Il Diario torna a far riflettere. Oggi molto sulla politica e sulla salute del nostro Stato. Sull’intelligenza dei politici o la rielezione di Mattarella. Fino a scoprire che molti mostri sono solo quindicenni.
È una domanda stupida chiedere come mai non si è cominciato prima a discutere sul nome del nuovo capo dello stato?
C’era parità assoluta di numeri tra destra e sinistra. Ecco perché il candidato doveva essere necessariamente condiviso. Dovendo essere di alto profilo e al di sopra delle parti bisognava sceglierlo al di fuori della politica. Ce ne sono tanti nel campo della cultura, dell’arte, della scienza, dell’industria e delle professioni. Ma ognuno si sente più furbo degli altri e, con la ben nota presunzione e arroganza, tutti – tranne la sinistra, che, più prudente, ha giocato di sponda – si sono ostinati a proporre un proprio simpatizzante. Così dimostrano che, nonostante i sondaggi, sono quasi tutti sullo stesso grado di prepotenza e mediocrità.
Appropriarsi del pallino e autonominarsi kingmaker non è intelligente né coraggioso ma un atto di presunzione poi punito
Non essendo abitualmente il Diario molto tenero con PD e M5S, oggi è onesto ricredersi. Avendo invocato inutilmente sin dal primo giorno una riunione congiunta con gli avversari per trovare l’accordo su un candidato comune super partes, hanno costretto a una figuraccia l’arroganza di Salvini, convinto di potere eleggere da solo, lui e i suoi, il capo dello Stato. Perché la Casellati? Allora era meglio Berlusconi… Salvini ha già dimenticato di aver fatto nel 2018 da sprovveduto una crisi di governo credendo di vincere poi le elezioni. Invece, finì all’opposizione.
Mattarella non lascia il Quirinale. Il Parlamento si rivaluta
Ora il solo fastidio è disfare pacchi e valigie – Pazienza se dovrà pagare inutilmente la pigione del nuovo appartamento per un paio di anni. Tanto si prevede che rimarrà in carica per tenere caldo il posto a Draghi. Ma ha salvato l’Italia dalle mediocrità che minacciavano di sostituirlo. Vince ancora la sinistra, nonostante il pallino lo tenesse la destra. È che la politica non è da tutti. Ci si deve ricredere sui 5 stelle. È merito loro, ostinati a votare Mattarella anche quando la direttiva era scheda bianca. Come pure la riduzione dei parlamentari, esagerati in un paese come il nostro, e il reddito a milioni di persone che, se no, vivrebbero ancora in miseria.
Durante l’interminabile esibizione dei sapienti in Tv e sulle prime pagine dei giornali, un tempo scritti e letti da persone probe
Sono omogenei e contraddittori quasi tutti i commenti. “Due grandi alla guida del paese, nonostante il disastro dei partiti”. Come se Mattarella sia rimasto al Quirinale grazie a un colpo di stato e non eletto da un parlamento di cui fanno parte anche leader saggi, lungimiranti e meritevoli. Certo, molti non sono in grado di fare politica. E per non additarli, si tenta di fare di tutte le erbe un fascio. Ma se per il paese è stata raggiunta la situazione ottimale – Mattarella a capo dello stato e Draghi del governo – sarebbe giusto e onesto riconoscere sia meriti che incapacità. Ma manca l’onestà intellettuale è il coraggio.
Salvini non ha tradito il centrodestra. Non è uno sprovveduto, com’è risultato. È che non riesce a disubbidire al fondatore
È stato lui a suggerirgli di proporre Mattarella. È ancora lui a gestire la politica della coalizione e, anche se nessuno lo percepisce, spesso quella del paese. Dopo avere verificato di non avere alcuna possibilità di andare lui al Quirinale, non poteva consentire che, invece, una funzionaria, la cui carriera avanza solo con l’età, o chi è sopravvissuto in parlamento grazie alla sua magnanimità, avessero più successo di lui. Meglio, anche per il paese, il suo amico di cui potrebbe avere bisogno. Né i leader, né gli osservatori lo hanno capito, Perché gli sprovveduti sono loro.
Il conflitto tra le democrazie occidentali e l’imperialismo russo e cinese è molto vicino, può scoppiare da un momento all’altro
Le nuove generazioni credono erroneamente che la guerra esista solo nelle fiction cinetelevisive o nei racconti esagerati dei nonni o altrove. Oggi si combatte in molte parti del mondo e persino a un tiro di schioppo da noi. C’è tanta gente che muore. Altri – peggio ancora – vedono i propri figli morire. Dopo 76 anni di pace credono che dalla politica dipendano solo alcuni euro in più o in meno in busta paga o la pensione a 60 anni. Invece, affidiamo la nostra vita a chi ci governa. Pensiamoci quando votiamo o se decidiamo di non votare perché, tanto, sono tutti uguali.
Il razzismo entra a scuola a Livorno, ex aequo con la stupidità, ma soprattutto con l’indifferenza di tutti
Caccia all’ebreo. Non da parte di feroci nazisti, ma di due alunne. La vittima è un bimbo di 12 anni che frequenta lo stesso istituto. Calci, pugni e sputi mentre alcuni compagni assistono inerti. Gli spettatori non aizzano ma non proteggono la vittima. Oltre alla cattiveria è l’indifferenza che contribuisce al degrado di questa società. Se si ripetesse il genocidio nessuno interverrebbe. Chissà in quante parti del mondo accade. Da secoli e tutt’oggi. Sui neri, sui bambini, sui disabili, sulle donne, sulla povera gente. La nostra novità è che il mostro è interpretato da due 15enni.