In Prato della Valle, a Padova, il Palazzo Angeli già sede del Museo del pre-cinema ospita nelle suggestive stanze della Fotografia la particolarissima mostra di Giovanni Zuin, fotografo di lungo corso. La mostra intitolata “Del corpo il sogno” resterà aperta al pubblico fino al 29 maggio 2022 con ingresso libero. Si tratta di fotografie stampate alla gomma bicromata, un procedimento alquanto anomalo se pensiamo che oggi tutto è digitale, anche la fotografia.
La domanda
Ma cosa spinge un fotografo oggi, nell’era di photoshop, a ripescare dal passato questa antica tecnica che risale agli albori della fotografia utilizzando strane combinazioni di gomma arabica, pigmenti e bicromato?
Se si guardano i risultati di queste stampe, a Palazzo Angeli ne sono esposte una quarantina, è facile capire il perché e anche l’originale e poetico percorso di ricerca dell’artista.
Zuin e la sua tecnica
La mostra si sofferma infatti su una particolare tecnica impiegata da Zuin: la stampa alla gomma bicromata, procedimento inventato intorno al 1850 e che diede origine alla corrente fotografica del Pittoricismo.
Questa stampa artigianale, che produce solo pezzi unici, si ottiene stendendo sulla carta una soluzione di gomma arabica, un bicromato e un pigmento.
L’effetto che se ne ottiene è quanto di più lontano dalla fotografia intesa come mera riproduzione della realtà.
Zuin e le fotografie
La selezione di foto che compongono questa antologica di Giovanni Zuin vede una proposta esteticamente definita che, nella tecnica della stampa alla gomma, aggancia una dimensione onirica e sognante del corpo.
I tanti nudi accademici ritratti dal fotografo amalgamano la classicità della posa e delle forme a una densità grumosa, satura eppure incerta, vaga. Talvolta un tuffo nel passato con qualche ammicco alla fotografia di genere del secolo scorso, talvolta un impeto espressionista che ricorda la potenza di Munch.
Il corpo ma non il viso
C’è un tratto distintivo che accomuna le fotografie selezionate per questa antologica di Giovanni Zuin, organizzata da Franco Zago e con allestimento a cura di Antonio Zago: il corpo ritratto spesso ne cela il volto.
Ci si trova di fronte a un corpo enigmatico, i corpi di Zuin sono sfingi che si fanno rincorrere, interpretare: dobbiamo immaginarle per poterle afferrare. In quest’assenza di identità sta anche la seduzione del corpo che Zuin fa trionfare.
Zuin e il Ritratto di Maria
Come testimonia la foto “Ritratto di Maria”. Un trionfo d’avorio parte dalla nuca e scende lungo la spalla. Si intravedono appena due piccoli seni. I capelli lisci e setosi sono raccolti con un elastico di spugna, la figura è esile, di una bellezza giovane e senza malizia, piuttosto, teneramente timida come testimonia la torsione del collo che sposta il volto nell’ombra e lo fa scomparire dalla portata dello sguardo del fotografo, e anche dalla nostra.
La genialità dello scatto è nel suo mistero, nel suo silenzio.
Info: Settore Cultura, Turismo, Musei e Biblioteche U.O.C. Mostre, Manifestazioni e Spettacoli – Comune di Padova