Ascolto all’Ateneo Veneto il professor Carlo Barbante, docente di Ca’ Foscari e direttore dell’Istituto di Scienze Polari del CNR. Paleoclimatologo. Uno che passa mesi in Antartide a fare carotaggi dei ghiacci millenari e che per scaldarsi un po’, entra nei mega-frigoriferi confortevoli a -5 gradi. La temperatura media infatti da quelle parti é -49 e i frigoriferi servono per scaldarsi, per la sopravvivenza, per poter mangiare e per rimettersi in sesto. Quando c’è vento poi è proprio dura. Il più vicino centro abitato da umani si trova a centinaia di chilometri. Se ci sono le condizioni favorevoli ti vengono a raccogliere con aerei speciali. Altrimenti giornate di viaggio tra i ghiacci con camion cingolati. Sempre sperando che non ci sia il terribile vento polare.
Il cambio del clima e Venezia
Tutta questa sofferenza di ricercatore per dire: cari signori, il clima cambia in modo preoccupante, i ghiacci si sciolgono, i nostri ghiacciai alpini spariscono repentinamente e di sicuro (sicuro!) tra 80 anni il mare sarà un metro più su. Anche in laguna…
Silenzio in aula
Qualcuno degli astanti fa i doverosi conti della serva. Vuol dire Piazza San Marco a misura di subacqueo, Venezia sommersa stabilmente dalle alte maree, il Mose in funzione un giorno sì e l’altro pure. Già tra 80 anni. Mentre da appena 40 aspettiamo la fine dei lavori delle barriere mobili, giunti oggi come oggi al 96% delle opere, assicurano i tecnici.
I pericoli per Venezia
Solo dall’inizio del ‘900, quando hanno cominciato a fare rilievi sistematici, le rive di Venezia si sono abbassate di 13 centimetri. Tra subsidenza (sprofondamento del suolo) ed eustatismo (innalzamento del mare) non siamo messi bene. Se pensiamo che la città di impianto medioevale, ha la stragrande maggioranza di fondamenta ed abitazioni plurisecolari, non ci resta che piangere.
E allora storicizziamo
Il principe degli idraulici della Serenissima, Proto delle Acque, Bernardino Zendrini, impiegò 38 anni (1744-1782) a costruire i Murazzi. Era all’epoca la più grande opera del mondo occidentale (Cina esclusa) per la salvaguardia ambientale. Decine di chilometri di barriera artificiale tra mare e laguna per proteggere la città dei Dogi. L’idea era dell’abate Vincenzo Coronelli, ma la Repubblica Serenissima spese cifre colossali per la propria sopravvivenza. Molto più, in termini relativi, dei quasi sei miliardi di euro spesi dallo Stato Italiano tra il 1983-2022 per tentare di salvare Venezia dalle acque alte.
Le differenze
C’è una piccola differenza tra i quasi 40 anni dello Zendrini e quelli dell’ing. Alberto Scotti (ideatore del Mose…). Nel Settecento non esistevano le macchine a propulsione, né elettrica né a carburante. Era tutto fatto a mano. Provate voi spostare manualmente un macigno di pietra d’Istria di alcune tonnellate senza l’ausilio delle macchine.
Allora facciamo un po’ di conti
A cosa serve il Mose? A proteggere Venezia e le isole minori dalle acque alte fino a tre metri di altezza. Entra in funzione a 1,10 di alta marea oppure a 1,30 dal medio mare quando una buona percentuale della città è già in ammollo. La cifra è importante. Dal 3 ottobre 2020 quando il sistema di barriere mobili Mose è entrato in funzione sperimentale è già stato usato una ventina di volte. Modalità di intervento: 5 ore di allerta, sollevamento delle 78 paratoie (156 cerniere divise nelle tre bocche di porto: Lido, Malamocco, Chioggia) circa trenta minuti. Costo di ogni alzata (tra energia e lavoro dei tecnici) sui 300 mila euro per dodici ore di lavoro continuo). Costo di manutenzione annuo (tra erosione, dipintura e controlli subacquei, amministrazione e personale) circa 100 milioni di euro all’anno. Allora, se dobbiamo ascoltare il paleoclimatologo, Carlo Barbante, nei prossimi decenni il Mose verrà messo in funzione quasi sempre. Costi proibitivi.
Penso ad una soluzione alternativa, almeno per limitare l’uso continuo delle barriere del Mose
Mi viene in mente “Water Resources Research” dell’Università di Padova, prof. Giuseppe Gambolati. Ha studiato la possibilità di installare 12 pozzi attorno alla città e pompare tra i 600 e 1000 metri di profondità, nelle caverne naturali delle falde freatiche lagunari, circa 150 milioni di litri di acqua salata. In un anno di pompaggio la città si solleverebbe di 8 centimetri, in cinque di 20 e in dieci anni di circa 30 centimetri, non male. Costo dell’operazione dei 12 pozzi? 200/250 milioni. Poco, se pensiamo ai costi annui di manutenzione del Mose. Il prof. Pietro Teatini, sempre dell’Università di Padova, certifica il progetto. Il nartece della Basilica di San Marco si trova a 65 centimetri dal medio mare e a 1,40 metà di Venezia è sommersa.
Notizia di questi giorni è la creazione della Fondazione “Venezia capitale mondiale della sostenibilità”
Sotto acqua c’è ben poco da sostenere. Mi vengono in mente alcune flash storici. L’11 giugno 1980, ero presente a Rialto, sede del Magistrato alle acque, quando l’allora ministro dei Lavori pubblici, Franco Nicolazzi, pronunciò la parola magica: Progettone! Nel 1982 nasce a Roma il Consorzio Venezia Nuova, formato da quattro eccellenze italiane (Condotte, Italstrade, Fincosit e Impresa Mazzi). Già, tutto doveva essere Made in Italy, alla faccia dei bandi pubblici europei per i progetti miliardari.
Nel 1984 il Cvn mette sede a Venezia
Primo presidente Matteo Costantino (romano), poi Luigi Zanda Loi (romano), quindi Franco Carraro (romano), ecc. Nel 1988 Gianni De Michelis, veneziano, vicepresidente del Consiglio dei ministri, illustra il prototipo del Mose. Bettino Craxi in uno storico discorso a Palazzo Ducale, afferma che Venezia con il Mose sarà salva nel 1997, a due secoli esatti dalla fine della Serenissima.
Le alluvioni a Venezia
Riepilogando le tristi date del Novecento: 1966 alluvione, 1973 Legge Speciale per Venezia, 1975 appalto concorso internazionale di idee, 1992 progetto preliminare da parte del Consiglio superiore lavori pubblici, 2001 via al Mose e l’anno successivo primi 450 milioni di euro del CIPE per la partenza. Il 14 maggio 2003, il presidente Silvio Berlusconi e il patriarca Angelo Scola, benedicono la prima pietra al Lido in pompa magna.
Lo scandalo
Il mondo ci sta a guardare. Ci guarderà (male) anche nel 2014 con lo scandalo tangenti: 35 arresti e 102 indagati. Eravamo all’85% dell’opera. Nel 2015 una mareggiata rende la nuova conca di navigazione degli Alberoni inutilizzabile….sembra una maledizione. Tutto si rallenta per anni.
Buon compleanno Venezia
2022, Venezia festeggia i primi 16 secoli di vita.
Tanti auguri Serenissima.