I momenti più belli della mia vita sono legati alla bicicletta, per me ha sempre rappresentato indipendenza e libertà. Il 3 giugno è stata la Giornata Mondiale della Bicicletta, istituita dall’ONU nel 2018 con una motivazione dell’Assemblea Generale da sottoscrivere pienamente: “l’unicità, la longevità e versatilità della bicicletta che è in uso da due secoli e che rappresenta un mezzo di trasporto semplice, economico, affidabile e sostenibile, che promuove la preservazione ambientale e la salute.”
La mia esperienza con la bicicletta
Per tanti anni è stata il mio mezzo di trasporto preferito e indispensabile per andare al lavoro, fare le commissioni, fotografare albe e tramonti, fuggire, tornare, osservare le comete.
La sensazione di correre incontro alla Hale-Bopp, non la dimenticherò mai. Avevo fatto nel ‘97 un’intervista al celebre astronomo Giuliano Romano su quella che era stata definita “la grande cometa”, perfettamente visibile a occhio nudo. Tornata a casa la sera, presi la mia bici e andai a cercarla.
Un’emozione
Dopo qualche chilometro tra la campagna, imboccai un cavalcavia panoramico, il punto più vicino al cielo stellato che avevo a disposizione in quel momento. Non era l’ora di punta per l’avvistamento comete, c’ero solo io. Lei apparve, lattiginosa e splendida: pura magia.
La bicicletta mi manca
Ora abito a Venezia e l’unica cosa che mi manca veramente tanto è la bicicletta, il senso di libertà e appartenenza con il mondo che mi ha sempre trasmesso. Tuttavia, è proprio a Venezia che ho conosciuto Francesco Moser. Il grande campione era ospite d’onore al Museo Guggenheim nel 2012, per una mostra sulla bicicletta nell’arte: “Ciclismo, Cubo – futurismo e la quarta dimensione”.
Una mostra sulla bicicletta
Il percorso espositivo partiva dal dipinto di Jean Metzinger “Al velodromo” del 1912. Linguaggio pittorico d’avanguardia di un teorico del cubismo, meno noto di Picasso ma altrettanto geniale.
Un soggetto popolare come il ciclismo utilizzato per rappresentare la velocità e la quarta dimensione: il tempo. L’opera infatti immortala gli ultimi metri della Parigi – Roubaix e raffigura Charles Crupelandt, vincitore dell’edizione 1912.
La velocità
L’dea di velocità, di movimento tanto cara anche ai futuristi, le tecniche di collage, l’inserimento di una superficie granulosa, tante tecniche che hanno definito nuove espressioni artistiche influenzando lo stile delle avanguardie sino ai giorni nostri.
La mostra al Museo Guggenheim era un’occasione per celebrare il centenario del capolavoro di Metzinger che era in buona compagnia: Umberto Boccioni, Georges Braque, Fortunato Depero, Marcel Duchamp, Gino Severini, Mario Sironi.
La bicicletta e Moser
Mi avvicinai a Francesco Moser e gli chiesi quale fosse il dipinto che sentiva più vicino al suo spirito d’atleta e mi portò davanti a una splendida tela di Boccioni. Ottima scelta per un campione che tra le tante corse ha vinto anche ben tre volte la Parigi – Roubaix.
“Dinamismo di un ciclista” questo il titolo del quadro, realizzato da Umberto Boccioni nel 1913. Capolavoro di astrazione plastico dinamica che affronta il movimento del corpo nello spazio esaltato anche dall’uso sapiente del colore.
Lasciamo la Parigi – Roubaix, la regina delle classiche, nota anche come “l’inferno del nord” per le durezze a cui sottopone i partecipanti dovute alle condizioni climatiche, e passiamo al Giro d’Italia, altrettanto leggendario appuntamento, conclusosi da poco con l’arrivo scenografico all’interno dell’Arena di Verona.
Una mostra per chi ama la bicicletta
Per gli amanti della bicicletta c’è una mostra davvero imperdibile in programma sino al 2 ottobre a Treviso al Museo Nazionale Collezione Salce (Chiesa di Santa Margherita).
“Ruota a Ruota. Storie di biciclette, manifesti e campioni”, a cura di Elisabetta Pasqualin direttrice del Museo, consulenza storica di Antonella Stelitano.
Promossa dalla Direzione regionale Musei Veneto è stata inaugurata nei giorni scorsi in coincidenza con l’arrivo in città della 18esima tappa del Giro d’Italia: la Borgo Valsugana -Treviso. Uno scenario che dal quartier del Piave porta all’area delle colline di Valdobbiadene patrimonio Unesco.
Una storia affascinante
La storia avvincente del ciclismo con la grande epopea della bicicletta raccontata da preziosi manifesti patrimonio della Collezione Salce realizzati dai maggiori illustratori del Novecento.
Un periodo in cui l’industria della bici ha la necessità di promuovere i prodotti e farsi conoscere. Nascono così le campagne pubblicitarie che coinvolgono celebri disegnatori. Manifesti che rappresentano una vera forma d’arte entrando nella storia della pubblicità, una collezione davvero straordinaria. In mostra anche le bici Pinarello che hanno fatto la storia del ciclismo degli ultimi cinquant’anni.
La direttrice del Museo Salce ha sottolineato come grazie alle due ruote sia nato un turismo oggi popolarissimo
Da fine Ottocento infatti le marche storiche hanno dato vita ad una fiorente industria, che affidava spesso la propria comunicazione ai nomi più noti dell’illustrazione pubblicitaria dell’epoca.
La storia di Treviso si intreccia da oltre un secolo con quella della bicicletta
Così leggiamo nel prezioso testo realizzato per il catalogo da Antonella Stelitano, consulente storica dell’evento: “… storie di marchi, di società ciclistiche, di gare, di primati, di passione per le due ruote, storie economiche, sociali, di costume. Cambiano l’Italia e cambiano la città di Treviso. Come rappresentante della Società Italiana di Storia dello Sport e come trevigiana sono davvero lieta che questa storia sia raccontata oggi attraverso questi magnifici manifesti”.
La studiosa racconta come la bicicletta sia di casa a Treviso già dalla fine dell’Ottocento
Una sezione ciclistica viene creata nel 1888. In breve tempo nasce a Borgo Cavour un nuovo moderno impianto dotato di curve sopraelevate, palchi e totalizzatore che ospita i primi campionati nazionali: è il 1890.
Non solo sport, l’utilizzo della bicicletta come mezzo di trasporto apre un grande dibattito in città sulla liceità da parte dei sacerdoti a causa della postura considerata troppo disinvolta per l’abito sacerdotale. Su questo si esprimerà il cardinale Giuseppe Sarto, futuro papa Pio X, con una severa circolare dedicata all’argomento.
Anche per le donne non sarà affatto semplice utilizzare la bicicletta
Le pioniere delle due ruote suscitano ammirazione e scompiglio nella società, soprattutto per l’abbigliamento. I classici pizzi e bustini vengono sostituiti da comodi pantaloni, scandalosi per l’epoca. Non si tratta solo di una condanna sul piano etico, per i detrattori esistono notevoli insidie per la donna che usa la bicicletta, come l’insorgere di gravi malattie, il rischio di non poter diventare madri, la perdita di grazia e femminilità del corpo.
Oggetto del demonio?
Tuttavia, questo “oggetto del demonio” sta ormai cambiando la società in modo trasversale.
Scrive Alberto Fiorin sul catalogo: “Una vera rivoluzione copernicana è avvenuta nel mondo dei trasporti con l’invenzione della bicicletta: si introducevano infatti due concetti nuovissimi, libertà e velocità… Non è certo un caso che le grandi aziende diventate note per la produzione di automobili (Peugeot, Bianchi, Opel, Adler), iniziarono col creare biciclette, specializzandosi solo dopo nella fabbricazione di auto; la stessa FIAT produsse anche velocipedi.”
Questa mostra trevigiana è stimolante sotto ogni aspetto, storico, artistico, sociale
Una preziosa occasione per visitare il Museo Nazionale Collezione Salce che conserva la più ampia raccolta di grafica pubblicitaria esistente in Italia.
Il Museo si articola i due sedi entrambe nel centro storico di Treviso e molto vicine tra loro. Il Complesso di San Gaetano e il Complesso di Santa Margherita, completamente restaurato e inaugurato l’anno scorso con la mostra dedicata a Renato Casaro leggendario cartellonista di Hollywood.
Una bicicletta: tante immagini
Nella parte absidale di Santa Margherita è stato creato uno spazio digitale che propone un susseguirsi di immagini della collezione ricreando anche il meraviglioso ciclo pittorico di Sant’Orsola di Tomaso da Modena originariamente creato proprio per questa chiesa.
La citazione
Per festeggiare la Giornata Mondiale della Bicicletta ho scelto, tra le infinite citazioni, quella che più si avvicina al mio spirito e alla sensazione che provo quando pedalo.
“I dizionari che hanno la reputazione di avere ragione su tutto si sbagliano su un punto: la bicicletta non è un mezzo di locomozione, è un racconto di fate”. Jean-Noël Blanc
RUOTA A RUOTA.
Storie di biciclette, manifesti e campioni
Treviso, Museo Nazionale Collezione Salce (Chiesa di S. Margherita)
26 maggio – 2 ottobre 2022
Dott.ssa Elisabetta, grazie per l’elogio della bicicletta, è un mezzo popolare e tutti noi ne abbiamo avuta almeno una, inoltre rappresenta una risorsa importante, non solo per il nostro costume, ma anche per l’economia nazionale. Iniziare l’articolo con il ricordo del grandissimo Francesco Moser è una gioia per gli appassionati; lui e tutti i suoi fratelli hanno mietuto grandissimi successi e reso ancora più popolare questo sport. La foto di Moser davanti ad un quadro di Boccioni sembra collegare generazioni diverse intorno alla velocità, al colore e allo sforzo fisico. Studiando un futurista minore, amico giovanile di Boccioni e Severini, ho saputo che nella prima guerra mondiale tutti i i futuristi si arruolarono come volontari nel battaglione Ciclisti e Automobilisti, tra questi anche Boccioni e Colini. Tornando al presente e alla mostra Ruota a Ruota. Storie di biciclette, manifesti e campioni, credo che questa visita a Treviso sia molto interessante e importante. Guardando i manifesti c’è la storia della nostra industria ciclistica, però la bellezza di questi manifesti rimandano più all’arte. Sono manifesti belli, colorati, stimolano anche il mondo femminile ad usare la bicicletta, come del resto accadeva anche nella vicina Emilia Romagna. Uomini e donne potevano andare in bici, le donne con qualche precauzione, non sapevo dei sacerdoti; immagino che invece per le suore ci sia stato divieto assoluto. Sono manifesti così coinvolgenti che assomigliano alle copertine della Domenica del Corriere, però promuovono un’industria, un marchio italiano. Complimenti al collezionista Salce per questa preziosa raccolta che forse meriterebbe di una sede stabile, insieme alle bici storiche del nostro ciclismo. Grazie alla giornalista per avercene parlato.
Complimenti vivi, alla cara Elisabetta, bellissima la citazione “la bicicletta non è un mezzo di trasporto, ma un racconto di fate!” Complimenti a che a lei sig. Palmolella. I suoi commenti, sempre ricchi di particolari, catturano la mia attenzione.
Grazie per le scoperte che mi fai fare!
Bello, bello, bellissimo! Grazie.