Basta passare per la riva dei Vetrai e andare fino alla riva de Navagero per capire che Murano ha subìto quattro gravi emergenze in soli tre anni. L’isola é praticamente deserta. “Mancano solo le cavallette, flagello biblico, e siamo a posto”, dice Simone Cenedese, titolare di una gloriosa vetreria. Nel novembre 2019 l’alluvione, dal 2020 lockdown e Covid, nel 2022 l’aumento sconsiderato del gas, a cui si aggiunge l’invasione russa all’Ucraina. Ce n’è abbastanza per edificare una nuova chiesa della Salute.
Murano e la sua storia
Murano, con i suoi 4 mila abitanti e la più popolata isola della laguna. Ha ancora 20 vetrerie, ovvero una tradizione d’arte e del vetro millenaria. 60 fornaci, più o meno attive, e 600 lavoratori con l’indotto. Le fornaci del vetro hanno un piccolo difetto: per far lavorare i maestri famosi in tutto il mondo devono stare in funzione 24 ore su 24 e 365 giorni all’anno. Spegnere una fornace, tra ripristino, nuove pietre refrattarie, e ricollaudo, costa una follia. Ecco la ragione, per cui l’aumento delle bollette del gas, ha messo nel panico lavoratori e imprenditori dell’isola.
Murano e il costo del gas
A Murano si consumano circa 8 milioni di metri cubi all’anno di gas. In poco tempo il costo del metano è passato da 0,20 centesimi al metro cubo a oltre 1,20 euro. Oltre il 500% di aumento. I costi energetici sono così passati da due milioni all’anno a oltre dieci. Colpite soprattutto le piccole aziende artigianali. In più aumentano anche i costi delle materie prime, dalla sabbia alla calce, dagli imballaggi ai trasporti. Per fortuna c’è stato un finanziamento provvidenziale della Regione Veneto che ha elargito 3 milioni per soccorrere il vetro di Murano. Altri 5 milioni, approvati dal Governo, oltre due mesi fa, per i comparti del vetro e della ceramica, devono ancora essere distribuiti. Il mese di marzo è visto come la deadline per l’isola.
Cristiano Ferro, uno dei responsabili della Effetre, la più grande vetreria milanese con 34 dipendenti, non si perde d’animo
“Per fortuna il nostro mercato è assai dinamico tra Europa, Cina, America e mondo arabo. Nei semilavorati l’incidenza è stata del 15% in più e dobbiamo ringraziare la Promovetro e la Regione. Noi, con dodici fornaci attive produciamo 6-700 tonnellate di vetro semilavorato all’anno, ma restiamo fiduciosi. Anche se la nostra bolletta è passata da 40 mila euro a 250. Perché restiamo comunque ottimisti? Perché la qualità di Murano non ha concorrenza”.
Murano e un’altra ditta storica
Lo stesso tenore anche per un altro imprenditore Giorgio Nason, ditta storica. Il prossimo anno compirà un secolo di vita. “Abbiamo 26 dipendenti e l’anno scorso abbiamo addirittura assunto 5 lavoratori in più, perché é stato un anno bellissimo. Lavoriamo con importanti marchi della moda, nazionale e internazionale, Dolce & Gabbana, oppure Flos di Merano, per intenderci, per cui riusciamo a tenerci a galla”.
Murano e i piccoli artigiani
Più grave la situazione per i piccoli artigiani, oppure per i piccoli negozi del vetro. Mancano da oltre due anni i turisti e la crisi si nota bene. Un quarto degli esercizi ha chiuso bottega.
Restano in isola i capisaldi del Museo del Vetro, uno dei luoghi più originali della cultura veneziana, e la splendida basilica dei santi Maria e Donato, un capolavoro del XII secolo, dove si può ammirare il più bel mosaico pavimentale in pasta di vetro al mondo. Senza essere partigiani la più bella chiesa in stile veneto-bizantino esistente al mondo.
Basterà?
I muranesi hanno il dono di non lamentarsi mai. La crisi passa, il vetro resta. La loro filosofia spicciola.