Gran caldo già iniziato nella stagione primaverile; abbondanti precipitazioni improvvise accompagnate da grandinate con chicchi a volte della dimensione di una palla da biliardo. Sconvolgimenti climatici o clima pazzo: ci risiamo. I numeri forniti dall’Arpa sono fin troppo espliciti. Il primo punto debole è il deficit della neve del 40-50 per cento e dopo via via abbiamo un trend di mancanza globale di precipitazioni. Si registra un 50 per cento in meno di piogge negli ultimi trent’anni. Da gennaio di quest’anno 200 millimetri in meno di pioggia. Flusso dell’acqua: le portate dei fiumi mediamente si attestano su un 60 per cento in meno nell’ultimo trentennio calcolando la media. Siccità da moderata a severa siamo ancora metà e metà. Cosa sta succedendo al nostro pianeta? Già oggi gli agricoltori hanno lanciato l’ennesimo grido d’allarme: se non pioverà per l’agricoltura sarà un anno catastrofico. Non può non piovere! Ne abbiamo parlato con Massimo Crespi presidente Hypermeteo società globale che segue i cambiamenti climatici.
Dottor Crespi cosa sta succedendo?
“Questa situazione non è ancora divenuta a carattere sistemico, ma ci fa vedere ciò che potrà succedere sempre con maggior frequenza. Sarà difficile sostenere il rischio in agricoltura per cui bisognerà avviare a nuovi sistemi per quanto riguarda le politiche agricole”.
Ormai il Clima Pazzo è divenuta una costante: il non piovere è ormai emergenza. Come difendersi?
“E’ evidente che dobbiamo conviverci e allo stesso tempo dobbiamo trovare sistemi di mitigazione. Per esempio le reti per la grandine, cambiare sistema irriguo. Il problema è la transizione, in cui i terreni non sono coperti da niente e questo rende vulnerabile l’agricoltura. Transizione: passare ad altre coltivazioni, altri sistemi. Il problema della gestione del rischio, porta una grande debolezza nel sistema agricolo. Oggi i fondi mutualistici stanno riscoprendo la mutualità per meglio andare incontro alle esigenze delle imprese agricole e rappresentano un’importante soluzione”
E se non piove?
“Spero che la statistica ci aiuti: non può non piovere per sempre. Scusate se riprendo la frase di Aureliano Secondo in “Cento anni di solitudine” di Gabriel Garcia Marquez. L’anomalia ormai è significativa, viviamo una situazione molto anomala e ogni giorno che passa diventa drammatica”
Cambiamenti climatici: da cosa dipendono?
“Il clima cambia per l’inclinazione dell’asse terrestre, ma in questo l’uomo ci ha aggiunto del suo. Oggi bisogna avviare una politica di decarbonizzazione per spostare l’economia verso forme sostenibili e ciò riguarda famiglie e imprese. Ci sono passaggi di carattere economico gestiti dai Governi, mondo del credito e da chi controlla il verde. Occorre puntare sull’ ESG (Environmental, Social and Governance ) e sulle politiche sulla sostenibilità. Non c’è più tempo da perdere, questo mi pare debba essere detto con forza. E soprattutto occorre il coraggio per fare in fretta molte cose che sono state rimandate, ma si sapeva erano necessarie”.
Siccità: il non piovere causa a Nordest danni enormi
Se il caldo torrido dovesse proseguire si prevedono danni per l’agricoltura dell’intero Veneto per decine di milioni di euro. Ad annunciarlo è lo stesso presidente di Coldiretti Venezia Andrea Colla che in questi giorni è attivo con i Consorzi per trovare una soluzione a questa ondata di calore che sta danneggiando colture e vigneti. Giorgio Polegato presidente Coldiretti Treviso non ha dubbi: “Non può non piovere. Se non piove si fatica ad arrivare a fine stagione”
Il non piovere e la mancanza d’acqua
Un problema sentito a tutti i livelli tanto che Valerio Nadal presidente di Condifesa TVB (oltre 20mila imprese associate) e di Agrifondo Veneto-Friuli VG cerca di vedere il bicchiere mezzo pieno: “Non sappiamo fino a quando i Consorzi che bene stanno operando riusciranno ad approvvigionarci con l’acqua. Servono strumenti innovativi per andare incontro alle richieste degli agricoltori”.
Nadal intravvede una via d’uscita: “Nel 2023 attraverso il Fondo nazionale catastrofale potrebbe rappresentare una speranza proprio per fare in modo di avere risposte concrete per le nostre imprese messe a dura prova da un ulteriore sconvolgimento climatico caratterizzato da un caldo inaccettabile nella stagione primaverile”.
Il Veneto Orientale un caso emblematico per il non piovere
Il fiume Loncon verso Belfiore è a secco così come Reghena e Lemene. Livenza e Piave ai minimi storici e le falde calano. E Andrea Pegoraro presidente Coldiretti Portogruaro dà i “numeri” sulle perdite: “Se si prosegue così per un altro mese, mais e soia subiranno perdite dal 50 al 70 per cento. Pesanti ripercussioni si avranno sui vigneti e frutteti. In montagna non ci sono scorte la situazione è divenuta insostenibile”.