Se in questi giorni ti capita di passare alla pompa di benzina ti sembrerà di essere entrato in una oreficeria. Oggi con 50 euro non fai neppure un pieno (e in molti casi neppure arrivi a metà serbatoio) considerati i prezzi: la media del diesel servito viaggia verso i 2,1 euro al litro, e si avvicina ai 2 euro solo in modalità self service, mentre la benzina “verde” continua a salire ed è oramai stabile sopra i 2,1 euro nel rifornimento con servizio.
Ma come si compone il prezzo del carburante per il pieno?
Per il 55% è formato dalla componente fiscale di cui il 18% è l’IVA e il 37% sono le famigerate Accise, vediamo quali sono:
1,90 lire (0,000981 euro) guerra d’Etiopia 1935-1936;
14 lire (0,00723 euro) crisi di Suez 1956;
Poi 10 lire (0,00516 euro) disastro del Vajont 1963;
10 lire (0,00516 euro) alluvione di Firenze1966;
10 lire (0,00516 euro) terremoto del Belice 1968;
99 lire (0,0511 euro) terremoto del Friuli 1976;
75 lire (0,0387 euro) terremoto dell’Irpinia 1980;
205 lire (0,106 euro) guerra del Libano 1983;
22 lire (0,0114 euro) missione in Bosnia 1996;
0,02 euro rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri 2004;
0,005 euro acquisto di autobus ecologici 2005;
0,0051 euro terremoto dell’Aquila 2009;
Da 0,0071 a 0.0055 euro finanziamento alla cultura 2011;
0,04 euro arrivo immigrati dopo la crisi libica del 2011;
0,0089 euro alluvione Liguria e Toscana 2011;
0,082 euro (0,113 sul diesel) decreto “Salva Italia” nel dicembre 2011;
0,02 euro terremoto Emilia 2012.
Cosa rimane per il pieno. La differenza del 45% è così suddivisa
42% materia prima: su questo segmento, pari al 42% del prezzo, agiscono le quotazioni internazionali e l’effetto cambio euro/dollaro
3% margine lordo: su questa voce, pari al 3% del prezzo, l’operatore può agire per modificare il prezzo alla pompa
I costi aggiuntivi per il pieno
In Italia si contano 19 accise sui carburanti. Che, tra le altre cose, sono servite a finanziare la guerra in Etiopia, la crisi di Suez, la ricostruzione del dopo Vajont, il Salva Italia del 2011 e il decreto Fare del 2014. In pratica, queste fonti di gettito riempiono vecchie “#musine (salvadanai)” impolverate, come quello per la missione Onu in Bosnia o quello per il rinnovo del contratto per gli autoferrotranvieri del 2004. Scardinare questo sistema non è però così semplice ed è per questo che il governo starebbe ragionando su una sterilizzazione almeno parziale dell’Iva sui carburanti, ossia a valere sull’Iva aggiunta rispetto agli aumenti.
L’aumento della benzina
Dall’inizio dell’anno, in poco più due mesi, un litro di benzina è rincarato di oltre 23 cent, +13,6%, pari a 11 euro e 68 cent per un pieno di 50 litri, 280 euro su base annua. Un litro di gasolio è aumentato di oltre 24 cent, +15,4%, 12 euro e 20 cent a rifornimento, equivalenti a 293 euro annui.