Il femminile visto con lo sguardo di una donna non giudicante. È questa la tenerezza che si legge nei ritratti realizzati da Marlene Compostella, pittrice bassanese che nel suo percorso artistico ha sperimentato tutte le tecniche: dalla serigrafia all’incisione, dalla grafica pubblicitaria al restauro degli affreschi, attività che pratica ancora regolarmente, fino alla copie d’autore.
Solo donne nei ritratti di Marlene, come se il femminile potesse esprimere un universo di emozioni che accompagnano ogni istante. Emozioni che sembrano avvincere gli uomini che sono i principali acquirenti delle opere di Compostella.
Marlene e le sue donne
Nulla di erotico o erotizzante nelle donne di Marlene, piuttosto una sottile velo di malinconia che le rende sicuramente più affascinanti.
Incontriamo Marlene in una pausa tra un lavoro di restauro e la preparazione di un’opera a base di resina epossidica, elemento di cui si avvale.
“Sono appassionata del ritratto femminile – racconta – perché sin dalla più tenera età ero attratta dalle opere di Tamara De Lempicka, dall’eleganza di queste donne degli ’30 e ’40 dal mistero che aleggiava nei loro occhi”.
Marlene, occhi sempre lontani e malinconici, un po’ come quelli delle sue donne?
“Sì, adoro quella malinconia, così femminile e inafferrabile che caratterizza anche lo sguardo delle mie donne. Forse perché ogni donna ritratta rappresenta uno stato d’animo che è anche il mio. Nel volto di una donna si può leggere ogni singola emozione, ogni più piccolo cambiamento del cuore. Tutto traspare eppure resta avvolto nel mistero”.
Enigmatiche
Enigmatiche come le splendide creature di De Lempicka, tra foulard di seta e occhi dove troneggia un’ambiguità seducente, i ritratti di Compostella toccano le corde dell’inconscio e sembrano turbare e attrarre in particolare gli uomini.
“Ho riflettuto su questa nostra conversazione e mi sono resa conto che sono soprattutto gli uomini ad avere acquistato i miei ritratti femminili”. Sarebbe bello soffermarsi su questo dato e analizzarlo anche a partire da un concetto di emancipazione femminile e “sorellanza” tra donne, ma l’arte di Compostella suscita questo e molti altri interessanti ragionamenti.
Marlene e le tecniche antiche
Profonda conoscitrice delle tecniche antiche di produzione dei colori, Compostella lavora con pigmenti miscelati ad olio, caseina, tuorlo d’uovo, come facevano i grandi maestri, così ricrea i colori del Rinascimento. Tuttavia, Marlene Compostella come tutti gli artisti ama sperimentare.
“Amo moltissimo lavorare con la materia – continua l’artista – a un certo punto mi sono resa conto che l’olio non mi bastava, ero alla ricerca di qualcosa di nuovo e ho iniziato a utilizzare la resina epossidica che mi consentiva di avere quell’effetto di tridimensionalità che cercavo. La resina è un materiale che riesce sempre a sorprenderti, puoi lavorarlo, accompagnarlo ma anche lasciarlo prendere la sua direzione, il risultato è sempre interessante e originale. Lascio che la materia si ricrei come desidera”.
Donne e sempre donne, è forse la ricerca del suo sé femminile più nascosto?
“Mi sono concentrata anche sulla figura della geisha che ho ritratto in molti modi e che mi ha permesso di arrivare tra i venti finalisti di pittura del Premio Arte Cairo. Sono donne che sembrano perfette e in realtà sono create secondo una logica maschile di cui spesso sono vittime. Tuttavia, la geisha esercita un potere estremamente sottile nei confronti degli uomini che in qualche caso li assoggetta. Ma la violenza psicologica resta l’elemento che balza agli occhi, elemento che purtroppo pervade la nostra società e che non mi stanco di indagare. Infatti ,riprenderò il mio lavoro sui ritratti di geishe, proprio in questi giorni sto sperimentando i pigmenti metallici, vediamo cosa ne uscirà”.
Bellissimo articolo,e bellissima Marlene,ho la fortuna di avere in casa una sua opera,e la fortuna di averla conosciuta di persona..spero un giorno di rincontrarla..creatura meravigliosa 😊