Dopo che Mosca, esattamente un mese fa, ha lanciato l’attacco aggressivo contro uno Stato sovrano e indipendente come l’Ucraina, membro delle Nazioni Unite, soggetto di diritto internazionale e con personalità internazionale, si è capito che la stessa comunità internazionale si è trovata impreparata a confrontarsi con le conseguenze della più grave crisi dell’architettura di sicurezza nella vecchia Europa dal tempo della fine della seconda guerra mondiale. Mentre gli accadimenti bellici in Ucraina proseguono, credo che sia interessante capire meglio ruolo e consistenza dell’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord, cioè la NATO.
Ucraina e il caso NATO
Spesso ci si domanda se l’Alleanza atlantica è coinvolta nel conflitto bellico russo-ucraino. In realtà non lo è per il semplice fatto che lo Stato ucraino non è membro del Patto atlantico. Nonostante la sua ambizione a farne parte. Il casus foederis, o formula della difesa collettiva, garantita dal famoso articolo V quando specifica. «Le parti convengono che un attacco armato contro una o più di esse in Europa o nell’America settentrionale sarà considerato come un attacco diretto contro tutte le parti.
E di conseguenza convengono che se un tale attacco si producesse, ciascuna di esse, nell’esercizio del diritto di legittima difesa, individuale o collettiva, riconosciuto dall’art. 51 dello Statuto delle Nazioni Unite, assisterà la parte o le parti così attaccate. Intraprendendo immediatamente, individualmente e di concerto con le altre parti, l’azione che giudicherà necessaria. Ivi compreso l’uso della forza armata, per ristabilire e mantenere la sicurezza nella regione dell’Atlantico settentrionale».
«Ogni attacco armato di questo genere e tutte le misure prese in conseguenza saranno immediatamente portate a conoscenza del Consiglio di Sicurezza dell’ONU. E termineranno quando il Consiglio di Sicurezza avrà preso le misure necessarie per ristabilire e mantenere la pace e la sicurezza internazionali».
La clausola e la NATO
Tuttavia si può anche affermare che l’Alleanza atlantica è tutt’altro che inalterata. Visto che la Polonia, la Romania, la Slovacchia e l’Ungheria confinano con l’Ucraina. E assieme a Bulgaria, Repubblica Ceca e i tre Paesi baltici estone, lettone e lituano hanno reclamato la clausola di consultazione. Una clausola secondo la quale, in base all’articolo IV, si legge che «le parti si consulteranno ogni volta che, nell’opinione di una di esse, l’integrità territoriale, l’indipendenza politica o la sicurezza di una delle parti fosse minacciata».
Cioè gli Stati membri potranno procedere ad una consultazione tutte le volte che uno di essi ritenga che la propria integrità territoriale, indipendenza politica e sicurezza vengano minacciate. Tale clausola potrebbe significare, ad esempio, la decisione di adottare misure aggiuntive lungo il confine dell’alleanza.
L’esempio della Turchia
Si può ricordare che nel 2020 la Turchia, membro della NATO, aveva invocato la clausola di consultazione. In seguito alla perdita dei propri militari in Siria. Non è la prima volta che uno Stato parte dell’Alleanza atlantica invoca l’articolo IV sull’Ucraina. E’ già accaduto nel 2014 quando la Polonia, dopo l’invasione russa sulla Crimea, si appellò alla clausola di consultazione. Questo può voler anche dire che qualsiasi misura difensiva aggiuntiva adottata dal Consiglio atlantica per rafforzare la sicurezza dei suoi Stati membri verrà autorizzata mediante l’articolo IV della Carta atlantica.
Ma cosa farà l’Alleanza atlantica?
Per ora possiamo dire che sta rispondendo in tempo reale all’atto aggressivo russo non provocato contro un Paese indipendente. Adottando misure per rafforzare la cerniera di sicurezza dei suoi Stati membri lungo il fianco orientale.
La NATO sulla scia dell’esperienza in Crimea
Da varie settimane gli Stati Uniti e i loro alleati stanno dispiegando truppe militari aggiuntive per rafforzare i gruppi tattici – Enhanced Forward Presence –. Istituiti dalla NATO sulla scia dell’invasione russa della Crimea nel 2014. E presenti nei territori estone, lettone, lituano e polacco, che sono multinazionali e pronti per combattere. La loro presenza chiarisce che un attacco a uno Stato alleatoè da considerarsi un attacco all’intera alleanza.
L’obiettivo
L’obiettivo di questo rafforzamento è triplice: in primo luogo, è necessario dissuadere Mosca dall’intensificare, intenzionalmente o accidentalmente, la situazione lungo la frontiera NATO-Russia; in secondo luogo, per rassicurare i membri orientali dell’alleanza. Preoccupati degli sviluppi dell’azione russa in atto sul territorio ucraino confinante proprio con gli Stati alleati della NATO. Infine in terzo luogo, per aiutare a difendere i Paesi membri citati, qualora le forze russe penetrano nel territorio dell’alleanza.
La NATO e le misure di adattamento
Questi gruppi tattici rappresentano solo una delle tante misure di adattamento che il Consiglio atlantico ha preso durante l’azione russa di annettersi la Crimea. Che era lembo territoriale sotto la sovranità ucraina.