Il diario liberale continua a viaggiare per il mondo. Ad analizzare ogni situazione. Nazionale e internazionale. E perchè no? Anche a far pensare. Perchè questo è il suo compito. Consumarsi pagina dopo pagina. Anche solo per dire addio all’hamburger in salsa russa.
Draghi invita Biden a chiamare Putin. “Solo tu puoi trovare l’accordo di pace”. Ma lui spera nella sconfitta dei russi
“Ci penserò”, risponde. Ma con i 40 miliardi di armi USA l’Ucraina si è fortificata e sovrasta il nemico. A vincere la guerra è la resistenza. Gli aggressori abbandonano i carri armati e – generali in testa.- se la danno a gambe. Davide ha messo al tappeto il gigante Golia. Adesso l’esercito ucraino marcia trionfante verso Mosca. La gente ha paura e scappa in Siberia. Salvini rinuncia al visto per la Russia. Gli italiani, sempre dalla parte del vincitore, sono di nuovo filo americani. Putin chiede asilo politico alle Seychelles. Poi, Biden si sveglia di soprassalto in un bagno di sudore.
Non ce l’aspettavamo da un Papa, però è una considerazione che spiega, senza giustificarla, l’aggressione di Putin
“Non so se sia stato l’abbaiare della Nato a provocare la guerra, ma certamente l’ha facilitata”. Se non lo ascoltiamo noi perché dovrebbe riceverlo il Cremlino? Da persona saggia il Pontefice suggerisce di mitigare il tono dei latrati, che, invece, aumentano e sfidano l’aggressore senza tema che la guerra si allarghi. Si sbandiera l’adesione di Svezia e Finlandia, neutrali per tradizione, nella Nato e l’Ucraina in Europa. Non si arriverà alla pace aizzando gli animi, ma con la saggezza e la mediazione. A che serve insultare Putin? Se sconfitto e umiliato potrebbe ricorrere al nucleare.
C’è chi – come Navalny – sostiene che, per stare con Putin, la Kabaeva dev’essere della stessa pasta. È probabile
Ma io ho grande considerazione per i campioni. Posseggono una classe che poche altre persone hanno. Lo scoprii una sera di tanti anni fa a Parigi, a una cena di Régine – ci ha lasciati da qualche giorno a 93 anni. Personaggio noto del jet set, sopravvissuta alle persecuzioni razziali, era famosa per avere gestito i più bei locali notturni del mondo. Nel più celebre, al 49 di Rue de Ponthieu, conobbi Carlos Monzòn, il campione argentino che nel 1970 battè Nino Benvenuti. Vederlo mangiare con le mani, in un ambiente così elegante e raffinato, non dava fastidio a nessuno.
Nei talk show, ripetitivi, noiosi e con gli stessi personaggi, si invitano giornalisti russi con una crudele speranza
Che diano ragione al conduttore, che vive in un paese libero e che guadagna, senza molto merito, un sacco di soldi. Mentre quei poveretti, per pochi rubli, debbono sostenere che la guerra è giusta. Anche gli ospiti sperano che cadano in errore e ammettano che l’aggressione all’Ucraina è un crudele sopruso. Nessuno si rende conto che, se questo dovesse accadere sarebbe la condanna per quei colleghi, costretti da Putin a difendere la sua dittatura. Molto più umani, invece, i telespettatori sperano che non sbaglino per poter tornare sani e salvi dalle loro famiglie.
Dato che il nucleare ce l’hanno tutti, quindi nessuno può usarlo – sarebbe la fine del mondo – è meglio eliminarlo
Brucia tanto denaro a discapito di sanità, cultura, ricerca scientifica e assistenza. Terminata questa maledetta e crudele guerra, è necessario intraprendere una campagna di eliminazione di armi da cui dipende la sopravvivenza dell’umanità, cioè chimiche e nucleari. Però, questo dovrà avvenire con la massima trasparenza e lealtà, e senza accuse reciproche. Seppure nessuno avrà la follia di usarle, qualcuno per errore o esasperazione potrebbe ricorrere a un’estrema soluzione. Non sarà possibile eliminare le guerre ma almeno facciamo in modo che non crolli tutto.
C’è chi simpatizza con Putin e lo giustifica sostenendo che per aggredire un altro paese una ragione deve avercela
Come pure rapinatori e assassini, mafiosi e camorristi, qualsiasi criminale ha un motivo per delinquere. Rubare ai più deboli, uccidere chi non versa il pizzo, fare agguati agli innocenti. È una riflessione che nessun commentatore ha fatto finora. Anche quella in Ucraina è una crudele guerra di rapina. Lo scrive il mio amico Niky Chichi per aprire gli occhi a chi ha in antipatia l’America. Ragioni politiche – come suggeriscono saggiamente Draghi e Macron a Biden – non consentono di sbattere in faccia al responsabile il crudele comportamento, ma i suoi sostenitori ci riflettano.
Mc Donald lascia la Russia. Arrivò 30 anni fa quando cadde l’URSS. Se ne va con l’avvento di un’altra dittatura
Tutti in fila ogni giorno per l’hamburger americano. Non è solo un pasto diverso e più gustoso, ha anche il sapore della libertà. 850 locali sempre affollati, sparsi in tutta la Russia, 20 dei quali a Mosca. Un colossale business, come ovunque, che rende miliardi di rubli l’anno. Ma gli imprenditori sanno rinunciarci per difendere i loro principi. Da oggi tutti chiusi, clienti delusi, migliaia di dipendenti disoccupati e fornitori impoveriti. La democrazia ha anche il costo della rinuncia. Gli USA non esitano a pagarla anche rimettendoci tanti soldi. Eppure c’è chi non gli è grato.