Io c’ero e allora posso scrivere della Nazionale. Non ero a Palermo ma a Firenze, al rientro della nazionale, nella notte, l’unico giornalista presente. All’aeroporto Vespucci, molto piccolo, per servire una città così importante, gli azzurri con Mancini sono sbarcati prima delle 3 di giovedì mattina, ad attenderli solo pochi poliziotti, molto meno, per esempio, di quando a Reggio Emilia giocano la serie A, il Sassuolo, o la serie C, la Reggiana, e giusto gli autisti dei pullman, stop. Volti tesi, soprattutto dell’atalantino Pessina.
Mancini e la sua truppa
Neanche mi sono avvicinato, ho solo ripreso l’uscita dagli arrivi, proprio per non infierire sul momento più delicato della vita sportiva di questo gruppo. Fra gli ospiti anche il capo degli arbitri Trentalange e l’Assocalciatori, con il direttore generale Gianni Grazioli, vicentino, un passato importante da giornalista del Gazzettino.
Che farà Mancini?
L’Italia è fuori dal mondiale, dunque, e adesso tutta l’attesa è per Roberto Mancini, per capire se vuole restare. Ha il contratto sino al 2026, firmato prima degli Europei dal presidente federale Gabriele Gravina. Che vuole restare, non sarà avvicendato, a differenza di quanto avvenne a Carlo Tavecchio, che peraltro ora è stato sfiduciato anche dal comitato Lombardia.
Il perché
Mancini merita di restare perchè ha stabilito il record di imbattibilità della nazionale, perchè ha vinto l’Europeo, soprattutto grazie a due partite ai rigori, mentre la storia del nostro calcio era punteggiata di sconfitte, dal dischetto. Anche ai danni di nazionali anche più spettacolari, come l’Italia di Vicini nel ’90 o di Sacchi nel ’94, che peraltro abiurò in parte al bel gioco.
Mancini e le defezioni
Mancini si è trovato senza 4 titolari, rispetto alla finale di Wembley, Di Lorenzo si è fatto male due sabati fa, con l’Udinese, Bonucci e Chiellini sarebbero tornati in Portogallo, Chiesa è fuori da gennaio e contro la Macedonia avrebbe probabilmente fatto la differenza. Donnarumma agli Europei è stato il migliore, su quel tiro di Trajkovski non è arrivato, non era obiettivamente facile, ha ricordato un po’ i presunti errori di Zoff sui tiri da lontano al mondiale d’Argentina, nel 1978. Emerson Palmieri gioca solo per l’infortunio di Spinazzola a metà Europei, nel secondo tempo di Palermo è sparito. Barella vive il peggior momento della carriera, sul piano fisico, Jorginho non illumina più. Verratti è stato l’unico davvero in palla.
Chi mi è piaciuto
A me Berardi è piaciuto. Intendo: io sono sempre per premiare chi si libera al tiro, chi contribuisce a creare occasioni, la maggioranza dei giornalisti punisce chi sbaglia un gol come chi è colpevole di uno subito, come se segnare, soprattutto nelle gare chiave, fosse facile. Lui ci ha provato, Insigne solo una volta, il subentrato Raspadori idem, è volenteroso ma troppo frenetico. Immobile ha avuto pure giusto due chances, rispetto ai grandi cannonieri mondiali è lontano.
Gli altri
Dimenticavo, dietro Florenzi ha fatto bene, rimediando all’errore di Gianluca Mancini nel primo tempo, Bastoni raramente tradisce, Tonali e Pellegrini in una ventina di minuti hanno inciso poco, il romanista ha sprecato un’occasione.
Gli errori di Mancini
Mancini Roberto ha pasticciato nei cambi, bastava che inserisse prima per Immobile Joao Pedro, debuttante entrato solo a un minuto dalla fine del tempo regolamentare, da tre anni è un signor attaccante di movimento, pericoloso e anche concreto.
Per le conclusioni e gli angoli l’Italia meritava di vincere, il gioco era stato scadente anche nello 0-0 in Irlanda del Nord, a novembre, e pure nell’1-1 con la Bulgaria, costato la qualificazione, assieme ai pareggi con la Svizzera, con quei due rigori sbagliati da Jorginho.
È anche colpa nostra
Lo 0-1 con i macedoni è sintetizzato sempre dal brasiliano che alza la mano per segnalare un tocco di braccio inesistente di Trajkovski, anzichè contrastare l’ex macedone che calcia. Un gol nel finale – magari sarebbe arrivato ai supplementari, senza quella prodezza – era l’unico modo per la Macedonia per poter vincere, il classico episodio.
Il possibile secondo turno
Il Portogallo ha battuto la Turchia 3-1, grazie al rigore sbagliato dal vecchio Burak Ylmaz, del potenziale 2-2. Forse in trasferta avremmo impostato le partite già viste agli Europei, contro Belgio, Spagna e Inghilterra, ovvero grande attenzione difensiva e ripartenza, magari anche gioco, perchè agli Europei c’era stato, è venuto meno giusto dopo.
Da Ventura a Mancini
Va rivalutato Gian Piero Ventura, che era finito secondo nel girone dietro la Spagna, non dietro la Svizzera, e che era uscito nello spareggio contro la Svezia, poi arrivata ai quarti di finale. Risolse l’autorete di Daniele De Rossi, contro un’avversaria di tradizione e molto più forte della Macedonia. Certo, il gruppo gli era sfuggito di mano, si era fatto prendere dal panico lui, non abituato a questo livello di competizione. Aveva però qualche talento in meno e non al top della carriera, al contrario di questo nucleo che ha raggiunto l’apice la scorsa estate.
Dal 2006 più niente
Dopo il mondiale del 2006, l’Italia ha collezionato solo brutte figure: in Coppa del mondo, con le uscite al primo turno nel 2010 con Lippi, incapace di battere Paraguay e Nuova Zelanda, complici gli infortuni a Pirlo e Buffon; di perdere con la Slovacchia, poi con Prandelli, incapace di tesaurizzare il 2-1 sull’Inghilterra, facendosi superare da Costa Rica e Uruguay, complice l’espulsione ingiusta di Marchisio.
Ripartiamo con Mancini?
Si riparte, dunque, speriamo con Mancini, perchè l’ipotesi di Marcello Lippi dt, di quasi 74 anni, con Fabio Cannavaro che mai ha allenato in calcio di alto livello è un azzardo. Ranieri ha 70 anni e nell’unica esperienza con una nazionale, la Grecia, non ha esaltato; Ancelotti, sì, andrebbe bene, a 63 anni, ormai, è però difficile che voglia lasciare il Real Madrid bis.
I possibili sostituti
Dopo i fallimenti sul piano del gioco con la Juve, Allegri è impresentabile, lo stesso Spalletti non sarebbe migliore di Mancini, probabilmente. Per non parlare di Gattuso, che peraltro a Napoli aveva chiuso bene e che come manovra raramente entusiasma.
Ah, poi c’è Gasperini, il vero fuoriclasse, che però nessuno vuole, dal momento che ha un carattere complicato, non scende a compromessi e allora resterà all’Atalanta.
La partita inutile
Adesso c’è la partita con la Turchia, inutile, il 1° giugno la finalissima, ovvero il trofeo fra le vincenti dell’Europeo e della coppa America, a Wembley l’Italia sarà con l’Argentina e per quanto a fine stagione potrebbe persino vincere, perchè neanche l’albiceleste è stata poi super, nella stessa rassegna.
In questo paio d’anni ci sarà la Nations league, al posto delle amichevoli, e l’Italia proverà a vincerla, dopo la semifinale persa a Milano. Gli Europei del 2024 saranno in Germania, a 24 squadre, e lì la qualificazione è scontata.
Aspettando il 2026
Il mondiale del 2026 sarà negli Usa, in Messico e in Canada, per la prima volta a 48 squadre, con qualificazione un po’ più agevole, dal momento che l’Europa avrà 16 formazioni, contro le 13 attuali.
Si dimentica sempre che l’Europa ha il calcio migliore al mondo, numericamente e come organizzazione, eppure i mondiali devono essere planetari e allora in Qatar vanno 4 asiatiche, 5 africane, 3 centramericane e 4 sudamericane, più due attraverso spareggi intercontinentali.
Una soluzione?
Ecco, basterebbe redistribuire meglio per evitare che nazionali più forti come l’Italia e in passato l’Inghilterra restino fuori.