Padova urbs picta, con il suoi cicli di affreschi invidiati e ammirati da tutto il mondo. Città universitaria con i suoi due secoli di storia. Ma anche la città che mentre si affacciava ai rampanti anni ‘90 era diventata la capitale del rock. Un genere che si viveva sul palco, nutrendosi di applausi, sudore e sogni. Dove tecnica e fortuna si incontrano. Prima dei social, prima degli smartphone, prima di “X-Factor”. Quando le distrazioni erano diverse, dove il successo non si era ancora tinto di digitale. Insomma se eri italiano e avevi una band, il posto giusto per suonare era Padova. Lo racconta ‘Orgia Fuxia’, il primo documentario indipendente sulla realtà musicale underground padovana dall’inizio degli anni ’90 al 2010, girato nel bel mezzo della pandemia e in uscita nel 2022.
Orgia Fuxia e vent’anni di rock patavino
Prodotto dalla casa di produzione cinematografica Velvet Punk (www.velvetpunkmedia.com), ‘Orgia Fuxia’ racconta, attraverso un montaggio dinamico, fatto di interviste, materiale d’archivio e parti narrate, vent’anni di storia rock di una città viva, palcoscenico di un fermento musicale irripetibile attraverso la voce di chi, in quegli anni, era in prima linea: si va dai Bastet ai Crackhouse, dai Baby Ruth ai Frutteti Riarsi, dai Positiva ai Pink Lizard, passando per gli Happy Gays, gli Acajou, i Lovin Dolls, Alex De Rosso, gli Statobardo, Al Capone Ride, i Side One e i La Roxx. Testimonianze guidate dalla voce narrante di Alessandro Pittoni, che è anche regista, produttore e autore del docufilm, e seguite dalla macchina da presa di Stefano Pagura, che di ‘Orgia Fuxia’ firma anche la direzione della fotografia e il montaggio.
Pittoni e il docufilm
Per raccontare questa storia, Pittoni – già produttore associato di ‘Dampyr’, il primo cinecomic italiano in uscita nel 2022 – ha coinvolto e interpellato oltre 100 persone, tra band, fan, hater, gestori dei locali, giornalisti e critici musicali per raccogliere contatti, aneddoti e particolari utili alla narrazione, oltre che una mole impressionante di materiale di repertorio: più di 30 ore di video di concerti, centinaia di foto, locandine e flyer. Un vero e proprio lavoro di squadra che ha reso possibile la realizzazione del primo documentario sull’ultima orgia rock che ha travolto Padova.
‘Orgia Fuxia’ è stato così raccontato dal suo autore
«Questo è un documentario che racconta un concetto universale, il sogno di diventare una rockstar, calandolo in una realtà locale come quella padovana. È una storia di treni persi e treni presi, di exploit clamorosi e di rovinose cadute, di due generazioni di adolescenti che hanno trovato loro stessi salendo sopra un palco. È una riflessione su cosa significhi davvero avere successo, sulla necessità di ritagliarsi una vita che ci rappresenti, a costo di abbandonare la strada più facile per quella più difficile, ma che ci appartiene. Ci abbiamo messo più di un anno per girare 50 interviste, ed è stato catartico ritrovarsi nei percorsi di vita degli intervistati. Un’esperienza che porterò sempre con me».
Perché, alla fine, la musica è il linguaggio universale che infatti può permettersi di narrare ciò che accomuna noi umani: emozioni, impulsi, amori…e qualche trasgressione.