Omicron, ossia quindicesima lettera dell’alfabeto greco indicante le cose piccole o brevi. Come mai questa lettera così desueta e poco conosciuta è salita alla ribalta in questo periodo? Diciamo che è stata scelta per denominare l’ultima variante del virus Covid 19 dopo la primigenie Cinese, la alfa, la beta e la delta e, per chissà quale (non troppo misterioso) arcano motivo, non segue la consequenzialità classica dell’ABC ellenico. Le motivazioni della scelta sembra siano da attribuire al fatto di non offendere il presidente cinese o perché una delle lettere sembra mimare la parola New, che significa nuovo, e non si voleva far intendere che fosse un nuovo virus. Al di là delle polemiche futili questa nuova variante sembra abbia genesi in Africa e abbia almeno 42 mutazioni rispetto all’originale di Whuan proprio sulla proteina spike che, ricordiamolo, funge da grimaldello per entrare all’interno delle nostre cellule.
Cosa porta l’Omicron
In realtà la dottoressa Angelique Coetzee, Infettivologa Sud Africana che per prima (il 18 novembre) ha scoperto la variante, commenta il fatto che non sembra essere simile alla Delta in quanto i sintomi sono diversi tipo “stanchezza, mal di testa, prurito in gola, leggero raffreddore. Non coincidevano con quelli della Delta che avevamo visto fino a dieci settimane prima. Abbiamo deciso di testarli perché erano simili a quelli di un’infezione virale. Finora nessun paziente affetto da Omicron è stato ricoverato. Non abbiamo mai riscontrato effetti gravi. La cosa interessante è che i pazienti con forti dolori alla gola sono poi risultati tutti negativi”.
Più virale ma meno rischiosa?
Questo può significare tutto o niente per due motivi principali: troppo poco tempo per valutarne i rischi e gli effetti long-time e soprattutto, perché non abbiamo ancora una coorte adeguata per poterne valutare le complicazioni. Allo stato dell’arte quello che si evince è che questa mutazione non crea gravi sintomi, soprattutto non più della variante delta e delta plus, pur essendo più virale e oltremodo, sembra che i vaccini diano una copertura anche per questa variante (studi effettuati in Israele che è, se così possiamo definirlo, il laboratorio scientifico a livello mondiale).
Non sopravvalutiamo
A parere mio, in base agli studi ufficiali al momento disponibili, non sopravvaluterei questa variante in quanto sembra dare una sintomatologia simil influenzale e nulla più. Per curiosità, alcuni scienziati, ipotizzano che questa variante stia portando al “suicidio” il virus. In quanto, prendendo piede sulle altre per la sua maggior virulenza, e per i suoi sintomi moderati, potrebbe evolvere in un qualcosa che assomigli più ad una semplice influenza che a qualcosa di più severo. Ad ogni modo rimane sempre fondamentale non abbassare la guardia. Molti paesi, hanno un tasso di vaccinazione molto basso e più circola il virus più le varianti saranno numerose.
Omicron ed evoluzione
Spiegai già tempo addietro cosa significa variante prendendo a modello le teorie di Darwin sull’evoluzione della specie. Il sommo professore diceva che alcune mutazioni negli animali potevano far prevalere un ramo della stessa specie su di un altro. Presi come esempio il fatto che, in un periodo di siccità, nel passato avrebbe potuto esserci una penia delle piante ad arbusto corto. Una mutazione su alcuni erbivori avrebbe portato ad un allungamento del collo che sarebbe stato efficace per mangiare dagli alberi più alti facendo prevalere le giraffe.
L’evoluzione negli animali e nell’uomo è molto lenta perché è legata alla lentezza della procreazione. Mentre nei batteri e nei virus, che si replicano migliaia di volte più velocemente, le mutazioni sono più precoci e frequenti. Ecco allora che la evidenza scientifica più importante è quella di spingere alla vaccinazione i paesi più poveri. Dotandoli gratuitamente di vaccini affinché le mutazioni avvengano sempre più raramente. Continuiamo comunque, ad utilizzare i dispositivi medici come mascherine e soprattutto la disinfezione delle mani (Prof. Semmelweis docet).