Il peggiorare degli eventi causati dalla guerra Russo-Ucraina, che in Europa avevamo già “dimenticato” quasi fosse solo un brutto sogno appartenente al passato, aggrava una crisi energetica che si era già appalesata da alcuni mesi e che pone un interrogativo pesante all’Italia, che si trova a dover risolvere un serio problema strategico. Dove approvvigionarsi di energia e quali fonti sfruttare per soddisfare la richiesta delle industrie, delle abitazioni e, in poche parole, come poter continuare e scaldarsi e ad accendere la luce. La situazione attuale rende indifferibile, pur con tutte le sue complessità e criticità, il momento in cui sostituire definitivamente le fonti fossili e costruire un sistema energetico rinnovabile, pulito e sicuro basato sulle energie rinnovabili.
Energie rinnovabili e come affrontare il problema
Fin da adesso (e forse è già tardi!), dovremo affrontare il problema della sostituzione del gas fossile e decidere su quale diversa combinazione energetica fare affidamento. L’obiettivo numero uno è, indubbiamente, iniziare a investire subito e in modo massiccio sulle energie rinnovabili, che sono sicure e pulite e che possono essere installate praticamente dovunque e in tempi relativamente rapidi, così da ridurre enormemente la dipendenza energetica dell’Italia da altri Paesi, abbassando i costi e riducendo il rischio dell’inflazione.
Chi opera nel settore dell’energia ha le idee chiare e chiaramente le ha espresse
Nel nostro Paese, siamo in grado di installare 60 GW di energie rinnovabili in 3 anni, posto che si provveda a velocizzare la burocrazia. Ma cosa significa 60 GW in termini comprensibili a tutti? Produrre 60 GW di energie da fonti rinnovabili permetterebbe di sostituire 15 miliardi di metri cubi di metano (che è 7 volte di più di quanto abbia previsto il Governo in termini di aumento della produzione del gas), e permetterebbe di generare 80 miliardi di kilowattora all’anno, più di quanto produrrebbero 6 centrali nucleari.
Cosa si migliora con le energie rinnovabili
Grazie all’impiego di energie rinnovabili, per esempio, potremmo ottenere il 75% della produzione nel 2030 e il 100% nel 2040. Ecco perché l’efficienza energetica, raggiungibile anche attraverso strumenti come il Superbonus 110%, e tutti gli altri interventi di ristrutturazione edilizia, isolamento degli edifici o installazione di pompe di calore, è fondamentale per renderci indipendenti dai combustibili fossili.
Sono considerazioni che i Governi, prima o poi, dovranno fare, perché l’Europa spende quasi 270 miliardi di Euro all’anno per importare combustibili fossili. Se solo ci fosse una precisa volontà politica di Governo, si potrebbero velocizzare al massimo le pratiche autorizzative e dare il via libera alla produzione di energia da fonti rinnovabili, anziché usare una inconsueta solerzia per autorizzare in fretta e furia la trivellazione dei nostri mari o la riapertura delle centrali elettriche a carbone.
Energie rinnovabili per evitare la crisi
La transizione ecologica è semplicemente una scelta che non possiamo rinviare ancora. Per evitare il rischio di ritrovarci, tra pochi anni o addirittura pochi mesi, alla mercé di una nuova crisi energetica. E, invece, l’Italia torna al fossile, mentre la Germania, per esempio, accelera verso le rinnovabili. Per fronteggiare la crisi energetica che stiamo vivendo in questi giorni, il nostro Paese punta tutto sul fossile. Partendo dal presupposto che attingere alle fonti più inquinanti sia l’unica soluzione a disposizione. Invece, il caso della Germania (ma non solo di essa), ci racconta un’altra storia. Anche Berlino, come e più di noi, deve riorganizzazione i propri approvvigionamenti energetici a causa dell’eccessiva dipendenza dal gas russo.
La scelta della Germania
Eppure, la strategia scelta da loro è di verso opposto a quella fatta da noi e, cioè, spingere sulle rinnovabili. La Germania, nel tentativo di rispettare gli obiettivi di sostenibilità concordati a livello di UE, ha deciso di incrementare i suoi progetti di messa in opera di impianti di produzione di energia eolica e solare.
Questo, nonostante il fatto che ridurre le importazioni di gas naturale dalla Russia sia stato, per loro, tutt’altro che facile. Ma, anziché cercare nuovi fornitori di gas o riaprire le centrali a carbone, Berlino sta per varare una nuova Legge sulle fonti di energia rinnovabili. Con l’obiettivo di farla entrare in vigore entro dal prossimo 1° Luglio.
Gli incentivi per le energie rinnovabili
Questa Legge prevede incentivi e sovvenzioni per i nuovi pannelli solari sui tetti. E, entro il 2028, l’aumento della nuova capacità installata a 20 gigawatt per il solare.
Ancor più ambiziosi, invece, gli obiettivi per l’eolico
Quello onshore (sulla terraferma), entro il 2027, aumenterebbe di 10 GW all’anno. Fino ad arrivare a 110 GW complessivi entro il 2035, anno in cui l’energia eolica offshore (lontano dalla costa) dovrebbe raggiungere i 30 GW; in questo modo, entro il 2030, le fonti rinnovabili soddisferanno l’80% del fabbisogno elettrico della Germania e, nel programma, il 100% entro il 2035. In Italia, nelle ultime settimane, la parola d’ordine del Ministero della Transizione Ecologica è: diversificazione.
Energie rinnovabili e crisi Ucraina
La crisi in Ucraina ha messo in evidenza le fragilità del sistema energetico italiano. E, così, correre ai ripari per arginare le conseguenze di questo evento (ma non solo di questo!) è un dovere del nostro Paese, così come dovrebbe esserlo, e lo è, anche per tutti gli altri. Nel nostro caso, nonostante le potenzialità del nostro territorio, anziché “sfruttare” la tragica occasione che ci si presenta per cercare di avvicinarci quanto più possibile agli obiettivi europei, l’unica cosa che diversificheremo saranno i fornitori di gas fossile.
La situazione in Italia
Se, come ha annunciato il ministro Cingolani, in 24-30 mesi saremo indipendenti dal gas della Russia, il rischio è che lo diventeremo da altri Paesi. Basti penare che dei 29 miliardi di metri cubi di gas che ogni anno l’Italia importa dalla Russia, circa 16 miliardi di metri cubi saranno rimpiazzati da altri fornitori. E, per il resto, incentiveremo i processi di rigassificazione e rinforzeremo le nostre infrastrutture. Quindi, in pratica, aumenteremo la nostra produzione di gas e diventeremo, per quello che manca, dipendenti da Algeria, Libia, Qatar, Azerbaijan, ecc. Tutte nazioni famose per la loro instabilità politica.
Da ultimo, per quanto riguarda la possibilità di riaprire le centrali a carbone, il ministro rassicura che, al massimo, si potrebbero mandare a pieno regime quelle ancora in funzione di Brindisi e Civitavecchia. Il vero problema, però è che sulle rinnovabili, invece, tutto tace.