Quante volte ci capita di dire di una vita molto articolata che sembra un romanzo. La vicenda umana di Leonardo Del Vecchio, visto che l’impresa ne è una dimensione, si presta ad essere letta in questa chiave. Il libro di Tommaso Ebhardt che è uscito in questi giorni ne è un chiaro esempio poiché intercetta anche la complessa vicenda umana del protagonista.
Del Vecchio e le innovazioni
Da aziendalisti, quando abbiamo affrontato il tema Luxottica, ci siamo soffermati sulle scelte innovative e sullo stile imprenditoriale impersonato da Del Vecchio. Tra i passi più significativi di questa avventura imprenditoriale vanno ricordati: la valorizzazione del prodotto, da protesi medica a prodotto-moda mediante il legame con gli stilisti; la ricerca del contatto diretto con il cliente, prima saltando il grossista e poi acquisendo catene di negozi al dettaglio in giro per il mondo; l’entrata nel settore dell’occhiale da sole (Ray-Ban). Passi che hanno portato alla realizzazione di un “modello di integrazione verticale” che copre tutti gli stadi della produzione fino ad arrivare all’occhiale completo, controllando canali di distribuzione, all’ingrosso e al dettaglio, in Italia e all’estero. Per non parlare, infine, della tormentata, ma vincente operazione in Francia che ha portato alla fusione con Essilor.
L’imprenditore
Quanto all’imprenditore da aziendalisti, è apparso fuori norma in confronto alla nostra classe imprenditoriale catturata dal confort stage dalla crescita frenata, dalla primaria preoccupazione di mettere da parte un patrimonio personale cercando di rifuggire dal rischio di impresa. Da qui la frequente ricerca di trovare un soggetto disposto ad acquistare l’impresa sia esso un fondo o una multinazionale. L’altro aspetto qualificante è la convinzione che l’azienda si fonda su chi lavora, siano essi dirigenti, tecnici e operai.
Del Vecchio e il libro
Dal libro si trova conferma di questi caratteri che hanno contraddistinto il suo percorso di vita che si identifica con quello aziendale tanto è vero che a ben 86 anni è ancora attivo, perennemente insoddisfatto di quanto sta ottenendo con la sua azione e sempre teso a trovare anche altri campi in cui agire con le sue idee di rinnovamento, le Generali ad esempio.
Oltre il libro
Ma il libro va oltre a questi aspetti incentrati sull’attività dell’imprenditore narrando, con buona penna e con fantasia espositiva, la vita e i rapporti umani che Del Vecchio ha intrattenuto con tante persone. Dapprima si ricorda la nascita in una “casa minima” per poveri immigranti a cavallo tra le due guerre mondiali, il padre che muore prima della nascita e la mamma che lo affida ad un orfanatrofio anche per assegnargli una severa guida. Lì si ferma alla quinta elementare, poi intraprende l’attività lavorativa di incisore prima a Milano poi con le montature di occhiali a Rovereto e nel mitico Cadore. La narrazione si dipana ricordando la famiglia, le tante mogli, con abbandoni e ricongiungimenti, il figlio maggiore che nella ricerca di autonomia subisce commercialmente tante sconfitte.
I collaboratori di Del Vecchio: amici e rimproveri
Infine gran parte dell’analisi interessa i collaboratori. Innanzitutto Francavilla, anche lui proveniente dalla Puglia con una storia affascinante, che rappresenta tuttora la continuità essendo sempre vicino a Leonardo. Mentre sono stati personaggi importanti in Luxottica Chemello e Guerra. Che da amministratore delegato viene sfiduciato quando Leonardo nota che flirta con la politica partecipando alla Leopolda di Renzi. In questi ultimi anni è Francesco Milleri che, da fornitore di sistemi informativi alla Luxottica, diventa il suo intimo confidente, il “suo segretario particolare”. Farà poi carriera assumendo un ruolo molto importante, quasi decisivo. nella conclusione dell’operazione Essilor. Del mega gruppo Essilor Luxottica ne diventerà amministratore delegato.
Una curiosità
Un particolare interessante: all’assemblea che sancisce l’accordo con i francesi partecipa tutta la famiglia allargata. Ci sono Nicoletta assieme a Leonardo Maria e Rocco, Sabina Grossi con Luca e Clemente. Ci sono anche i tre figli del primo matrimonio Claudio, arrivato direttamente da New York, Paola e Marisa. Un patrimonio immane che unisce o che creerà mille problemi? Un libro piacevole da leggere come un romanzo che riporta alla fine l’indice delle Playlist che avrebbero accompagnato i diversi capitoli se alle parole si fosse aggiunta la musica. Una civetteria!