi al litro il costo delle accise su benzina e diesel – dichiara il Presidente della CGIA, Roberto Bottan – è stato ormai abbondantemente neutralizzato. I rincari, infatti, se l’hanno incorporato. Sebbene, nei giorni scorsi il Governo Draghi abbia prorogato questa misura sino al prossimo 2 agosto, è comunque necessario introdurre un price cap a benzina e diesel. Almeno fino alla fine della prossima estate. Un provvedimento, quest’ultimo, che deve essere approvato dal nostro Governo. Bruxelles, infatti, così come per il gas, non sembra essere particolarmente interessata all’introduzione di queste misure di mitigazione del caro energia”.
Bottan e gli autotrasportatori beffati
A preoccupare il settore del trasporto merci/persone e, in generale, tutti gli operatori che usano un autoveicolo per ragioni di lavoro, non è solo il caro carburante. A differenza dei colleghi europei, i nostri “professionisti della strada” dispongono di servizi inferiori e subiscono costi fissi superiori. In Olanda, in Germania e in buona parte della Spagna, ad esempio, le autostrade sono gratis. In Italia i pedaggi sono tra i più cari d’Europa. Senza contare che abbiamo un deficit logistico/infrastrutturale spaventoso che, secondo il Ministero delle Infrastrutture, costa al sistema economico del Paese 40 miliardi di euro all’anno.
Il decreto aiuti
Se nel decreto Aiuti approvato dal Consiglio dei Ministri il 18 marzo scorso oltre alla riduzione delle accise sono state introdotte anche delle misure specifiche per l’autotrasporto. Queste ultime, sebbene non ancora esecutive, interesseranno marginalmente i piccoli padroncini, in particolar modo i monoveicolari. Se, infatti, teniamo conto che solo il 10 per cento circa degli autocarri immatricolati in provincia di Venezia ha una massa complessiva superiore alle 7,5 tonnellate (pari a circa 5.500 autocarri), peso oltre il quale il proprietario beneficia di un parziale rimborso delle accise sul gasolio, il rimanente 90 per cento circa dei veicoli (poco più di 51.000 autocarri) non gode di alcun sconto. Va ricordato, altresì, che il credito di imposta per il rimborso delle accise sui carburanti è previsto per legge. Anche per i taxisti e per i bus scolastici. Per gli autonoleggiatori con conducente, invece, questo beneficio è riconosciuto solo a coloro che hanno la licenza rilasciata da amministrazioni comunali. Dove non sono presenti i taxi. Il credito di imposta, infine, non è previsto per gli agenti di commercio e per i bus turistici.
Bottan traccia il quadro regionale
Secondo le ultime statistiche disponibili del Centro di Elaborazione Dati (CED) del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili (MIMS), il numero di imprese di autotrasporto presenti in Veneto è pari a 9.171. In Italia, invece, sono 98.517. Il CED segnala che in Italia ci sono 1.685 attività di autotrasporto sospese e 16.877 imprese che, nonostante siano iscritte, non hanno veicoli. Queste ultime sono attività su cui da tempo il Comitato Centrale ha avviato procedure di accertamento. Pur essendo previsto dalla normativa vigente l’esercizio della professione anche con veicoli non di proprietà, da una prima analisi è emerso che si tratta in molti casi di imprese che non hanno più i requisiti per essere iscritte all’Albo dell’autotrasporto. Al di là di queste precisazioni, a livello provinciale è Roma a registrare il numero più importante: 6.199. Seguono Napoli con 4.502, Milano con 4.000, Torino con 2.962.Palermo con 2.494, Bari con 2.396, Salerno con 2.393, Bologna con 2.371 e Brescia con 2.163. Nella nostra regione, invece, in provincia di Padova ne scorgiamo 2.000, a Verona 1.833, a Treviso 1.612, a Vicenza 1.559. A Venezia 1.367, a Rovigo 556 e a Belluno 244.
Gli agenti di commercio sono 3.200
Secondo il registro delle imprese di fonte camerale, al 31 marzo 2022 il numero delle imprese attive in provincia di Venezia di agenti e rappresentanti di commercio ammontava a circa 3.200; mentre le aziende di bus operator erano 21.
Taxi e Ncc su gomma sono 314
Ancorché non vi sia una banca dati ufficiale in grado di dirci il numero esatto delle attività che operano in questo settore, in provincia di Venezia i taxi e gli ncc su gomma attivi risultanti dalla lettura dei registri camerali relativi al 1° trimestre 2022 ammontavano a circa 314. Per quanto riguarda le licenze taxi su gomma, nel Comune di Venezia sono 120 e le licenze di ncc su gomma sono 116. Sempre nel comune capoluogo di provincia, infine, le licenze taxi/ncc acquei sono 292 a cui si aggiungono 118 ncc granturismo.