“Viaggiare significa imparare di nuovo a dubitare, a pensare, a contestare. Poiché si aboliscono le frontiere dell’ignoto, viaggiare significa osare, sfidare la banalità del quotidiani, le comodità rassicuranti, le abitudini secolari, Il viaggio è passaggio dal sé all’altro, il ponte tra due mondi”. Con questa citazione – tratta dal volume di Franck Michel, Altrove, il settimo senso, Antropologia del viaggio (Milano, MC Editrice, 2001, p.12) – si apre il bel saggio di Mario Coglitore dedicato ai Viaggi coloniali, che ha per sottotitolo Politica, letteratura e tecnologia in movimento tra Ottocento e Novecento, pubblicato da Il Poligrafo nel 2020. Un saggio che ha come focus un viaggiare del tutto particolare. Quello in terra coloniale, appunto, che troppo spesso ha utilizzato quei “ponti” per assicurare soprattutto trasferimento di truppe e armamenti (p. 15) in scenari che in questi giorni ci richiamano drammaticamente all’attualità.
I viaggi e Coglitore
L’analisi accurata di Coglitore, che si muove tra storia, letteratura e politica in un panorama ricco e denso di spunti che inducono alla riflessione, ha una struttura originale. Il testo è suddiviso come una partitura musicale.
Si apre con un Ouverture che introduce il contenuto del volume e procede con un Primo movimento (adagio) intitolato: Roger Casement e la politica nel viaggio coloniale. Casement (1864-1916), fu il portavoce della cultura coloniale per eccellenza, quella inglese, personaggio dalla vita travagliata. Che si concluse con l’impiccagione per aver preso le parti dell’insurrezionalismo irlandese.
Viaggi lunghi una vita
Una vita consistita in “un continuo partire, un eterno transitare e un mai arrivare a destinazione” (p. 59). Un uomo dalla personalità inquieta che seppe riconoscere le violenze dell’imperialismo “volte all’edificazione di un’intera cultura del dominio assoluto su cose e persone”.
I viaggi coloniali
Il saggio prosegue con un Secondo movimento (allegro) incentrato su Emilio Salgari e la letteratura nel viaggio coloniale. L’infanzia di molti, almeno fino alla generazione dell’autore e di chi scrive, si alimentò degli scenari evocati nei suoi romanzi d’avventura. Divorando storie ambientate in terre lontane tanto fantastiche (Salgari non si mosse mai da casa sua, viaggiò sempre con la fantasia) quanto narrate con un realismo fitto di dettagli, particolari, descrizioni minuziose di paesaggi, animali, situazioni esotiche.
Il terzo movimento
Il volume procede con un Terzo movimento (presto), che ha per oggetto la ferrovia, mezzo di locomozione privilegiato dal colonialismo (Binari e traversine: la ferrovia nel viaggio coloniale). Le reti ferroviarie, che videro l’irrompere della tecnologia nell’espansione colonialista dell’Occidente, rappresentarono l’elemento cardine che determinò la riscrittura del territorio. Causando anche la terribile tragedia di vite sacrificate alla loro costruzione. Divenendo una dolorosa epopea di sangue e metallo in quello che fu un esecrabile tributo umano al progresso.
Il finale
Al capitolo intitolato Finale l’autore affida il compito delle conclusioni di uno studio che ci permette di ricomporre la storia coloniale tra due secoli, una storia popolata “di reietti sospesi nell’oscuro scrutare dell’imperial eye e imprigionati nell’alienazione della schiavitù che privava il nativo di ogni volontà”. Mario Coglitore infatti arricchisce i suoi studi di un fortissimo senso etico e politico, ed è questo, anche, io credo, il compito di uno storico.
Chi è Mario Coglitore
Mario Coglitore, dottore di ricerca in Storia sociale, è stato professore a contratto di relazioni internazionali e Storia contemporanea presso l’Università degli Studi Ca’ Foscari, Venezia, dove è cultore della materia. Si è occupato a lungo dell’evoluzione del sistema mondiale delle comunicazioni con particolare attenzione allo sviluppo della telegrafia europea tra Otto e Novecento e alla storia postale, partecipando alla realizzazione dell’opera collettanea Le poste in Italia (Laterza, 2009).
Attualmente collabora con la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, Area di Filosofia politica. Ha scritto monografie, saggi e articoli di argomento filosofico, storico e storico-culturale. Sul fronte narrativo ha pubblicato, con Cleup, Tris (nel 2016), In seconda fila. Schizzi d’autore (2020) e con Il Poligrafo insieme a Saveria Chemotti, Il giogo dei ruoli (2021).
Mario Coglitore, Viaggi coloniali. Politica, letteratura e tecnologia in movimento tra Ottocento e Novecento. Prefazione di Barbara Henry, Padova, Il Poligrafo, 2020.
Bellissima recensione. Ringrazio Annalisa per la precisione nell’analisi del testo e per la cura nel suggerire i tratti salienti del lavoro.
🙂