A nordest c’è una squadra regina, ritornata dominante, è la Famila Wuber Schio, all’11’° scudetto, conquistato giovedì sera a Bologna, contro la Virtus, in gara4.
Famila Schio una storia di 25 anni
Da un quarto di secolo la società scledense è in mano a Marcello Cestaro, 84 anni, l’ex presidente del Padova calcio, e vanta anche 13 coppe Italia e 12 supercoppe.
Coglie il triplete nazionale con relativa facilità, mentre la bacheca europea è ferma a due coppe Ronchetti e una Eurocup, peraltro quest’anno in Eurolega ha mancato la final four alla terza partita, in Repubblica Ceca.
La finale della Famila Schio
Le orange dilagano al PalaDozza come nelle due finali in casa, avevano in mano anche gara-3, sul +15, si erano fatte superare solo a 20” dalla fine.
Per il quintetto del greco Giorgios Dikaioulakos 22 punti della francese Sandrine Gruda, 35 anni, 21 di Kitija Laksa, lettone, e 12 di Giorgia Sottana. Fra le bianconere non bastano i 26 di Ivana Dojkic, croata, i 13 di Cecilia Zandalasini e gli 11 Francesca Pasa. Le Vnere restano incollate sino all’11 pari e poi subiscono Laksa, in particolare, per il 16-24 del primo intervallo. Schio domina vicino a canestro, come sempre, con le lunghe Gruda, Andrè e Keys, il 31-50 a fine primo tempo è significativo. La squadra della veneziana Angela Gianolla, che da 15 giorni ha sostituito l’esonerato Lino Lardo, anche ct azzurro, raggiunge i 20 punti di ritardo sulla tripla di Crippa, il gap arriva persino a 24 lunghezze. Dojkic regala un pizzico di speranza alle bolognesi ma a 5’ dal termine il verdetto è scritto, a favore delle arancioni.
Imbattute
Che hanno dominato la stagione, imbattute in stagione regolare e sconfitte soltanto in gara1 della semifinale, 65-77 dalla Passalacqua Ragusa, a sorpresa.
Come aveva sorpreso la rimonta della Virtus martedì, davanti al presidente della federbasket Gianni Petrucci e al sottosegretario dell’Emilia Romagna Gianmaria Manghi. Bologna voleva il doppio scudetto, insegue la conferma al maschile e per imporsi fra le donne ha preso proprio Cecilia Zandalasini, 4 anni fa campionessa Nba con Minnesota, anche se da riserva, e Francesca Pasa, figlia di Daniele, l’ex Udinese, ai tempi di Zico, dal 2005 allenatore di calcio in molte squadre venete.
La punta di diamante della Famila Schio
Le scledensi godono della propulsione di Giorgia Sottana, 34 anni, e dell’eclettismo di Francesca Dotto. Nella rosa arancione anche Diamond De Shields, americana reduce da tre stagioni in Wnba, a Chicago, la guardia Beatrice Del Pero e poi la regista Costanza Verona e Mutterle. Fra le protagoniste delle stagione Kim Mestdagh, belga, guardia, la migliore in gara-3 a Praga, in Eurolega, e Charlie Collier, pivot americana, arrivata da Dallas, Wnba.
Mvp delle finali tricolore è Kitija Laksa, come già in supercoppa e coppa Italia.
La gioia di De Angelis
Gioisce il gm Paolo De Angelis, grande artefice di questi anni d’oro di Schio, iniziati nel 2005, e non il trevigiano Massimo Zanetti, presidente della Virtus Bologna, che dal 2019 ha creato anche la squadra femminile. E’ festa per i 150 tifosi arrivati dal vicentino, fra i quasi 3500 spettatori del palaDozza, grazie alla scelta della Virtus di non far pagare il biglietto, per gara4. Felicità è nel volto della team manager Raffaella Masciadri, 42 anni, vincitrice della bellezza di 15 scudetti, i primi 5 alla Comense.
Il record
E’ un record assoluto, per lo sport italiano di squadra, a questi livelli. Le migliori arrivano a guadagnare 100mila euro, giusto 10 anni fa il titolo “Guadagniamo poco” su Libero, scelto da Fabrizio Biasin, fece arrabbiare proprio De Angelis.
Chi vola negli USA
Era la nostra intervista a Laura Macchi, Chicca, già in Nba femminile, alle Los Angeles Sparks.
La prima italiana in Wnba fu la vicentina Catarina Pollini, selezionata nel 1997 dalle Houston Comets. La “zarina” vinse il titolo con Houston e in America aveva già giocato a livello universitario.
Nel 2002 toccò a Susanna Bonfiglio che da Priolo passò a Phoenix. 2004 le Los Angeles Sparks presero anche Raffaella Masciadri, notata da coach Michael Cooper arrivato in Italia per seguire Macchi. Nel 2005 le Seattle Storm ingaggiarono Francesca Zara: l’ala di Bassano, che veniva da due stagioni a Napoli, giocò solo un anno in Usa e poi si trasferì allo Spartak Mosca.
2007 fu la volta di Kathrin Ress, lunga altoatesina, frequentò il college a Boston e poi fu scelta dalle Minnesota Lynx. Nel 2017, Zandalasini passò da Schio a Minnesota e dopo un anno in Turchia, al Fenerbahçe. Il mese scorso è stata scelta da Seattle Storm l’umbra Lorela Cubaj, 23 anni, di origine albanese, è passata dalla Reyer Venezia al college Georgia institute of tecnology. Insomma c’è tanto di nordest nel basket femminile italiano e non solo.