Dal 24 febbraio, la Russia di Putin sta martellando l’Ucraina per piegarla al suo volere, creando problemi ai tanti cittadini ucraini che cercano di fuggire dalla pioggia di fuoco russo e dalle difficoltà ma trovano ostacoli nel non funzionamento dei corridoi umanitari. La crisi umanitaria più consistente sta avvenendo nella città portuale di Mariupol, che ha una posizione strategica sulla costa del Mar Nero, che separa la Crimea dalle due repubbliche separatiste di Donetsk e Luhansk, riconosciute e sotto il controllo russo. E’ importante capire bene come Mosca sta attuando il blocco nel Mare d’Azov e cosa prevede l’obbligo di consentire il libero transito o passaggio innocente – ai sensi della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare – di navi mercantili che trasportano derrate alimentari e forniture essenziali verso il porto di Mariupol.
Il passaggio per mare
Va precisato che lo ius passaggi innoxi (il diritto di passaggio inoffensivo) è la possibilità giuridica delle navi battenti bandiera di altri Stati di poter attraversare liberamente il mare territoriale di uno Stato. Purché tali bastimenti rispettino l’ordinamento in ogni suo aspetto ed esigenza. Uno Stato costiero, ad eccezione di particolari ed eccezionali circostanze, non può ostacolare il transito che deve essere inerme. In questo caso la sovranità dello Stato rivierasco sulle acque marine, che costeggiano il territorio dello Stato, incontra dei limiti di questo passaggio. Che deve essere continuo e spedito. Lo stesso aggettivo inoffensivo da considerare quale comportamento che non deve arrecare alcun pregiudizio alla pace, al buon ordine e alla sicurezza dello Stato costiero.
La chiusura del mare
Mentre la chiusura degli stretti dei Dardanelli, Marmara e Bosforo da parte delle autorità turche alle navi da guerra belligeranti ha attirato subito l’attenzione della comunità internazionale, la sospensione o il blocco della navigazione nelle acque di d’Azov posta in secondo piano. Ricordando che esistono delle disposizioni riguardante il blocco delle navi che transitano nel mare. Sulla scia dell’occupazione ucraina da parte di truppe militari russe, le autorità moscovite avviavano la sospensione della navigazione commerciale nel Mar d’Azov.
L’Accordo tra l’Ucraina e la Federazione Russa sul confine di Stato ucraino-russo, ad esempio, determina che l’ingresso delle navi da guerra ed altre navi di Stati terzi, operanti per scopi non commerciali, sia chiuso durante il conflitto bellico in corso.
Mosca blocca gli accessi al mare
Dall’inizio dell’invasione sul territorio ucraino, Mosca ha provveduto all’applicazione del blocco nelle due città portuali di Berdyansk e di Mariupol. Che si affacciano sulle coste del Mar d’Azov. L’espressione “blocco” è presente nella Carta delle Nazioni Unite, in cui si esplicita che il Consiglio di Sicurezza può intraprendere, con forze aeree, navali o terrestri, ogni azione che sia necessaria per mantenere o ristabilire la pace e la sicurezza internazionali. Comprendente dimostrazioni, “blocchi” ed altre operazioni mediante forze aeree, navali o terrestri
Come pure nella Risoluzione 3314 (XXIX) adottata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 1974. In cui si spiega che il blocco dei porti o delle coste di uno Stato da parte di forze armate di un altro Stato è da qualificarsi come atto di aggressione.
Cosa si intende per blocco
La dicitura “blocco” è da delinearsi come un’operazione belligerante al fine di ostacolare le navi e/o gli aeromobili di tutti gli Stati. Nemici così come neutrali, di far ingresso o uscire da determinati porti, aeroporti o aree rivierasche appartenenti, occupati da, o sotto il controllo di, uno Stato nemico. Tale blocco non deve coprire l’intera fascia costiera di uno Stato belligerante, ma solo una parte. Un “blocco” per essere attuato necessita di una notifica a tutti i belligeranti. Notifica che classicamente assumeva la forma di nota diplomatica. Sospensione della navigazione commerciale nelle acque d’Azov ordinata dal Ministero della Difesa del governo di Mosca e poi annunciata all’Agenzia federale per i trasporti marittimi e fluviali.
Il vantaggio di bloccare il mare
Il blocco della Russia nel Mar d’Azov è efficace. Giacché le autorità moscovite esercitano il pieno controllo sullo stretto di Kerch. Visto che l’accesso delle navi mercantili al Mar d’Azov è stato bloccato. E una gamma di navi commerciali resta ancorata nello stretto di Kerch.
Il blocco deve essere applicato in maniera imparziale alle navi di tutti gli Stati
Mosca che ha bloccato il mar d’Azov, nel contempo, è però tenuta ad adempiere al suo dovere di consentire il libero transito di bastimenti che trasportano generi alimentari e di prima necessità al porto di Mariupol. Incluse forniture sanitarie per la popolazione civile o per feriti e malati membri delle forze armate. Questo blocco ha un’importanza significante in un momento nel quale i combattimenti nella città di Mariupol hanno interrotto i convogli umanitari per raggiungere le città ucraine.
Può essere possibile che il blocco dell’intera area marittima del Mar d’Azov possa essere considerato illegittimo. Alla luce delle normative internazionali e delle sentenze della Corte Internazionale di Giustizia.
In attesa di una decisione sul blocco del mare
A prescindere dal futuro risultato della richiesta ucraina all’arbitrato ad hoc del mare, il Cremlino deve rispettare il diritto dei cittadini e delle forze militari a Mariupol di poter ricevere aiuti umanitari sia dagli Stati neutrali, sia da organizzazioni non governative. Tale missione può essere lanciata anche dal Mediterraneo. Sebbene le navi mercantili che trasportano aiuti d’umanità verso Mariupol possono transitare negli stretti della Turchia. Chiuso solo alle navi da guerra dei due Stati belligeranti, ai sensi della Convenzione di Montreux.
L’importanza di un corridoio umanitario sul mare
Sebbene i passaggi umanitari attorno alla città costiera assediata sulla terraferma si siano rivelati non efficaci, determinarne uno sul mare consentirebbe di fornire soccorsi umanitari alla popolazione e ai membri delle truppe militari ucraine. Conseguentemente, ciò comporta pericoli diretti per le navi mercantili che trasportano derrate alimentari e medicine. E negli ultimi tempi ci sono stati vari episodi in tale senso.