Ahi noi! Quando non c’è vento, c’è pioggia,
in questi mesi che vanno, dalla fine scomposta
d’un autunno tramutato in primavera, da noi
abitanti della sfera terrestre, chiusi in scatole
di latta che rombano, come desideri inconfessabili.
Ahi noi!
Ahi noi! Quando non c’è pioggia, c’è vento,
nel desiderio d’essere, nel vuoto tempo climatico
che tramutiamo, a nostro piacimento, come si fa
con ciò che si crede d’amare, avendo una nuvola,
ferma, là, in alto, che mai sarà libera d’andare via,
secondi il calcolo matematico di chi non vuole amarla,
sotto lo sguardo silenzioso di Giove, dio d’atmosfera,
per questo inferno in mezzo alla violenta pioggia e
ai venti che giungono dai quattro punti cardinali per
dar luogo ad una animata danza di tempesta caraibica.
Giove
Ahi noi! Che ne faremo del tempo della storia, quando
verremo trascinati subito, verso quel buco nero che non
sapevamo fosse dietro di noi, poco lontano, nella distanza
siderale che mai sapemmo calcolare, da uomini incerti ed
impreparati, a quell’incontro tra uomini e buchi di stelle?
Forse sarà Giove, il dio di questa nostra atmosfera seduto,
tra dei secondari, a dettare l’andamento delle giornata e ci
vorrà parlare, con un bel tono di voce calda e rassicurante,
di quello che avrà stabilito di creare di positivo per noi che
lo accetteremo, sotto gli invitanti raggi di san Martino.
Tra i rugli e gli ululati improvvisi che mi impressionano,
io, che ci faccio, nel bosco che m’inghiotte, come la bocca
della balena di Pinocchio, quando ti cammino a fianco a te,
amico Luciano che sai ciò che io non so, sulla verde natura
del bosco che più passa il tempo e più s’oscura il suo buio?
I pianeti
Ahimè, dove si sono nascosti Giove e Mercurio, Venere e
Marte, quando passano di non farsi vedere, solo adesso,
oltre lo spazio che li separa dal forte giudizio di Saturno
che mai perdona gli errori degli altri pianeti che volano, in questo cielo novembrino, infreddolito da poca luce solare?