Resta Roberto Mancini, dunque, di sicuro sino a fine stagione ma dovrebbe andare avanti sino al prossimo Europeo, del 2024, in Germania. Dove segnò il suo primo gol in nazionale, nell’88, a Dusseldorf, nella gara d’esordio contro i tedeschi, allora dell’Ovest. Era la rete dello 0-1 (poi i bianchi pareggiarono) e il Mancio zittì la tribuna stampa, le critiche dei giornalisti, compreso Gianni Brera. Con l’Italia avrebbe segnato solo altri 3 gol, contro Malta e in Estonia, partecipò anche al mondiale italiano ma senza giocare.
Mancini e la Nazionale
Il rapporto fra Mancini e la nazionale fu conflittuale, c’erano altri grandi talenti, con Vicini ebbe abbastanza spazio, con Sacchi di meno, comunque non lo portò a Usa ’94, né lo fece rientrare per Euro ’96. Avrebbe potuto dare qualcosa anche in Francia ’98, ma con Cesare Maldini c’erano già Del Piero e Roberto Baggio, Vieri, Filippo Inzaghi e Chiesa.
La storia di Mancini
Mancini aveva un talento tale che già nell’82, a 17 anni, meritava di essere fra i campioni del mondo, nel Bologna segnò 9 reti in 30 partite e all’epoca erano tutte, c’erano le 16 squadre, in serie A. Uscì dal giro di Bearzot perchè uscì di notte con compagni, nel ritiro in Messico.
Raccontiamo, anche la differenza tra Roberto Mancini e gli altri ct non confermati, dopo un flop successivo a una buona performance.
Il precedente Prandelli
Cesare Prandelli era arrivato in finale, agli Europei, è uscito al primo turno dei mondiali, comunque si era qualificato agevolmente, si è dimesso e il presidente Giancarlo federale Giancarlo Abete (ora tornato, alla guida dei dilettanti) neanche ha provato a trattenerlo, eppure per tre anni era stato convincente. Qualcuno sostenne che il religiosissimo ct fosse già d’accordo con il Galatasaray, lui ha sempre smentito e noi crediamo a Cesare. Che dal 2013, peraltro, non ha mai più ottenuto grandi risultati, giusto una salvezza con il Genoa, quell’anno peraltro battè la Juventus di Allegri.
Mancini e Sacchi
Arrigo Sacchi fu vicecampione del mondo ai rigori, nel ’94, resistette all’uscita al primo turno degli Europei ma 5 mesi dopo venne indotto alle dimissioni, davvero a furor di popolo. Per lasciare spazio a Cesare Maldini. Ricordo la battaglia in particolare di Italo Cucci, direttore del Corriere dello Sport, che pubblicò il suo stipendio, nel titolo principale. A questo Sacchi mi avrebbe risposto, nel 2012, alla vigilia degli Europei: “Ciascuno in questi casi fa il proprio gioco”.
Azeglio Vicini
Disputò due semifinali, agli Europei nell’88, sconfitto dall’Urss, e poi al mondiale italiano, uscendo ai rigori dopo l’errore di Zenga in uscita su Caniggia, non si qualificò per Euro ‘92 tradito da un palo di Rizzitelli in Russia e venne giubilato da Antonio Matarrese, presidente dell’epoca, in federazione. E allora andavano ancora 8 squadre, agli Europei, insomma la qualificazione era parecchio più complicata, di sicuro più dei 13 posti riservati all’Europa di questo mondiale.
Come Mancini anche Bearzot e Valcareggi
Anche Bearzot e Valcareggi restarono dopo un risultato negativo, Bearzot dopo la non qualificazione agli Europei (anche in Francia, nell’84, andavano solo 8 squadre) e Uccio idem, nel ’72, quando però alla fase finale arrivavano solo 4 formazioni. Valcareggi, peraltro, veniva da due grandi risultati, titolo Europeo del ’68 e di vicecampione del mondo nel ’70.
Perché merita una seconda opportunità
Roberto Mancini merita questa seconda chance anche perchè ha sempre cercato il gioco, come Prandelli e Sacchi, anche se poi soprattutto Mancini e Sacchi per arrivare sul tetto d’Europa e sfiorare il mondiale hanno dovuto soprattutto difendersi. L’Italia è stata premiata forse oltre i propri meriti all’Europeo, gli ultimi due atti furono ai rigori, che tante volte avevano penalizzato il nostro calcio. Dopo c’è stato il classico rilassamento, appagamento, la partita con la Bulgaria a Firenze è arrivata troppo presto, a inizio settembre, con un pareggio che non doveva essere concesso, idem lo 0-0 di pochi giorni dopo, in Svizzera. Gli azzurri avevano ripreso la preparazione più tardi, da campioni, avevano comunque costruito tanto, non solo il rigore sbagliato da Jorginho. Lo 0-0 all’Olimpico con gli elvetici, con l’altro rigore sprecato dal brasiliano, era stato meno brillante.
La bestia nera Irlanda del Nord
Poi la mancata vittoria in Irlanda del nord, serviva uno 0-3, dal momento che la Svizzera batteva la Bulgaria per 4-0, la nostra goleada neanche è iniziata. Con la Macedonia, si poteva aspettare, un gol magari sarebbe arrivato al supplementare, poi quella prodezza di Trajkovski, a sorprendere Donnarumma.
Già, Donnarumma
In Turchia parte prendendo un gol sotto le gambe, sbaglia il rinvio e rischia di subire un gol simil Real Madrid ma poi si riscatta con almeno due grandi parate. Quando c’è da volare, resta il miglior portiere del mondo, a volte si fa sorprendere.
E’ troppo facile dire che con Scamacca, che per Palermo non era al top, e con Raspadori l’Italia avrebbe battuto la Macedonia, non è detto perchè Raspadori un po’ ha giocato, senza brillare. Il 2-3 è confortante, riporta dignità alla squadra. Io spero che Joao Pedro non esca subito dal gruppo, perchè ha un bel talento, da tre anni è più efficace e spettacolare di Belotti.
Chi può restare con Mancini
Riprendiamo in mano la lista dei 26 degli Europei, per capire chi può restare.
Portieri: Donnarumma, Meret, Sirigu. Sirigu è dell’87, potrebbe restare ancora un po’. Meret non è stato titolare, nel Napoli, c’è Cragno, del Cagliari, adesso.
Difensori: Acerbi è dell’87 è improbabile che possa resistere sino a Euro 2024, Bastoni essendo del ’99 può disputare tre mondiali, comodamente; Bonucci è un ’86, proverà ad andare avanti al prossimo Europeo, un centrale difensivo potrebbe farcela. Di Lorenzo ha 29 anni, all’Europeo è stato fondamentale, può farcela, per la Germania. Florenzi ha 31 anni e nel Milan non è titolare, la Roma l’ha lasciato andare via, Mancini non ci ha mai rinunciato. Spinazzola naturalmente si aspetta solo che si riprenda dal grave infortunio degli Europei. Rafael Toloi dagli avi goriziani ha 31 anni, avrebbe fatto comodo anche con la Macedonia, ma si era infortunato con l’Atalanta, potrebbe provare a restare in gruppo. Emerson Palmieri è una buona alternativa a Spinazzola, un mestiere, classe ’94, può resistere. Chi uscirà è Giorgio Chiellini, classe ’84, chiuderà a Wembley con l’Argentina, non può reggere sino ai 40 anni.
Centrocampisti: Barella viene da un periodo di appannamento, essendo del ’97 proverà persino a resistere sino al mondiale del 2030. Il friulano Cristante è del ’95, nel passaggio dall’Atalanta alla Roma ha perso tanto, difficilmente sarà titolare, nelle partite chiave. Locatelli alla Juve deve crescere di personalità, aveva il covid sennò comunque a Palermo sarebbe stato utile. Pellegrini, Pessina e Verratti restano di sicuro, Verratti può essere il capitano del futuro. Jorginho ha 30 anni, se si riprende fisicamente può farcela, per un biennio. In avanti, Belotti ha 28 anni ma è in bilico, viene da due stagioni opache, non solo per gli infortuni. Berardi a Palermo è stato il più vivace ma anche inconcludente, resta, Bernardeschi è duttile, idem. Chiesa appena si sarà ripreso ritornerà il perno.
Immobile a 32 anni potrebbe salutare in giugno, Insigne a 31 idem, tantopiù che giocherà in Canada. Raspadori, naturalmente, classe 2000, è uno su cui puntare. E poi rispetto all’elenco di un anno fa ci sono Scamacca e Sensi. E Biraghi, Luiz Felipe appena chiamato, Tonali che sarebbe stato da preferire a Barella, con la Macedonia, soprattutto Zaccagni, incontenibile già nel Verona, nell’uno contro uno, Zaniolo. Che però, come dice Mancini, deve giocare per la squadra. Politano come comprimario può andare. Una chance la meriterebbe anche Gianluca Caprari, del Verona, a 29 anni, mentre il futuro è di Pinamonti, che l’Inter ha lasciato all’Empoli.