Nel mentre mi trovavo a rimuginare su che “novella di scoperta turistica” avrei voluto rendervi partecipi quest’oggi. La mente era ottenebrata e la favella non riusciva a giungere meco. Poi d’un tratto dalla bruma del pensiero al suono di corno è arrivata l’illuminazione, era Ragnar Loobròk che mi stava indicando la strada! Andiamo per ordine. Complice la forzata permanenza d’una decina di giorni a casa, dovuta ad un giorno d’influenza diagnosticato Covid ed alla involontaria permanenza sul comodo divano a guardare la serie TV Vikings, in questo periodo mi sono “intrippato” con il Medio Evo. Queste premesse mi hanno ricordato una preziosa città Veneta. Una città che può vantare un castello medievale cinto da 24 torri, una città che ha attraversato i secoli nella sua superba bellezza. Dove con un’po’ di fantasia (un’po’ tanta) potreste immaginarvi il medio evo. Sspecialmente quando in questa magnifica città si svolge il “Palio dei 10 Comuni” o più comunemente noto come il Palio di Montagnana.
Cavalieri, dame, combattimenti con spade lance scudi e balestre un mix adrenalinico, affascinante ed emozionante, a guardarlo in TV, con il tepore del caminetto. Un periodo storico sicuramente interessante “da studiare”; da vivere, molto meno intrigante, però un periodo storico certamente molto duro.
Montagnana tra i “Borghi più belli d’Italia”
Montagnana è entrata a far parte dei “Borghi più belli d’Italia”. Ed è anche bandiera arancione del Touring Club per le bellezze storiche che conserva. E per la sapiente opera di preservazione e valorizzazione dei suoi prodotti tipici.
Io più d’un occasione, ho avuto modo d’assistere al Palio. Mi risulta che in questi anni orribili non si sia svolto, ma confido che la prossima estate torni ad essere celebrato!
Le mura di Montagnana e Castello San Zeno
Il primo impatto per chi non la conosce è di grande meraviglia. 2 km di mura merlate, regolarmente intervallate dalle torri di guardia, che girano tutto intorno alla città. Sotto a quello che un tempo era un fossato dall’ampiezza da 20 a 40 metri, alimentato da un canale del fiume. Oggi è un verde ampio declivio.
Vale la pena passeggiare almeno per un lato delle mura, sia fuori che dentro, per rendersi conto della loro imponenza e del loro perfetto stato di conservazione.
Le mura originarie erano molto più antiche. Ma fu Ezzelino III da Romano nel 1242 che, dopo aver espugnato e messo a fuoco la rocca, vi si insediò. E fece costruire una cinta muraria più forte ed il Castello di San Zeno, che è tutt’oggi rimasto intatto. L’attuale cinta muraria invece fu fatta costruire dai Carraresi, amatissimi signori di Montagnana, nella metà del 1300.
Per gli appassionati delle Serie TV, mi capirete se vi dico che uno scontro tra Ezzelino III e Ragnar, sarebbe stato più che epico. E sebbene il Vichingo mi stia anche “simpatico” il mio tifo sarebbe andato per il guerriero da Onara!
Del castello San Zeno colpisce il Mastio di Ezzelino, una possente torre dalla quale si gode di un bel panorama che permette di apprezzare la compattezza della cinta muraria. E di spaziare con lo sguardo sui dolci Colli Euganei che circondano Montagnana.
La torre è inserita in un complesso museale che, oltre ad ospitare reperti di archeologia medievale, nei giorni del Palio si arricchisce dell’esposizione “Palio in arte”. Con quadri e sculture che rivisitano in chiave moderna l’iconografia medievale e rinascimentale. Se ci passerete, vi garantisco che ne vale la pena. Ma prima guardatevi una puntata della Serie TV, così potrete farvi un’idea di come venissero usate quelle “rudi” armi da taglio!
Montagnana e la Piazza Vittorio Emanuele II
Passando attraverso l’imponente Porta Padova attraverso il castello di San Zeno si entra nel borgo abitato, strade contornate da belle case porticate.
Presto si giunge alla piazza principale, intitolata a Vittorio Emanuele II. Molto ampia e davvero bella con tutti i palazzi storici che la circondano, tra cui il palazzo oggi della Cassa di Risparmio, in stile liberty ma non scevro dal richiamo delle forme medievali secondo una visione romantica, il palazzo Zanella che ha dei curiosi camini a corolla, il Monte di Pietà, il settecentesco palazzo Valeri, il Palazzo della Loggia.
In mezzo alla piazza, tutta pavimentata di veneto “liston”, sta il monumento al re. Posto dove Napoleone, aveva fatto distruggere il leone di San Marco. Simbolo della fedeltà di Montagnana alla Serenissima.
Il Duomo di Santa Maria Assunta
Ma soprattutto si affaccia maestoso un edificio che per la seconda volta fa restare a bocca aperta. Il Duomo di Montagnana, dedicato a Maria Assunta che è la patrona della cittadina.
E’ una costruzione così imponente che un visitatore non preparato non se lo immaginerebbe certo di tali proporzioni, con le sue quattrocentesche forme tardogotiche e rinascimentali, i massicci contrafforti, la sua ampia cupola, il portale ad arco attribuito al Sansovino.
Sulla facciata spicca un grande orologio con una lancetta sola, costruito da un fabbro che aveva calcolato con precisione alba e tramonto per ogni giorno dell’anno in dipendenza dalla rotazione del sole, ma questo meccanismo, che richiedeva una carica quotidiana, fu rovinato da un ingegnere che ci mise le mani! Questo la dice lunga sulle capacità medioevali troppo spesso oscurate.
L’interno del Duomo riserva ulteriormente diverse sorprese
Sulla controfacciata sono due affreschi, rappresentanti l’uno Davide con la testa di Golia e l’altro Giuditta, che sono attribuiti al Giorgione.
La pala d’altare è una celeberrima, grande e luminosa Trasfigurazione di Cristo del Veronese.
Nell’alto dell’abside troneggia una Madonna che è un capolavoro di prospettiva: vista da vicino risulta quasi schiacciata, piatta, mentre dal basso assume le proporzioni corrette, anche grazie all’artificio della curvatura della cintura.
Le volte delle absidi dei due bracci della croce latina del Duomo sono speculari e molto particolari: a sinistra una conchiglia con i suoi raggi che si allargano si apre a simboleggiare l’inizio, la nascita, e vi è un medaglione con la Madonna con il Bambino. A destra la conchiglia è invertita, chiude il tempo ed i suoi raggi riconducono all’unità, ed ecco un medaglione che vede Dio Padre, Cristo e la Madonna (non la Trinità come potrebbe sembrare).
C’è poi un grande quadro che narra con dovizia di particolari la battaglia di Lepanto, così importante per la storia della cristianità.
Una cappella dedicata alla Madonna della Pioggia ricorda un miracolo certificato da un notaio dell’epoca: i cittadini di Montagnana, colpiti da una grave siccità, portarono in processione la Madonna, e al termine della processione l’acqua cadde copiosa dal cielo, a destra e a sinistra dei fedeli, ma senza bagnarli. La cappella è decorata con complessi dipinti che rappresentano con proporzioni astronomiche l’universo allora conosciuto e riprendono la visione teologica ed anche l’iconografia della Divina Commedia.
Montagnana: per le vie del borgo fino alla rocca degli alberi
Dalla Piazza Vittorio Emanuele II, ci si può dirigere ad ammirare la Chiesa di San Francesco, in prossimità delle mura. E’ anche l’occasione per percorrere un tratto della strada che le costeggia, in questo punto molto suggestiva.
Tornando indietro alla piazza, prendendo via Roma si può visitare il bel palazzo Pomello Chinaglia, e poi si può percorrere, sempre in gran parte sotto i portici, Viale Matteotti, che è la strada su cui si affacciano i palazzi più belli, come il veneziano Palazzo Magnavin Foratti.
Percorrendo corso Matteotti fino in fondo, si arriva dalla parte opposta delle mura rispetto a Castello San Zeno, alla Rocca degli Alberi, ingresso fortificato anche esso costruito dai Carraresi in un punto delle mura più esposto agli attacchi dei nemici.
(1/ Continua)