La scorsa settimana alla Milli Gimnastika Arena di Baku è sventolato il Leone di San Marco, fieramente esposto da Salvatore Maresca, ginnasta campano che nella finale di specialità agli anelli ha gareggiato con l’unico obiettivo di dedicare la vittoria della medaglia d’oro, poi arrivata, al veneto e compagno più piccolo Nic Mozzato. Il 22enne è stato il grande assente in pedana per il grave incidente durante la qualificazione al volteggio, che ha portato alla rottura del piatto tibiale e del legamento crociato posteriore di entrambi gli arti. Un infortunio grave, arrivato proprio quando Nicolò si era ripreso dai problemi alla spalla sottoposta ad intervento nel dicembre 2020. In settimana Mozzato si è operato presso l’istituto ortopedico Galeazzi di Milano e l’esito comunicato dal dottor Roberto Pozzoni si è rivelato confortante.
Nic Mozzato, come sta?
“Mentalmente devo ancora trovare un ordine e per farlo mi servirà tempo, anche se questo adesso proprio non mi manca. Sono appena tornato a casa e aspetto di iniziare il percorso di riabilitazione che mi attende. Il chirurgo e la sua equipe mi hanno trasmesso fiducia, sono soddisfatti di come è andata l’operazione e anche le lastre del giorno successivo sono state positive. Di intervento ne è bastato uno per riuscire a fare tutto e fortunatamente è andato molto bene”.
Quando inizierà a programmare il recupero?
“L’intervento è stato complicato, quindi ogni decisione sarà ponderata e verrà presa con la dovuta calma. Attualmente sulla gamba destra ho due viti, a causa delle mal condizioni del crociato posteriore, di quello anteriore e della frattura dell’impianto tibiale, ed ho del cemento in entrambe le ginocchia. Tra un mese, quando i punti saranno messi meglio, inizierò a programmare il recupero, ma adesso voglio solo rimanere tranquillo”.
Rientrare in Italia da Baku è stata un’odissea
“Il viaggio è stato straziante, pieno di intoppi che lo hanno reso interminabile. Mi sono fatto male verso le cinque di pomeriggio e il volo di ritorno, dopo aver fatto subito le lastre nell’ospedale più vicino, era programmato per le due di notte. Fino alle nove di mattina, tra scali e problemi con aerei non attrezzati, ero ancora in giro per il mondo. Giunto all’istituto ortopedico Galeazzi di Milano, sono stato accolto molto bene. Li ringrazio ancora”.
Nic Mozzato, stava ritornando al top della forma, quanto voglia ha di riprendersi anche questa volta?
“Tanta, purtroppo mi sono fatto male quando stavo tornando a sentirmi a mio agio completamente, abbandonando quelle paure per la spalla che mi sono portato dietro fino a poco tempo fa. Cerco di prendere questo infortunio nella miglior maniera possibile. Magari Dio ha voluto che mi facessi male adesso e non più tardi, quando ci saranno in ballo obiettivi importanti. La testa è alla qualificazione per le Olimpiadi di Parigi, so che c’è tempo e per questo non mi metto pressioni ed ansia per arrivarci pronto”.
Maresca le ha dedicato la vittoria. Che supporto le hanno dato i suoi amici?
“Avere persone positive attorno è una fortuna, specie se il momento è complicato. Salvatore e gli altri miei compagni hanno assistito a momenti per me difficilissimi e mi sono stati d’aiuto in una situazione che mi ha buttato giù di testa. La dedica è stata bellissima, avrei voluto festeggiare io con la bandiera, ma non potendo ci ha fortunatamente pensato Salvatore”.
A Nic Mozzato gli auguri di Stefano
Ai nostri auguri di pronta guarigione, si è voluto unire anche Stefano Patron, compagno e amico di Nicolò Mozzato: «Il destino è stato beffardo con Nicolò, che si è fatto male proprio quando aveva recuperato ormai completamente dai precedenti problemi. Non ci voleva, ma lo conosco bene e so che è uno tosto, di quelli che non mollano e che sanno superare le difficoltà tornando più forti di prima. Come mi ha detto lui: “È solo una breve fase di stallo prima del decollo”. Me lo immagino già nell’appuntamento più importante del quadriennio, al Campionato del Mondo del prossimo anno, quando proveremo a qualificare la squadra alle Olimpiadi di Parigi. Ovviamente con Nicolò in pedana».