L’Italdonne fa meglio dei maschi e va al mondiale senza spareggi. E’ il verdetto di Parma, del 7-0, sulla Lituania, vittoria scontata. Ma la grande sorpresa arriva dalla Romania, in grado di fermare la Svizzera, che era stata capace di vincere a Palermo per 2-1, all’andata.
Ora L’Italdonne doveva pensare solo alla Lituania
Si gioca martedì e le azzurre devono vincere, non importa lo scarto, a differenza di quanto sarebbe accaduto se le elvetiche non fossero state bloccate. Si può fare, perchè l’Italia comunque è superiore alle rossocrociate. Allo stadio Ennio Tardini, dunque, sblocca in avvio Arianna Caruso, romana della Juve, l’unica titolare non nel gruppo mondiale di tre anni fa. La triestina Sara Gama va al tiro due volte da fuori, gioca molto staccata dietro, chiede di aumentare il ritmo e uscirà all’intervallo.
L’Italdonne raddoppia e triplica
Cappellini, bandiere, cori che ogni tanto partono, il clima è da dopo Europeo maschile, non da eliminazione con la Macedonia. Le accelerazioni azzurre sono interessanti e trascinanti, il raddoppio è su errore difensivo delle baltiche, su cross da sinistra, segna Valentina Bergamaschi, esterno destro del Milan a tutta fascia, teoricamente difensivo. Le gialloblù sono fragili sulla destra, Cernoia sfonda, la difesa non libera e arriva anche il tris grazie alla determinazione sotto porta di Arianna Caruso.
Discoteca all’intervallo, come in tanti eventi, e iniziativa della Figc contro il razzismo
Arriva il poker dell’Italdonne
Nel secondo tempo arriva anche la punizione magistrale di Valentina Cernoia. A gestire le grafiche del tabellone e quanto è comunicazione per gli spettatori c’è Nicolò Fabris, ufficio stampa Parma, responsabile dei social, vicentino, che iniziò da deejay, in Spagna, ed è un perfetto speaker, com’è stato anche in radio, anni fa, raccontando proprio i crociati.
Spettacolo da favola
Qui funziona tutto a meraviglia, come per le partite del Parma in serie B, ancora in lotta per i playoff ma con un grande passato e una proprietà potenzialmente da Europa league.
L’Italdonne dilaga
Applausi ai cambi, si affaccia Maria Luisa Filangeri, palermitana di Partinico, del Sassuolo, una delle tante giovani convocate da Milena Bertolini. Una traversa, la spinta non si affievolisce, arriva la rete anche di Daniela Sabatino, quasi 37enne, in gol dal 2000. Lei aveva 15 anni quando già incideva in serie A, da allora il livello è aumentato e di tanto. Non quello dell’Ucraina, trafitta di nuovo da Bergamaschi. Il settimo sigillo è di Tatiana Bonetti, si scatena nell’esultanza perchè è il primo in nazionale.
L’allenatrice
Milena Bertolini è all’ultimo raduno, prima dell’Europeo in Inghilterra, mentre il mondiale sarà l’anno prossimo, in Australia e Nuova Zelanda.
“Ho convocato 26 giocatrici – racconta Bertolini -, anche considerato il covid, Serturini si è negativizzata”.
La mancata qualificazione al maschile porta più visibilità al femminile. Fra due anni, l’Italia si innamora di nuovo delle donne, come ai mondiali?
“Chi vede per la prima volta il femminile, se ne innamora. In mezzo c’è l’Europeo, ci andiamo per mostrare bel gioco, fa parte del dna di questo sport colpire il pubblico”.
“Dal 2015 la federazione ha messo risorse, facendo compiere passi in avanti enormi, anche alle nazionali giovanili, come l’under 19. In questi 7 anni sono arrivati i club professionistici, è aumentata la base. Tante giovani sono vicine al salto, serve il coraggio di impiegarle nelle prime squadre, molte sono nelle Primavere. Non prendiamo straniere di terza e quarta fascia perchè rubino loro il posto. Dall’under 16 all’under 23 la filosofia è unica, punta sul gioco”.
La capitana dell’Italdonne
E poi le risposte di Sara Gama, la capitana: “E’ importante dare nuova linfa, le giovani servono per dare il ricambio, il nostro sport è fatto di relazioni, in campo e fuori”.
Milena Bertolini ha cambiato la storia del femminile
“Niente sarebbe stato possibile senza di lei, ha offerto un grosso cambiamento sulla panchina azzurra. Servono le persone giuste al posto giusto, più di tutte meritava il ruolo, per la conoscenza di questo mondo: non ci si inventa niente, aveva club e trofei importanti alle spalle. Non esiste controprova, ma lei è stata fondamentale”.
Anche per le idee fuori dal campo.