La scena sarebbe divertente se non fosse quasi tragica. Imbarcadero della Giudecca, motoscafo Actv con tutti i posti a sedere occupati. Entra un anziano che, senza offesa per lui, sembrava un barbone. Dirò di più, puzzava di alcol e pareva (ore 10 del mattino) un po’ alterato. Apre la porta e guarda i presenti: “Ciò, ma se tuti deficienti? Vardeve un fiá. Se tuti col telefonin in man. Me parè tutti mati. Se drio parlar da soli!”. Momenti di vivo imbarazzo. In fondo è un povero barbone. Un ultimo. Poi controllo i presenti che fanno finta di niente e/o lo guardano con commiserazione. Ma il barbone aveva ragione. Erano tutti, dagli anziani ai ragazzi in preda alla cellulare-dipendenza. Come prima reazione dei viaggiatori, qualcuno lo ripone in tasca, qualcun altro fa finta di niente, continuando però a smanettare, altri ancora si girano dall’altra parte, guardando il provocatore con insofferenza. “Va ben, va ben, stago fora, qua ghe xe massa onde elettromagnetiche!”. Risata generale e un po’ liberatoria.
Il racconto del telefonin
Torno a casa e racconto l’accaduto a mia nipote adolescente e pontifico: quando avevo la tua età per fortuna non esistevano i telefonini. Pronta risposta: ma come facevate a vivere….
Grazie a fb, leggo un articolo di giornale del 26 giugno 1962 (esattamente 60 anni fa….). Titolo: Nel 2000 i telefoni faranno tutto loro. Occhiello: secondo tre esperti americani. Sommario: leggeremo i giornali attraverso la rete telefonica e potremo anche servircene per le operazioni di banca!
Come è cambiato
Probabilmente non abbiamo le giuste coordinate su come è cambiato il nostro modo di vivere. Gente che cammina da sola per strada e parla a voce alta. Se la segui un po’ vieni a conoscere tutto della loro vita. A me un giorno è successo di essere tamponato da un macchinone blu in coda e il tamponatore ha continuato a parlare tranquillo….con due telefonini, orecchio destro e orecchio sinistro occupati. Alla mia reazione: se lei si vedesse in questo momento, è la dimostrazione vivente di pazzia quotidiana! Risposta del tamponatore in vestito blu e cravatta: “Scusi, ma proprio oggi il mio autista ha pensato di ammalarsi…”. Poi, pone sul cruscotto con calma i due cellulari e mi dice: questi sono i miei numeri di cellulare, l’assicurazione penserà a tutto”. Grazie e buonasera.
Altra scenetta in treno
Una giovane donna al cellulare si mette a urlare: Come stai? Risponde una anziana, dirimpettaia seduta di fronte nello stesso scompartimento e ignara che la giovane stesse parlando con l’auricolare: “Bene grazie!”. “E la mamma?”. “La mamma è mancata tanto tempo fa”, nuova risposta non richiesta. “Ma abiti sempre lì?”. “E dove vuoi che sia andata?”. Finalmente la ragazza si accorge dell’involontaria gag teatrale. “Ma guardi signora che sto parlando al cellulare”. “A mi scusi, pensavo mi conoscesse”. “Fa niente…”. Carlo Goldoni a questo punto avrebbe scritto già diverse commedie. “Sior Todaro co el telefonin de Arlechin”.
La vita è una commedia ad alta tecnologia e telefonin
Vedo mamme con il bambino di pochi mesi che piangono e per farlo stare zitto li piazzano il telefonino davanti agli occhi. Il piccolo tace subito e si concentra. Comincia la sua dipendenza al virtuale. Uno psicologo dell’età evolutiva mi spiega che i piccoli, avendo attivi molti più neuroni di noi adulti, tendono a scambiare reale con virtuale, creando dei processi bipolari un po’ pericolosi. Come i bambini incollati ai giochini elettronici che passano la gran parte del giorno con occhi stralunati. Fantasia e realtà pericolosamente appianate.
Altra scenetta cult
Romantica gondola veneziana lungo il Canal Grande al tramonto con coppia di innamorati comodamente sdraiata. Stanno entrambi guardando, concentratissimi, i telefonini. A ben. Poi controllo il gondoliere. È al cellulare pure lui…
Non ci sono più i pope di una volta. Sigh.
Nelle scuole d’obbligo è severamente proibito l’uso del cellulare. Per fortuna. In certe classi si devono porre i telefonini in un contenitore sulla cattedra. Come reagiscono certi alunni? Con il telefonino di riserva. Quello vecchio consegnato al prof, quello nuovo pronto da smanettare e sicuro aiuto per copiare per bene. Mi dicono certi genitori che la peggior punizione che possa capitare ad un figlio è la sottrazione immediata del cellulare. Un vero dramma. E il ragazzo si rimette subito in riga. Sono definitivamente finiti i tempi del: a letto senza cena!
Anche l’informazione televisiva è radicalmente cambiata
Molti servizi sono fatti direttamente con il cellulare, addirittura interviste con due apparecchi. Su uno parli tu e ti vedo, sull’altro ti rispondo. E poi magari concludono: “Dal nostro inviato in Ucraina è tutto, linea allo studio”. Ma le news in diretta sono già vecchie e verrebbe da dire: cari inviati tv, abbiamo già visto tutto su Google! Andiamo diritti al metaverso. Ultima chicca imbarazzante: un consiglio comunale ai tempi del Covid, doverosamente da remoto. Il presidente dell’assemblea istituzionale dà la parola al consigliere (di maggioranza o di minoranza è uguale). Ecco il suo intervento fatto direttamente camminando per strada. Proprio non male. Istituzioni eteree e ambulanti.
Le alternative al telefonin
Leggo infine una pubblicità originale e alternativa per le prossime vacanze estive: Proponiamo settimana ecologica, in pieno relax, piscina e sauna, mare o montagna, unica condizione niente telefonino”. Proposta indecente o semplicemente rivoluzionaria?