Grazie a una società veneta arriva la prima ordinanza pilota destinata a rivoluzionare un settore fin qui sfuggito sotto molti aspetti ai controlli, tanto da spingere a gridare al Far West informatico. Il Tribunale di Venezia ha deciso che vanno protette le “opere d’ingegno” anche attraverso licenze di software libero in tutte le sue forme.
Il Tribunale di Venezia farà giurisprudenza
Ordinanza rivoluzionaria e storica perché la prima in assoluto in materia in Italia. A chiamare in causa il Tribunale veneziano è stata il ricorso di un’azienda di Mestre, la Ovation S.r.l., società titolare del software Dynamic.ooo – Dynamic Content for Elementor, tra i principali plugin per Elementor, il più importante costruttore al mondo per la creazione di siti internet con WordPress. L’azienda, che distribuisce il software attraverso una licenza detta “GPLv3”, assistita dagli avvocati Carlo Piana e Alberto Pianon di Array, ha affidato al Tribunale di Venezia la tutela del proprio programma il cui codice era stato redistribuito da una società concorrente fondata da due ex sviluppatori usciti dal team di Dynamic.ooo (Marco Poglie e Francesco Pesce) e denominata Nerds Farm srl.
I fatti
I due non avevano rispettato, secondo l’ordinanza, le indicazioni della licenza GPL che prevede rigorosamente il riconoscimento dell’opera originaria. Ecco come sono andate le cose: l’azienda condannata aveva sì legittimamente derivato l’opera da Dynamic.ooo (come previsto dalla licenza), ma l’aveva distribuita in violazione delle regole senza inserire menzioni di modifica e senza indicare il titolare dei diritti originari. La stessa impresa aveva poi continuato il comportamento illecito nonostante la formale comunicazione di “Termination”, primo strumento di protezione previsto proprio per tutelare gli sviluppatori che decidono di distribuire il proprio codice in forma libera.
La decisione del Tribunale di Venezia
La decisione del Tribunale di Venezia ha dunque riconosciuto pieno valore legale alle licenze GPL. Segnando un importante passo in avanti per la salvaguardia del Software Libero. Chiarendo in particolare il fatto che “Libero” non significa esente da doveri o da regole. Il Giudice si è pronunciato chiaramente affermando che il Software Libero attribuisce diritti e doveri a chi lo utilizza. E, per questi motivi, ha condannato l’azienda concorrente all’immediata rimozione del codice copiato e alla pubblicazione di un estratto della decisione nel proprio sito e nei canali social. Applicando la normativa vigente in materia di tutela del diritto d’autore in materia di software.
La condanna
L’ordinanza impone per la parte condannata la cessazione entro una settimana di ogni utilizzo accessibile al pubblico. Nonché ogni pubblicazione, del software denominato E-addons for Elementor. Fino a che non sia rimosso tutto il codice originario (salvo una quota di codice necessaria per l’interoperabilità con Elementor). Fissa, poi, una penale a carico di ciascun autore della violazione pari a euro 100 per ogni giorno di ritardo nell’adempimento rispetto a tale data. Fino al quindicesimo giorno dalla comunicazione del provvedimento; e 300 per ogni giorno di ritardo successivo al quindicesimo dalla comunicazione.
Anche una multa di 5000 euro
Inoltre ha ordinato la pubblicazione per estratto del presente dispositivo, a cura e spese delle parti resistenti tra loro, in una pagina del proprio sito web e-addons.com, con un richiamo in home page in caratteri doppi a quelli normali del sito. E allo stesso modo nella propria pagina ufficiale su Facebook e ha condannato in aggiunta al pagamento di oltre cinquemila euro. Interessante ora capire gli effetti di questa sentenza nel settore.