Per arrivare all’essenza è necessario un percorso lungo che consenta di conoscere ogni aspetto della nostra creatività. E nel caso di un artista è un viatico quanto mai necessario. Un percorso interiorizzato da Claudio Brunello, artista concettuale materico che ha attraversato l’Optical Art, l’Informale per poi approdare, con certezza, al concettuale materico e alla realizzazione di installazioni. Veneto di nascita, classe 1954 Brunello all’età di sei mesi si trasferisce a Torino con la famiglia ed è nel capoluogo piemontese che muove i primi passi nell’arte.
“Sono partito dall’Optical Art puro, senza materia – spiega Brunello che oggi vive a Bassano del Grappa – un’operazione mentale, un’astrazione che potesse dare solo valore alla luce che nel costruito astratto. Oggi sono arrivato al concettuale materico per esprimere un messaggio, per delineare un racconto, anche per mezzo di installazioni”.
Brunello, le installazioni sono come i mandala, si realizzano per poi essere distrutti?
“Proprio così, sono però operazioni culturali finalizzate a un pensiero. A differenza delle opere pittoriche, in generale non strizzano l’occhio all’estetica, non devono compiacere l’occhio di chi le osserva. Anche se ho avuto anch’io il mio periodo Informale negli anni ’80 per poi decidermi definitivamente per il concettuale materico”.
Come si diventa artista?
“Ho cominciato a dipingere e a interessarmi all’arte a 17 anni per ‘colpa’ di un insegnante dal forte carisma. Il primo amore è stato sicuramente il Bauhaus, eravamo tutti infervorati dal quel movimento e dalle suggestioni che ci trasmetteva. Un altro momento topico per me è stato l’ascolto del disco dei Pink Floyd ‘Ummagumma’, questi due elementi hanno acceso una lampadina nella mia mente di adolescente portandomi naturalmente verso la riflessione artistica e all’amore per l’arte contemporanea e la sperimentazione”.
Brunello, un amore che si è alimentato anche grazie al milieu torinese dell’epoca, siamo negli anni ’70
“Esattamente, nel ’71-72 a Torino gli artisti facevano o arte povera oppure Optical Art”.
Brunello e Passoni
Claudio Brunello ha un incontro importante con il critico d’arte Aldo Passoni allora direttore della Galleria d’Arte Moderna di Torino, con cui inizia a collaborare. E’ un fermento artistico quello che anima i circoli torinesi, Brunello si confronta con artisti del calibro di Sergio Agosti, Bruno Zerbini e Conterosito. Nel 1973 vince il Premio “Cairoli”, concorso d’arte contemporanea, è più volte segnalato in diversi Premi d’Arte, viene invitato a partecipare alla realizzazione di una grande tela “Giovani per i Giovani”, eseguita dal vivo nella città di Chieri (Torino) e rappresenta il Piemonte alla Galleria Giorgi di Firenze.
Nel 1974, però, torna a Bassano del Grappa, e il mondo cambia
“Sì il cambiamento tra Torino e il Veneto è stato decisamente straniante, sono passato da una precisione millimetrica a un’allegra e bonaria approssimazione. Del resto, il cambiamento ha sempre fatto parte della mia vita e della mia Weltanschauung. A Torino facevo Optical Art per cui dovevo essere matematico nella realizzazione delle mie opere, in Veneto sono passato all’Informale che mi concedeva maggiore libertà. Ho fatto il Dj fino ai trent’anni, e organizzato mostre, ho realizzato curatele e incontri culturali.
L’Informale non mi bastava. L’incontro con l’Arte Concettuale e Fluxus mi ha catapultato in un mondo completamente sconosciuto e meraviglioso da esplorare. Nei primi anni duemila sono stato folgorato dalla materia: catrame, carta, legno, ferro, corde e schede informatiche. Le opere concettuali materiche affascinano la mia creatività. Negli ultimi anni mi sono orientato verso un materico piuttosto pensante, ho imparato a utilizzare il cemento a presa rapida.
Nel 2002 ho iniziato a realizzare tele quadrate di piccolo formato, che singole o associate fra di loro nella fattispecie di cellule o tessere autonome creano possibili assemblaggi in continua mutazione”.
Sono opere che hanno come cornice pannelli di ferro o di rame che danno un tono prezioso all’opera. Alcune di queste trasportano in mondi rarefatti come i titoli che le accompagnano: “Strati dentro”, “Divenire”, “Ascesa”, sembrano canzoni di Franco Battiato
“Sì danno spessore e profondità e contengono probabilmente una ricerca spirituale. Nel tempo ho iniziato a utilizzare dei formati di cm.: 25×25, 30×30, 40×40, fino ad arrivare oggi alla misura di 80x80cm. Adesso ho una prevalenza per il colore bianco e ho ridotto la produzione e realizzo 3-4 opere l’anno, in quanto impegnato, entro Giugno pubblicherò un libro dove cercherò, con un linguaggio ‘potabile’ di introdurre la conoscenza sull’Arte Contemporanea dal secondo dopoguerra agli anni duemila”.
La bellezza, come si dice, è figlia dei tempi lunghi. Claudio Brunello ha esposto in Italia e all’estero, le sue opere sono presenti in numerose collezioni private e pubbliche.
Brava antonella e bravo claudio. Avete trattato la tematica del concettuale molto difficile da capire in linguaggio “ potabile “ del sentire…. Anna B