Alto, snello, elegantissimo, signorile: ogni volta che ne vedo uno non posso che rimanere estasiata dal suo portamento. Sto parlando del levriero, nome con il quale si designa un insieme di razze simili tra loro che hanno origini antichissime. Andiamo a svelarne la storia e le caratteristiche ma anche le problematiche che potrebbero manifestarsi con una possibile adozione.
Il primo cacciatore
Sembra essere il cane più antico ad essersi specializzato in un lavoro, naturalmente quello della caccia a prede velocissime come lepri e gazzelle in spazi ampi e aperti: studi genetici avrebbero confermato che i precursori dei levrieri sarebbero comparsi nell’area mesopotamica intorno al 5.000 a.C., nelle vaste praterie aperte e ventose, dove hanno sviluppato principalmente il senso della vista: la loro tecnica di caccia consiste nell’individuare le prede esplorando il territorio con lo sguardo, attenti ad ogni più piccolo movimento, avviando poi un rapidissimo inseguimento e adattando la traiettoria ai bruschi cambiamenti di direzione della preda.
Una storia antichissima
Una razza antichissima, quindi, la cui sagoma si può scorgere in alcune rappresentazioni dell’antico Egitto, dove si vedono impiegati nella caccia allo struzzo o al leone o nella guardia, anche alle temibili iene. Tra le razze più antiche ci sono il Pharaoh Hound (“il cane dei faraoni”) di Malta, il Cirneco dell’Etna in Sicilia, lo Xarnego Valenciano nella penisola iberica. Nella caccia in ambiente mediterraneo ed europeo questi cani hanno conservato anche la capacità di usare l’olfatto, oltre che la vista. Una ulteriore specializzazione diede vita ai levrieri africani del Magreb (Sloughi) e del Mali (Azawakh) mentre nella penisola araba troviamo il Saluki. La loro diffusione nei climi freddi li portò a sviluppare un folto mantello come nel Levriero afgano, nel Borzoi russo, nel Majar agar ungherese, nel Levriero polacco, nell’Irish Wolfhound. Arrivati in Europa vennero selezionati ad esempio il Piccolo levriero italiano e il Galgo spagnolo, mentre l’impiego nei cinodromi affinò la loro specializzazione nelle corse, come per il Whippet e il Greyhound.
La storia delle singole razze levriere si rivela spesso molto curiosa e interessante: ammirati per la loro eleganza e per le loro doti, sono da sempre stati tenuti in alta considerazione da sovrani e da interi popoli. Nella Sicilia greca preromana il Cirneco era considerato sacro, veniva rappresentato nelle monete d’argento ed era custode dei templi. Sono arrivati fino a noi dei rhyton (boccali cerimoniali per libagioni) di produzione greca conformati a testa di levriero. Si pensi poi al trattamento esclusivo riservato ai levrieri dai Beduini che li facevano dormire nelle loro tende per proteggerli dal freddo e che li regalavano in segno di stima e amicizia (nonostante nei paesi islamici i cani fossero considerati esseri impuri). Si pensi poi all’esclusivo allevamento di Borzoi degli Zar di Russia, assieme ai quali cacciavano il lupo e che non potevano essere acquistati ma donati solo dai sovrani. Dipinti e raffigurati nelle opere pittoriche dal Medioevo al Rinascimento, hanno sempre evidentemente suscitato un sentimento di rispetto.
Carattere e caratteristiche
Sono cani intelligenti e curiosi, insospettabilmente vitali. Riservati e schivi con gli estranei, affettuosi e dolci con il padrone e con la famiglia, ma senza essere invadenti, e ottimi cani da compagnia. Indipendenti come ogni cane da caccia selezionato per seguire la preda senza la stretta presenza del conduttore. Sono delicati ed empatici, docili e fedeli, preferiscono evitare i conflitti e rimanere fuori dalle risse e dalla confusione: nelle aree cani, infatti, li vedi spesso starsene in disparte tranquilli a guardare cosa combinano gli altri, curiosi ma senza nessuna voglia di buttarsi nella mischia. Non sono cani da giardino sia perché temono il freddo sia perché hanno bisogno di vivere a stretto contatto con la famiglia; in più non sono adatti alla guardia.
Un triste destino per molti
La loro predisposizione alla caccia e la loro eccezionale velocità li hanno portati, purtroppo, ad essere impiegati nelle gare di racing o coursing, dove si lanciano all’inseguimento di fantocci mossi meccanicamente. Nei paesi anglofoni, dove le scommesse sui cani sono molto diffuse, i Greyhound a fine carriera, quelli infortunati o che da cuccioli non sviluppano l’istinto all’inseguimento, sono destinati ad essere soppressi. In Spagna i Galgo vengono utilizzati nella caccia alla lepre: vengono acquistati a basso costo all’inizio della stagione di caccia e testati nelle varie prove (corsa, resistenza allo sparo, reattività agli stimoli, sottomissione ai comandi). A fine attività vengono soppressi o lasciati morire di fame o addirittura impiccati o, nel migliore dei casi, portati nei canili. Considerati e trattati come oggetti, vi risparmio i dettagli sulle crudeltà cui sono sottoposti …..Per fortuna ci sono associazioni in tutta Europa che cercano di salvarli da questa fine organizzandone l’adozione e dando loro la possibilità di una seconda vita in famiglia.
A questo punto, però, è importante essere consapevoli che non si tratta proprio di un’adozione “facile”.
Sono spesso cani traumatizzati dai maltrattamenti, vittime di gravi mancanze di socializzazione sia con i propri simili sia con le persone in quanto, durante la loro vita “lavorativa”, vengono tenuti in piccole gabbie e fatti uscire solo per gli allenamenti, per le gare o per le battute di caccia. Non hanno mai vissuto una realtà urbana fatta di rumori, auto, affollamento ma non hanno neppure mai conosciuto la solitudine di stare in casa da soli. Per gli stessi motivi spesso non sanno comunicare con gli altri cani e appaiono terrorizzati dal mondo. Dietro alla loro bontà e mitezza, dietro al loro attaccamento al divano o alla reticenza di uscire in passeggiata si possono quindi nascondere depressione, paura e insicurezza.
Adottandoli e salvandoli dalla morte farete sicuramente un’azione splendida e con la loro dolcezza vi ruberanno il cuore. Ma siate sempre consapevoli che il solo “ammore” non basta: serve consapevolezza sul loro vissuto ma anche un’ottima conoscenza delle caratteristiche di razza. Sono cani riservati e introversi e ci metteranno un po’ a fidarsi di voi, quindi non abbiate fretta. Nulla li farà felici come correre e scattare in libertà: cercate quindi di trovare spazi molto ampi dove farli muovere liberi (ma in sicurezza naturalmente: se dovessero darsi all’inseguimento di una lepre o di un gatto non so dove finireste a recuperarli!). Hanno bisogno di una famiglia e di una compagnia che li faccia sentire al sicuro, ma che non sia troppo invadente, come non lo sono loro. Offrite una routine e un programma quotidiano fisso: sapranno così cosa aspettarsi sentendosi più sicuri.
Ci sono diverse Associazioni in Italia che si occupano di recuperare e far adottare i levrieri: non scegliete quella che vuole darvi un cane a tutti i costi ma piuttosto quella che valuta accuratamente il contesto più adatto a lui. È un percorso meraviglioso ma non per tutti: è per chi non ha fretta, per chi ha cuore e pazienza e per chi vuole arricchirsi di un’esperienza di vita unica.
Foto di copertina: Federico Palestrina
Grazie Veronica, mi ha sempre affascinato questa razza per la loro bellezza ed eleganza m.
Non conoscevo invece la storia dei levrieri in Spagna, terribile e orrenda .