Oggi volevo raccontarvi la filosofia e lo strano percorso che segue un medico per arrivare al suo obiettivo finale che, filosoficamente e materialmente parlando, consiste nell’aiutare chi ha più bisogno. E vorrei farlo paragonando questo percorso a quello di un grande, forse il più grande viaggio, di tutti i tempi: quello di Dante e per trattar del ben ch’i vi trovai, dirò dell’altre cose ch’i v’ho scorte! Confrontando questo lungo percorso con la commedia più famosa i tutti i tempi, un medico, può essere paragonato un po’ a Virgilio, che prende per mano “l’uomo” Dante per portarlo a scoprire tutte le curiosità e le misteriose e “oscure” vie della conoscenza (cum: per mezzo e gnosi: conoscere/ sapere dal greco) del corpo umano.
Il “medico”
In effetti se ci pensate, il medico è un po’ come Virgilio. Che ci accompagna fianco a fianco, ci mostra il sapere e ci dipana dubbi e segreti attraverso una quantità di dati praticamente infinita. Anatomia, chimica e una miriade di dati che sono ostici e impensabili per chi non ha studiato la nobile arte della medicina dove il verbo si palesa con una frase che per noi medici è sacra “PRIMUM NON NOCERE”! Dove personalità come Bruno da Longobucco, Galeno, Ippocrate, Vesalio ne hanno fatto tesoro e legge. Questo facciamo noi medici. Vi accompagniamo in questo fantastico e immenso viaggio tra tutte le strutture anatomiche che creano tra loro un legame indissolubile e perfetto chiamato VITA.
L’uomo nasce per scoprire
La correlazione e il collegamento tra vari organi, nervi, molecole, enzimi e quant’altro è di una complessità e di una armonicità unica. Tanto da far credere nell’esistenza di una forma intelligente superiore che ha dato l’input, nei primordi, a generare una quantità di dati impressionante a partire dalla più piccola molecola, al nostro organo più grande che è la pelle. E tutto da una piccola cellula, che è quasi impensabile credere sia nata per caso.
Passi enormi
L’evoluzione della medicina, soprattutto a partire dalla metà dell’800, con persone come Semmelweiss, che si è inventato di lavarsi le mani prima di entrare in sala operatoria o prima di un parto, e Röentgen, che ha scoperto i raggi X. Per non parlare di Pasteur con gli antibiotici, ha fatto passi da gigante. Al punto di salvare pazienti che nella stragrande maggioranza dei casi, sarebbero stati destinati a morte certa. Trapianto d’organo, parto cesareo, medicine sempre più performanti, cure genetiche, invenzione di artroprotesi in carbonio ed elettroniche sempre più evolute e, tra non molto, trapianto di corpo intero, ci danno la possibilità di una vita sempre più lunga e accettabile rispetto ad un tempo dove si moriva per una semplice influenza e la vita media era intorno ai 50 anni.
L’uomo non può aver paura della medicina
Pensare che oggi, per qualche arcano motivo, la medicina si sia messa in moto per creare vaccini mortali e tossici, è una teoria alquanto fantasiosa che consiglierei a tutti di cancellare dalle proprie menti. Anche per rispetto nei confronti di chi, ante litteram, inventò i vaccini. Un certo Edward Jenner, che con sagacia e formidabile intuizione, salvò milioni di vite dal Vaiolo.
Ulisse che voleva imparare e scoprire
Terminerei cosi la mia piccola disquisizione con una delle più belle frasi della commedia di Dante e di tutti i tempi: «Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza» attribuita ad uno splendido Ulisse che viaggiò per anni per mari e per terre per imparare il più possibile dal Mondo.
Magistrale. E quanto mai prezioso in questi tempi in cui viviamo la “società del nulla”. Grazie Dottor Scatamburlo.