L’Europa si trova circondata: non solo deve affrontare una emergenza sanitaria dalla quale si fa fatica ad uscirsene, ma deve anche fronteggiare la crisi dei flussi migratori che attanaglia il continente: un’emorragia migratoria che non si riesce a cicatrizzare, come lo si può evincere dai continui sbarchi di piccole imbarcazioni sulle coste italiane, greche e iberiche. Ora, il flusso di esseri umani che premono per entrare nell’Unione Europea sta verificandosi in Europa orientale al confine tra la Polonia, Stato membro dell’UE, e la Bielorussia. Le autorità polacche hanno fatto ricorso all’uso del filo spinato e alla presenza dell’esercito per bloccare i profughi iracheni, siriani e afghani, che cercano di entrare in Europa passando per il territorio polacco.
Polonia vs Bielorussia
Le autorità di Varsavia hanno puntato il dito su Aleksander Lukashenko, presidente della Bielorussia, che sta usando i profughi contro le frontiere filo spinate polacche e anche lituane. Lukashenko è stato anche accusato di usare ogni brutalità con i suoi militari che minacciano i profughi sino a dirottarli verso la foresta, costringendoli a forzare il confine polacco. Questa crisi è frutto di provocazioni della Bielorussa per fare infuriare l’UE e la Russia.
I flussi migratori
Siamo davanti ad una specie di “guerra ibrida” dei flussi migratori: questa volta si tratterebbe di una delle provocazioni che, secondo il presidente bielorusso, costituisce una mossa vincente. Per la Bielorussa, infatti, sia la Polonia, sia la Lituania hanno deciso di contrastare il regime di Lukashenko, supportando gli oppositori del dittatore bielorusso e offrendo loro asilo politico.
Il rischio di crisi umanitaria
Nel caso in cui le autorità di Minsk riescano a scaricare il flusso migratorio in Polonia e anche in Lituania, provocando una vera e propria crisi umanitaria, le destre polacche e lituane potrebbero spingere i propri governi a rinunciare a contrastare la Bielorussia per evitare una vera e propria invasione di profughi. Non solo: chiudendo ogni accesso ai richiedenti asilo, si rischierebbe di finire nella morsa di contrasti con l’UE.
UE e Bielorussia: le minacce
L’UE ha risposto al comportamento di Minsk con l’annuncio di nuove e pesanti sanzioni. Chiaramente, non è mancata la risposta di Lukashenko. Che ha minacciato di reagire alle eventuali sanzioni con l’interruzione del transito del gas verso l’Europa attraverso il gasdotto Yamal-Europe che fornisce calore all’Europa. Un vero e proprio ricatto.
Rischio conflitto con la Russia
Questo braccio di ferro tra Bielorussa e Unione europea può essere considerato un beneficio per la Russia di Putin. Che ha accusato l’UE di essere disumana nei riguardi dei profughi. Il presidente bielorusso non ha esitato a denunciare alle autorità di Mosca un imminente pericolo di conflitto armato ai confini.
La Bielorussia al braccio di ferro
Quello che sta facendo il presidente bielorusso è un tentativo di tenere sotto scacco l’UE. La causa risale a qualche anno fa, dopo le elezioni dell’agosto 2020, accompagnata dalla repressione violenta della gente che protestava contro il regime di Lukashenko. Un comportamento che ha congelato ogni possibilità di negoziato con l’Europa e l’occidente. Pur non essendo amato dal suo popolo, il dittatore bielorusso ha l’ambizione di continuare a restare al comando del suo Paese. Che ormai gli ha voltato le spalle ed è pronto a cacciarlo via. Potrebbe accadere che Minsk possa chiedere un supporto militare russo per tutelare le sue frontiere dall’Alleanza atlantica.