“La libertà è la possibilità di dubitare, la possibilità di sbagliare, la possibilità di cercare, di esperimentare, di dire di no a una qualsiasi autorità, letteraria artistica filosofica religiosa sociale, e anche politica”. Ignazio Silone. Lo scrittore abruzzese, universalmente noto per “Fontamara” nasce il 1o maggio del 1900 a Pescina. L’incipit appartiene al suo libro: “Uscita di sicurezza ”. Con lui apriamo la classifica di un mese che annovera compleanni importanti come Niccolò Machiavelli, 3 maggio 1469 e il padre della psicoanalisi Sigmund Freud, 6 maggio 1856.
Il legame con Venezia
Ignazio Silone ha un grande legame con Venezia, nel 1954 è presidente della Mostra del Cinema. Da segnalare quell’anno i Leoni d’argento a Fellini, Kurosawa, Kazan e la Coppa Volpi a Jean Gabin. Completamente ignorato il capolavoro di Luchino Visconti “Senso”.
Silone vince il Super Campiello nel 1968 con “L’avventura d’un povero cristiano” che sarà un grande successo editoriale.
Ah..il piacere di leggere
A proposito di successi editoriali entriamo nel nostro luogo preferito, dove il profumo dei libri si espande piacevolmente assieme a quello del caffè e dove possiamo incontrare gli autori per discutere con loro sulle ultime novità letterarie. Entriamo alla Libreria Lovat con le belle sedi a nordest: Villorba (Treviso) e Trieste.
Ecco la classifica che ci hanno preparato sulla base del gradimento dei lettori, ci sono conferme e novità molto interessanti che vogliamo segnalarvi.
- Carofiglio – Rancore – Einaudi
- Righetto – La stanza delle mele – Feltrinelli
- Grossman – Stalingrado – Adelphi
- Marzo Magno – Venezia – Laterza
- Doom – Il fabbricante di lacrime – Salani
- Allende – Violeta – Feltrinelli
- Strada -Una persona alla volta – Feltrinelli
- Andreoli – Lo faccio per me – Rizzoli
- Rodari – La luna di Kiev – Einaudi Ragazzi
- Rampini – Suicidio occidentale – Mondadori
Rancore domina ancora
In vetta sempre Gianrico Carofiglio con il suo ultimo romanzo: “Rancore” (Einaudi). Dopo aver aperto con grande successo il filone del thriller legale italiano, l’autore si interroga su aspetti fondamentali che riguardano i sentimenti delle vittime di reati. Cosa vogliono realmente?
“La punizione – la vendetta più o meno regolata dalle leggi – è in gran parte un’illusione ottica. Ciò che le vittime vogliono davvero è la verità. L’unica cosa che nel lungo periodo è capace di guarire le ferite, di placare il dolore”.
La stanza delle mele
Secondo posto per lo scrittore, ricercatore e docente di lettere padovano Matteo Righetto: “La stanza delle mele” (Feltrinelli). L’autore è grande esperto nel narrare la montagna, le sue meraviglie e i misteri di un territorio che non è solo geografico, è un mondo pervaso da sentimenti e sensazioni intime e forti.
Leggiamo tra le pagine: “Rispetto alla luce del sole che fuori inondava le vie del paese, nella bottega regnava un buio pesto e un silenzio meraviglioso. E un profumo intenso e persistente di cirmolo che respirò a fondo per gustarselo tutto. Le essenze legnose e resinose sprigionate nell’aria diedero a Giacomo un senso di pace”.
Tra le sue opere: Savana Padana, Bacchiglione Blues, Dove porta la neve, Il passo del vento scritto assieme a Mauro Corona.
Stalingrado, mai così attuale
Il pubblico dei lettori sta accogliendo con grande interesse l’uscita del capolavoro di Vasilij Grossman “Stalingrado” (Adelphi), che esce dopo settant’anni con la prima traduzione italiana. Ucraino di famiglia ebraica, Grossman (1905 – 1964), è stato definito il Tolstoj dell’Unione Sovietica, grazie al suo celebre “Vita e destino”.
“Stalingrado” narrauna Russia turbolenta che reagisce con forza all’invasione nazista. Un romanzo storico monumentale pervaso anche dalle vicende intime di una famiglia durante l’imminente battaglia.
Tra i primi anche Venezia
Tra i primi posti ritroviamo lo scrittore veneziano Alessandro Marzo Magno: “Venezia. Una storia di mare e di terra” (Laterza). L’autore coinvolge il pubblico con la seduzione del cronista e la conoscenza dello storico, elaborando un viaggio nei centri più importanti e significativi per la città di Venezia: Cipro, Creta, Zara, fino alla fortezza di Palmanova. Un percorso affascinante tra acqua e terra, pieno di sorprese.
La novità
Arriva nel medagliere un libro che potremmo definire uno sguardo liberatorio sull’essere donne e madri. “Lo faccio per me. Essere madri senza il mito del sacrificio” di Stefania Andreoli, (Rizzoli).
Incipit di Sibilla Aleramo: Perché della maternità adoriamo il sacrifizio? Donde è scesa a noi questa inumana idea dell’immolazione materna?
Chi è Stefania Andreoli
L’autrice è una psicologa e psicoterapeuta molto nota, lavora da sempre con adolescenti, famiglie, scuola. Consulente tra gli altri per Walt Disney, Mondadori, Fabbri, De Agostini. Presidente dell’Associazione Alice Onlus, firma del Corriere della Sera. Consulente del Ministero dell’Interno per le politiche di contrasto alla violenza di genere. Tiene sul suo profilo Instagram una rubrica dove trovano spazio le domande dei genitori, soprattutto mamme, quasi sempre sull’orlo di una crisi di nervi.
Nel difficile momento delle scelte sembra sottinteso che l’unica decisione di vita per una madre sia deontologicamente questa: lo faccio per mio figlio. “Lo faccio per me” è una frase che ha il sapore del puro egoismo. Ma è proprio così? Stefania Andreoli affronta le ragioni storiche e culturali legate ai falsi miti del sacrificio e alla distorta interpretazione del mitico istinto materno. Una visione diversa che rovescia alcuni stereotipi a vantaggio di una molteplicità di valori dell’identità femminile.
Ritorna Rodari
Ecco il libro del momento nella classica della prima settimana di maggio. Porta la firma di uno scrittore indimenticabile Gianni Rodari. I racconti che scrisse negli anni Cinquanta rinnovarono la letteratura per l’infanzia, il suo messaggio universale sulla pace, la guerra, la disuguaglianza e la libertà è innovativo più che mai.
Splende la Luna di Kiev
A quasi settant’anni dalla prima pubblicazione, esce il celebre componimento tratto dalla raccolta “Filastrocche in cielo e in terra”: “La luna di Kiev” illustrata da Beatrice Alemagna. (Einaudi Ragazzi).
Subito dopo lo scoppio della guerra la filastrocca è “pacificamente esplosa” sui social condivisa migliaia di volte, rimbalzando sui media nazionali e diventando simbolo di pace.
Il ricavato delle vendite de “La luna di Kiev” sarà interamente devoluto alla Croce Rossa Italiana per l’Emergenza in Ucraina.
La filastrocca
La genesi di questa filastrocca parte dalla lettera che una bambina di Kiev scrisse a Gianni Rodari nel maggio del 1956, quando lo scrittore lavorava al quotidiano L’Unità. La bambina chiedeva: perché la luna brilla? Così nacque la poesia, con la quale ci salutiamo. Buona lettura!
Chissà se la luna
di Kiev
è bella
come la luna di Roma,
chissà se è la stessa
o soltanto sua sorella…
– Ma son sempre quella! –
la luna protesta – non sono mica
un berretto da notte sulla tua testa!
Viaggiando quassù
fò luce a tutti quanti,
dalla Cina al Perù,
dall’Ucraina al Lazio,
e i miei raggi
non pagano dazio.
Grazie Elisabetta!
Dott.ssa Elisabetta grazie per l’aggiornamento sui libri più letti nelle Librerie Lovat. Mi è piaciuta molto la citazione della straordinaria Sibilla Aleramo, non solo come scrittrice, ma come donna libera, nelle scelte di vita e negli amori, in una società medievale: costretta a sposare il suo stupratore, poi proprio a pochi chilometri da casa mia. Il ricordo di Gianni Rodari è sempre bello, torniamo bambini, ci dimentichiamo delle asperità della vita e chissà se la Luna di Kiev potrà a tornare a splendere: libera??!!
Non condivido la riflessione di Carofiglio sui reali sentimenti delle vittime di reati. Certo importantissima è la ricerca della verità sui fatti accertati, ma è anche l’adeguata punizione che ne deriva. In Italia, a mio avviso, il problema non è l’eccesso di giustizialismo, ma la carenza di giustizia. Le vittime, molto spesso, non trovano il colpevole e i colpevoli, molto spesso, invece, la fanno franca. Amara e dolorosa constatazione